Comunicato Stampa
REPORT produzione e occupazione al 1° Semestre 2025 Gruppo STELLANTIS
Dichiarazione del Segretario Generale Fim-Cisl Ferdinando Uliano
STELLANTIS: FIM CISL produzione I° semestre 2025 a 221.885 veicoli (- 26,9%).
Tutti gli stabilimenti in negativo. Le auto perdono 1/3 delle produzioni del 2024
- Situazione produzione STELLANTIS Italy I° semestre 2025
I dati di produzione dei primi sei mesi del 2025 confermano il peggioramento rispetto al già critico 2024. Si prevede una chiusura d’anno intorno alle 440.000 unità totali, con circa 250.000 autovetture prodotte. Nel primo semestre 2025 sono state prodotte complessivamente 221.885 unità tra autovetture e veicoli commerciali, in calo del -26,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Le autovetture registrano una flessione del -33,6% (123.905 unità), mentre i veicoli commerciali sono scesi del -16,3% (97.980 unità).
Tutti gli stabilimenti auto evidenziano un forte peggioramento. A differenza del 2024, in cui almeno Pomigliano rappresentava un’eccezione positiva, oggi nessun sito sfugge alla situazione di forte difficoltà.
Non si intravedono segnali di ripresa entro fine anno. Anzi, il calo dei volumi e l’uso degli ammortizzatori sociali potrebbero aumentare, coinvolgendo già oggi quasi la metà della forza lavoro del gruppo. La partenza produttiva della 500 ibrida prevista per novembre e i nuovi modelli di Melfi potranno dare risultati significativi solo nel corso del 2026. Tuttavia, il livello di caduta dei volumi nel 2025 è superiore alle previsioni.
Restano validi gli impegni presi in sede istituzionale, che dovranno essere verificati puntualmente con i nuovi vertici: 2 miliardi di investimenti negli stabilimenti italiani, 6 miliardi di acquisti da fornitori nazionali, Obiettivo di 1 milione di veicoli entro il 2030, legato però all’andamento del mercato.
Dopo la manifestazione a Roma del 18 ottobre 2024 e l’uscita di Tavares, c’è stato un cambio di impostazione, con un piano di investimenti aggiuntivo. E’stata prevista anche in Italia la nuova piattaforma Smallcon i due nuovi modelli compatti a Pomigliano dal 2028. La nuova 500e a Mirafiori in aggiunta alla 500 ibrida. Vengono ibridizzate le auto previste nelle versioni elettriche tra il 2025 e 2026 a Melfi, portando l’offerta a 7 modelli. Ad Atessa è stato annunciato ad Atessa (CH) la nuova gamma large sui veicoli commerciali. A Cassino è previsto lo sviluppo anche delle versioni ibride delle full electric previste su Stelvio e Giulia e in aggiunta un nuovo modello top di gamma sempre su piattaforma large. Su Modena viene lanciata la collaborazione con Motor Valley per il lancio del progetto alto di gamma. Continuano a mancare ancora risposte importanti su Termoli dopo lo stop alla Gigafactory e sul rilancio di Maserati e altri aspetti che saranno oggetto di verifiche nei prossimi mesi con Stellantis e Governo.
La “tempesta perfetta” che investe l’industria europea – segnata dal crollo dei mercati, dalla transizione elettrica e digitale, e ora anche dai dazi USA – impone una risposta politica forte e coordinata a livello europeo.
A seguito della manifestazione del 5 febbraio 2025 a Bruxelles, promossa da IndustriAll Europe e sostenuta dalla FIM-CISL insieme alle altre organizzazioni sindacali, denunciamo l’assenza di misure strutturali all’altezza della sfida. Le risorse finora stanziate (2,8 miliardi di euro) sono del tutto insufficienti per sostenere un comparto strategico in piena trasformazione, che rischia ricadute gravi sia sul piano industriale sia su quello occupazionale.
Serve un deciso cambio di passo: è necessario un piano industriale europeo espansivo, sostenuto da debito comune, e un nuovo Fondo europeo con dotazioni paragonabili al Next Generation EU, per accompagnare la transizione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale.
Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e l’intero indotto.
Ad oggi, le uniche novità a livello europeo riguardano la rimodulazione delle sanzioni sulle emissioni di CO₂ previste per il 2025. Misure che, seppur positive, non sono sufficienti ad arginare le ricadute industriali e occupazionali già in atto.
Le recenti dichiarazioni di Stellantis sul costo dell’energia nel nostro Paese, sugli impatti negativi delle multe e gli aggiornamenti in corso sul Piano industriale, necessitano un confronto con i nuovi vertici aziendali. Dal 23 giugno 2025 si è insediato il nuovo Ceo di Stellantis Antonio Filosa con la sua nuova squadra di comando del Gruppo. Diventa quindi indispensabile in tempi brevi un primo incontro con le organizzazioni sindacali italiane per costruire positive relazioni sindacali, necessarie per affrontare le difficoltà che stiamo attraversando.
