L’evoluzione del linguaggio visivo: dalle emoji al visual storytelling - Agenzia YES S.p.A.

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Il 17 luglio si celebra in tutto il mondo il World Emoji Day, la Giornata Mondiale delle Emoji. Un’occasione che mette al centro un tema cruciale per chi si occupa di comunicazione e marketing: il ruolo sempre più decisivo del linguaggio visivo. Nel 2025, parlare per immagini non è più una tendenza, ma una realtà consolidata. Le emoji non sono semplici faccine, ma veri e propri strumenti di linguaggio, capaci di influenzare il modo in cui costruiamo relazioni, raccontiamo brand e attiviamo conversazioni.

Secondo uno studio pubblicato su ScienceDirect, le emoji agiscono come segnali paralinguistici in grado di introdurre tono, empatia e chiarezza anche nei contesti più sintetici. Non è un caso se oltre il 70% delle persone ritiene che le immagini trasmettano emozioni meglio delle parole. Le neuroscienze, infatti, confermano che il nostro cervello elabora i contenuti visivi 60.000 volte più velocemente rispetto al testo ed è naturalmente predisposto a riconoscere pattern, espressioni e simboli. Questa grammatica visiva, istintiva e universale, è oggi potenziata dalla cultura digitale e dalle tecnologie creative.

I dati parlano chiaro: ogni giorno vengono inviate oltre 10 miliardi di emoji nel mondo; l’uso di un’emoji nell’oggetto di una mail aumenta del 56% i tassi di apertura; i post su Facebook che le utilizzano registrano un incremento medio del 57% nell’engagement; e ben il 92% degli utenti online le impiega regolarmente nella propria comunicazione quotidiana. Le emoji, insomma, sono entrate a pieno titolo nel lessico del marketing. Più che decorazione, sono oggi un codice culturale.

Ma l’universo visivo non si ferma agli ideogrammi colorati. Il concetto si espande, e abbraccia il visual storytelling. Dai caroselli su Instagram alle infografiche animate, dai reel ai TikTok, fino alle copertine podcast e ai layout editoriali dei siti, tutto oggi è organizzato in funzione di una narrazione visiva. Questo tipo di approccio aiuta i brand a trasmettere la propria identità in pochi secondi, a semplificare concetti complessi e a costruire empatia attraverso trame visive coerenti e riconoscibili. In un panorama saturo di stimoli e contenuti, dove il tempo di attenzione è sempre più ridotto, le immagini permettono di emergere e di imprimere un messaggio nella memoria.

L’evoluzione del linguaggio visivo è, in definitiva, una trasformazione culturale che coinvolge tanto il modo in cui ci esprimiamo quanto quello in cui ascoltiamo. Parlare per immagini non significa banalizzare, ma rendere accessibile ciò che è complesso, costruire ponti emotivi e attivare significati condivisi.

Per chi lavora nel marketing e nella comunicazione, saper leggere e usare questo nuovo alfabeto è oggi una competenza fondamentale. Perché ogni simbolo è una storia, e ogni storia è una possibilità di connessione.

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