Ci sono parole che, a forza di sentirle ripetere, rischiano di perdere significato. “Pace”, “Umanità”, “Terra” sembrano concetti troppo grandi, troppo astratti, per essere agiti nella vita quotidiana. Eppure, all’ultima assemblea del CNCA odv, questi termini sono tornati a pulsare di vita grazie ai racconti di giovani volontarie impegnate in prima linea. In Ecuador, in Grecia, ma anche nei territori italiani, c’è chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte. E lo fa con la forza delle azioni concrete, della cura e della testimonianza.
Il webinar “Voci dal mondo”, promosso all’interno della rete CNCA, ha dato voce a giovani protagoniste di esperienze di servizio civile internazionale e del progetto “Giovani VoCi – Volontari Cittadini” che si sono confrontate su come queste tre parole possano smettere di essere slogan e diventare prassi, etica, impegno. A introdurre l’incontro è stata Marina Galati, presidente del CNCA odv, che ha sottolineato l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni e ascoltare le loro esperienze senza filtri. La discussione tra le volontarie è stato condotto da Silvia Rizzato del direttivo del CNCA odv.
Terra – Elena, del Gruppo Vulcano di Bassano del Grappa, ha raccontato un’idea di ecologia radicata nell’arte e nella bellezza, con progetti di raccolta rifiuti e installazioni artistiche pensate per sensibilizzare la comunità. Vasiliki, dalla Grecia, ha acceso i riflettori sull’agricoltura sostenibile, denunciando l’uso di sostanze tossiche e richiamando alla riscoperta di pratiche contadine rispettose. E poi Giulia, in viaggio nell’Amazzonia ecuadoriana, a fianco di comunità che custodiscono, tra mille contraddizioni, un rapporto profondo e sacro con la terra.
Umanità – Non è una parola vuota, ma un filo che tiene insieme le relazioni, anche le più fragili. Giulia ha raccontato del suo lavoro con giovani migranti, spesso sole, spesso madri, e della possibilità di costruire legami veri, capaci di superare i confini dell’assistenza. Vasiliki ha parlato dell’inclusione come pratica quotidiana, attraverso il lavoro agricolo come strumento di autonomia per persone in difficoltà. Per entrambe, “umanità” è riconoscere l’altro e, nel farlo, ritrovare sé stessi.
Pace – La pace, è emerso con forza, non è un’utopia ma una costruzione quotidiana. Giulia ha parlato del suo desiderio di un futuro pacifico per l’Ecuador, dove la tensione sociale e politica spesso sembra togliere spazio alla speranza. Vasiliki ha raccontato la fatica di affrontare il discorso della pace in un contesto geopolitico complesso, ma anche la necessità di farlo, proprio perché difficile.
Le testimonianze hanno mostrato come Terra, Umanità e Pace non siano isole separate ma dimensioni interconnesse di un’unica visione del mondo. Un mondo che i giovani non si limitano a sognare, ma provano a cambiare. E lo fanno senza proclami, ma con la concretezza di chi sa stare nei territori, nei rapporti umani, nei conflitti.
Marina Galati, chiudendo l’incontro, ha ribadito come il volontariato è anche occasione di crescita e trasformazione per tutti e tutte: per chi parte, per chi resta, per la società intera. Le voci ascoltate non sono solo esperienze individuali, ma tracce di un cambiamento collettivo che passa per l’ascolto, la partecipazione, l’advocacy. E che, in silenzio, costruisce ogni giorno una nuova idea di mondo.
Alessia Pesci, Esecutivo nazionale CNCA
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