Il nostro obiettivo resta quello di garantire a ogni sito produttivo una prospettiva industriale e occupazionale certa, contrastando ogni atto unilaterale, chiusura o licenziamento, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni concrete, condivise e socialmente sostenibili.
Intanto, con Stellantis, Cnhi, Iveco e Ferrari, abbiamo concluso positivamente il rinnovo del biennio economico 2025-2026 del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), con un aumento salariale del +6,6%, superiore all’inflazione, pari ad aumento medio di 134,96 euro mensili (II area) e una tantum di 480 euro. Un risultato importante in un contesto di crisi, che conferma la centralità del ruolo contrattuale, della rappresentanza sindacale e di positive relazioni sindacali.
Situazione negli Stabilimenti delle Produzioni Finali
- Plant Polo Produttivo di Torino
Nel primo semestre 2025, a Mirafiori sono state prodotte 15.315 unità, in calo del 21,5% rispetto alle 19.510 del 2024. Di queste, 15.175 sono 500 BEV, mentre le Maserati si fermano a sole 140 unità, segnando un crollo quasi totale. A fronte di ciò, Stellantis ha annunciato lo spostamento della produzione di GranTurismo e GranCabrio a Modena entro fine anno, con avvio a ottobre. A Mirafiori resteranno solo lastratura e verniciatura.
Le nuove Maserati, comprese le versioni elettriche Folgore, non hanno avuto i risultati attesi. Come Fim-Cisl abbiamo criticato le scelte aziendali: la mancata sostituzione del Levante e l’abbandono della nuova Quattroporte sono errori gravi. È urgente che Stellantis chiarisca quale strategia intende adottare per Maserati, sia sui modelli che sui volumi. La linea Maserati a Mirafiori va assolutamente riempita con nuove produzioni.
Grazie alla mobilitazione sindacale del 2023, siamo riusciti a ottenere la produzione della 500 ibrida a partire da novembre 2025. È un risultato concreto che può contribuire a mantenere la missione produttiva dello stabilimento. Sono previste entro l’anno 5.000 unità.
Stellantis ha annunciato che con la produzione della 500 ibrida, si arriverà a 100.000 unità prodotte e la progressiva uscita dalla cassa integrazione. Per noi è indispensabile un piano su Mirafiori per rilanciare l’occupazione, dopo anni di uscite continue. Nel 2027 arriverà una nuova 500 elettrica con batterie Stellantis e, nel 2030, debutterà la nuova generazione della 500e, sempre a Mirafiori.
Ad oggi resta attivo il contratto di solidarietà fino al 3 agosto, utilizzato al 40% dai mille lavoratori della 500 BEV, mentre la linea Maserati è praticamente ferma. Diversi lavoratori sono in distacco sulla produzione del cambio elettrico eDCT.
- Plant Maserati Modena
La situazione produttiva nello stabilimento di Modena resta estremamente critica. Nel primo semestre del 2025 sono state prodotte solo 45 unità, con una flessione del 71,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I giorni produttivi effettivi sono stati circa 11. Nei restanti giorni, il Contratto di Solidarietà ha coinvolto i 130 lavoratori con un utilizzo medio intorno al 50%.
Alla fine del 2024 è stata annunciata la sospensione della versione full-electric Folgore dei modelli MC20 e MC20 Cielo, inizialmente prevista per il primo trimestre del 2025.
Nel frattempo, è stato completato l’investimento per l’“Atelier del Programma di Personalizzazione Fuoriserie” entro la fine del 2024.
Dopo l’annuncio del gruppo sul cosiddetto “progetto alta gamma”, con il coinvolgimento della Motor Valley, Stellantis ha deciso di trasferire, a partire dall’ultimo trimestre del 2025, l’assemblaggio delle Maserati GranTurismo e GranCabrio nello stabilimento di Modena. Questa scelta dovrebbe, in prospettiva dovrebbe ridurre l’utilizzo ed in prospettiva azzerare il ricorso agli ammortizzatori sociali.
- Plant di Cassino
Nel primo semestre 2025, la produzione a Cassino è crollata a 10.500 unità, segnando un pesante -34% rispetto al 2024. Un dato tra i più negativi nella storia dello stabilimento. Dal 2021 si lavora su un solo turno, con un impatto diretto sull’occupazione e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
La produzione attuale è così suddivisa: 26% Alfa Romeo Giulia, 49% Stelvio e 25% Maserati Grecale, anche in versione full electric. Ma i numeri non bastano: basti pensare che nel 2017 si produceva sette volte tanto, con circa 2.000 lavoratori in più rispetto agli attuali 2.400. Nei primi sei mesi del 2025, si sono registrate oltre 50 giornate di fermo produttivo; nelle giornate lavorate, circa 700 lavoratori sono stati coinvolti nel Contratto di Solidarietà.
Lo stabilimento ha enormi potenzialità, ma senza un piano chiaro e tempi certi si rischia di prolungare l’incertezza. A Cassino è stata assegnata la nuova piattaforma STLA Large BEV, sulla quale si produrranno le future Alfa Romeo Stelvio e Giulia, anche in versione ibrida. Tuttavia, il lancio, inizialmente previsto per fine 2025, è stato rinviato ai primi mesi del 2026: un rinvio che giudichiamo negativamente, poiché rischia di allungare la fase critica e il ricorso massiccio agli ammortizzatori.
Durante l’ultimo incontro al MIMIT è stato confermato l’arrivo di un terzo modello “top di gamma” per il 2027, ma non è ancora stato comunicato il brand. Per tutto il 2025, purtroppo, la situazione produttiva resterà debole e preoccupante.
Come Fim-Cisl riteniamo urgente che Stellantis dia certezze concrete sui tempi del lancio dei nuovi modelli. Cassino ha dimostrato di essere uno stabilimento strategico e va messo nelle condizioni di tornare a pieno regime.
- Plant di Pomigliano
Lo stabilimento di Pomigliano, pur rappresentando il 64% della produzione nazionale di auto — a causa del calo generalizzato negli altri siti — chiude il primo semestre 2025 con 78.975 vetture prodotte, in calo del 24% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato negativo, in netta controtendenza rispetto al trend positivo dell’anno scorso.
La Fiat Panda, con 67.500 unità, resta il modello trainante, coprendo da sola il 54% della produzione auto in Italia. Ma anche su questo modello si registra una flessione del 15% rispetto al primo semestre 2024, che era stato il migliore degli ultimi quattro anni.
Preoccupante il calo produttivo su Alfa Romeo Tonale, con solo 10.115 unità (-20%), e il crollo della Dodge Hornet, ferma a 1.360 unità (-90%), ormai praticamente ferma la produzione al trimestre precedente.
La linea Panda continua a lavorare su due turni, mentre quella di Tonale/Hornet è su un solo turno. Le giornate di cassa integrazione sono state 49 sulla linea Tonale/Hornet e 23 sulla Panda, coinvolgendo tra i 3.000 e i 3.900 lavoratori.
La conferma della produzione della “Pandina” fino al 2030 e l’arrivo della nuova versione, sempre a Pomigliano, così come l’assegnazione della piattaforma STLA Small con due nuovi modelli compatti dal 2028, rappresentano risultati importanti ottenuti anche grazie al confronto sindacale con Stellantis.
Tuttavia, la riduzione dei volumi, in particolare su Tonale e Hornet, è motivo di forte preoccupazione. È necessario continuare a monitorare con attenzione l’andamento produttivo anche della Panda, considerando la concorrenza diretta della nuova Panda elettrica che sarà prodotta nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia.
Nella giornata odierna è stato sottoscritto, in sostituzione della Cigo, il Contratto di Solidarietà fino al 7 settembre 2025 con possibilità di proroga fino a fine anno. Come Fim-Cisl continueremo a vigilare affinché vengano tutelati occupazione, livelli produttivi e futuro dello stabilimento.
- Plant di Melfi
Nel primo semestre 2025 lo stabilimento di Melfi ha registrato un crollo produttivo del -59,4% rispetto all’anno precedente, con solo 19.070 unità prodotte. Rispetto al pre-Covid, la perdita è ancora più pesante: -88% (133.697 auto in meno). È, insieme a Pomigliano, il sito che perde più volumi in assoluto (-27.950 unità sul semestre).
Dopo lo stop la 500X tornerà in produzione da questo mese fino a settembre 2025: saranno realizzate 5.000 unità destinate a un mercato specifico, quello Algerino.
Continua la produzione Compass e Renegade con 18.153 unità (-37%) e sono iniziate le prime produzioni della DS8 (circa 700 unità) e di altri modelli (200 unità in avvio).
Nel semestre si sono registrati 25 giorni di fermo collettivo gestiti con Contratto di Solidarietà (124 turni). Negli altri giorni l’utilizzo medio del CDS è stato del 65%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.160 lavoratori.
La perdita di volumi ha già avuto conseguenze occupazionali: dal 2021, circa 2.200 lavoratori sono usciti incentivati su base volontaria, portando gli occupati a 4.860. Lo stabilimento è nel pieno della transizione verso la nuova piattaforma BEV STLA Medium.
Grazie alle nostre pressioni, Stellantis ha rivisto il piano iniziale e previsto anche versioni ibride per quasi tutti i modelli (esclusa DS8 per tempi), portando a 7 i modelli previsti, rispetto ai 4 iniziali solo elettrici. Questo ampliamento è fondamentale per garantire maggiori volumi e salvaguardare l’occupazione.
Il cronoprogramma prevede all’inizio 2025 la DS8 elettrica, seconda metà 2025 la Jeep Compass elettrica, nel 1° semestre 2026 la Compass ibrida e la DS7 (elettrica e ibrida), nel 2° semestre 2026: Lancia Gamma (elettrica e ibrida).
Anche l’indotto è in forte sofferenza. Serve garantire l’uso degli ammortizzatori e dare priorità alle aziende locali nelle forniture. Stiamo agendo a tutti i livelli istituzionali per tutelare i posti di lavoro e sostenere le imprese nella transizione. È indispensabile attivare strumenti previsti nell’accordo di programma e nelle aree di crisi complessa, per attrarre nuovi investimenti e dare prospettive a tutto il territorio.
- Plant di Atessa
Nel primo semestre 2025 la produzione di veicoli commerciali ad Atessa si è attestata a 97.980 unità, con un calo del -16,3% rispetto al 2024. Dalla seconda metà dello scorso anno, la situazione è progressivamente peggiorata: dalle iniziali previsioni su 15 turni si è passati al ricorso stabile alla cassa integrazione, che ha coinvolto tra i 700 e i 1.000 lavoratori. La causa principale è la contrazione degli ordini, prima sui cabinati e poi anche sui Van. Nel primo semestre 2025 la media giornaliera dei lavoratori in CIG è stata di circa 700 unità. Anche se cogliamo positivamente le dichiarazioni di Stellantis che smentiscono un’eventuale chiusura dello stabilimento, ci preoccupa la comunicazione di interruzione del 3° turno a luglio e agosto. Sul fronte industriale, Stellantis ha rafforzato il piano originario, prevedendo l’elettrificazione della piattaforma “Gamma Large” e l’introduzione di una nuova versione a partire dal 2027. Attualmente si producono: Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper, Opel/Vauxhall Movano e Toyota Proace Max. Per noi, lo stabilimento di Atessa deve restare centrale nella strategia produttiva di Stellantis, mantenendo la leadership europea nei veicoli commerciali. La produzione italiana va tutelata, consolidata e rafforzata, anche con l’introduzione di tecnologie innovative come l’alimentazione a idrogeno. Grazie all’azione sindacale, si è ottenuta la stabilizzazione di 114 lavoratori dopo anni di somministrazione, un primo segnale concreto di ricambio generazionale. È stato inoltre attivato per la prima volta un piano di uscite volontarie incentivato che ha coinvolto 402 lavoratori. Un’operazione che richiede monitoraggio per evitare ripercussioni future sull’occupazione. Chiediamo che vengano garantiti investimenti e volumi per dare continuità e prospettiva allo stabilimento e al suo indotto.
Scheda
Piano industriale Stellantis: aggiornamento situazione.
Nel corso del 2024 a seguito del peggioramento della situazione di mercato e produttiva, abbiamo chiesto di modificare il piano “Dare Foward 2030” proponendo modifiche e soluzioni aggiuntive, ma abbiamo riscontrato la contrarietà del Gruppo, in primis, dei vertici aziendali. Tutto questo è culminato con scioperi e manifestazioni a livello locale e poi con lo sciopero nazionale del settore auto di Fim-Cisl, Fiom-Cgil Uilm-Uil, del 18 ottobre con manifestazione a Roma e le conseguenti dimissioni del Ceo Carlos Tavares.
La nuova direzione Stellantis, si è poi presentata nei mesi successivi agli incontri istituzionali, con una impostazione diversa, integrando il piano industriale con nuove decisioni e investimenti, cogliendo alcune richieste poste dalle organizzazioni sindacali, dalle aziende della componentistica e dalle istituzioni. E’ necessario ora verificare il rispetto degli impegni annunciati e avere i riscontri concreti alle questioni che sono state poste, ma che non hanno avuto ancora risposte a partire da Gigafactory e Maserati. Alla luce di una forte difficoltà riteniamo necessario procedere successivamente nei prossimi mesi con approfondimenti e verifiche puntuali stabilimento per stabilimento ente per ente.
Di seguito, gli aspetti presenti nel piano “Foward 2030” con le modifiche/integrazioni più rilevanti emerse ad oggi nei vari incontri con il Gruppo Stellantis e con le istituzioni.
- Torino Manufacturing District
Polo produttivo di veicoli e componenti, dove l’a