Innovare i concorsi pubblici: l’esperienza della Città di Milano

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Innovare i concorsi pubblici per riportare i talenti verso la PA: l’esperienza della Città metropolitana di Milano

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Attrarre talenti qualificati nella pubblica amministrazione rappresenta una sfida sempre più complessa, data la necessità di un ricambio generazionale, la forte concorrenza con il settore privato e le metodologie di selezione tradizionali. La Città Metropolitana di Milano, in collaborazione con Selexi, ha intrapreso un percorso di innovazione per modernizzare le proprie procedure concorsuali. Il recente concorso per istruttore amministrativo contabile rappresenta una testimonianza di come la Città Metropolitana di Milano stia implementando strategie volte a migliorare l’attrattività e l’efficacia dei processi di selezione del personale, con particolare attenzione alla valutazione delle competenze e del potenziale dei candidati, al fine di costruire una PA più dinamica e rispondente alle esigenze contemporanee

9 Luglio 2025

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Patrizia Licata

Giornalista

Foto di Frans Vledder su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/uomo-in-canotta-bianca-e-pantaloncini-neri-appeso-alla-barra-di-metallo-nero-sotto-il-cielo-blu-VT8l5wC_pTA

Le pubbliche amministrazioni lo sanno bene: reclutare personale è diventato sempre più complesso. Da un lato c’è il ricambio generazionale, dall’altro la concorrenza sempre più forte – sia tra enti pubblici che tra PA e settore privato – sui profili tecnici e digitali. Esiste anche il nodo degli stipendi, su cui le pubbliche amministrazioni hanno meno margini, ma anche il modo di condurre i concorsi pubblici non aiuta: procedure lunghe, selezioni con metodologie obsolete, scarsa capacità di valutare le soft skills possono allontanare i giovani. La Città Metropolitana di Milano si è trovata esattamente di fronte a queste sfide e, per superarle, ha deciso di puntare sull’innovazione delle procedure di selezione insieme al partner Selexi, in modo da diventare più agile, attrattiva e in linea con le esigenze del territorio.

Attrarre talenti nella PA con la flessibilità e la qualità del lavoro

La Città Metropolitana di Milano ha avviato già da alcuni anni un rinnovamento del proprio capitale umano, affiancata da Selexi, società specializzata nei servizi per la valutazione, la selezione e la formazione del personale nella PA. Questa collaborazione si è concretizzata in diverse procedure concorsuali, culminate nel 2024 con il concorso per istruttore amministrativo contabile. “Operiamo in un contesto tra i più dinamici d’Europa e dobbiamo essere all’altezza”, spiega Alberto Di Cataldo, Direttore del Dipartimento Risorse Umane e Organizzazione della Città metropolitana di Milano. “In un tessuto economico che genera l’11% del PIL italiano, servono competenze qualificate. Eppure, attrarre ingegneri, informatici e amministrativi giovani non è semplice”.

Il problema non è solo retributivo, ma culturale. “La PA non è più vista come un luogo dove costruire il proprio futuro professionale. Dobbiamo raccontarci meglio, mostrare che offriamo flessibilità e percorsi di crescita reali”, continua Di Cataldo. L’amministrazione ha puntato su leve non economiche per conquistare i giovani professionisti: smart working, conciliazione vita-lavoro e una dimensione organizzativa “a misura d’uomo”. “Non siamo né un Comune piccolo né una grande amministrazione in cui il singolo si perde. Chi entra qui cresce professionalmente in tempi rapidi”, prosegue Di Cataldo.

Un ruolo chiave è svolto anche dal processo di onboarding, avviato già dalla pubblicazione della graduatoria e completato con percorsi di ascolto, supporto psicologico e formazione continua.

“Abbiamo istituito uno sportello di ascolto interno di cui, nel 2024, hanno usufruito circa 300 dei 1040 dipendenti”, rivela Di Cataldo che prosegue: “Vogliamo conoscere davvero le persone, garantendo percorsi coerenti con le loro competenze e le loro esigenze di vita”.

Un esempio di innovazione: il concorso per istruttore contabile della Città Metropolitana di Milano

Nel 2024 è stato bandito un concorso per istruttore amministrativo contabile, con 18 posti disponibili e un concorso in presenza, che di per sé è già un modo di operare una selezione. Le domande pervenute sono state oltre 600 da tutta Italia e alla prova si sono presentati in 165.

Ed è proprio qui che si è concretizzato il valore della collaborazione con Selexi: la prova si è svolta in una sede dedicata, tecnologicamente attrezzata, in grado di ospitare oltre mille candidati contemporaneamente.

“Abbiamo voluto una sede dedicata: un concorso serio merita un contesto professionale”, evidenzia Ermanno MatassiDirettore Dipartimento Ragioneria Generale della Città metropolitana di Milano. La collaborazione con Selexi è stata determinante. La società ha curato ogni fase del processo, dalla gestione logistica alla somministrazione informatizzata delle prove scritte, fino all’analisi dettagliata dei risultati. Le prove scritte – in parte a risposta chiusa e in parte a risposta aperta, al fine di valutare la capacità di espressione scritta e di organizzazione del pensiero dei candidati – sono state digitalizzate e gestite in modo trasparente. In mezz’ora la commissione aveva già accesso ai risultati e alle analisi statistiche. “Questo ci ha permesso di ottimizzare tempi e risorse”, precisa Matassi.

L’orale, poi, è stato strutturato su una lettura e commento di articoli delle norme oggetto di concorso, per valutare la capacità argomentativa e chiarezza espositiva, più che la sola memoria. Il risultato? In soli quattro mesi la procedura si è conclusa con 50 idonei e una graduatoria utile anche per i Comuni del territorio.

Selexi, tecnologia e metodo al servizio della selezione

“La piattaforma integrata di Selexi segue tutto il ciclo di vita di un concorso: iscrizione, prove, valutazione, pubblicazione. Ma il nostro obiettivo è ancora più ambizioso: aiutare la PA a selezionare in base alle competenze e al potenziale e non solo alle conoscenze”, afferma Stefano Bazzini, CEO di Selexi.

Tra i servizi offerti da Selexi ci sono la progettazione delle prove, l’analisi predittiva dei risultati, la gestione informatizzata delle prove scritte e l’infrastruttura tecnologica (sia per test in presenza che da remoto). “L’ambiente concorsuale deve essere coerente con il messaggio di professionalità che l’ente vuole trasmettere. Per questo mettiamo a disposizione non solo tecnologia, ma anche contesti organizzativi che migliorano l’esperienza del candidato”, evidenzia Bazzini.

Il valore aggiunto di Selexi è anche metodologico: la società può affiancare le amministrazioni in percorsi che integrano la valutazione delle soft skills e la personalizzazione dei processi di selezione.

Concorsi orientati al potenziale: un modello replicabile

Un elemento è chiaro: per attrarre le nuove generazioni verso la PA occorre superare i concorsi basati solo sulla conoscenza normativa. Servono strumenti per valutare flessibilità, motivazione, capacità relazionale. Ed è qui che entra in gioco il contributo dei partner esterni.

“Un soggetto come Selexi potrebbe aiutarci non solo nella logistica e nella tecnologia, ma anche nella fase preliminare: analisi dei curricula, screening dei profili, persino valutazioni social”, afferma Matassi. “La PA non è ancora attrezzata per farlo, ma è ciò di cui abbiamo bisogno per selezionare davvero le persone con le giuste motivazioni”.

Il rischio, altrimenti, è quello di formare ottimi candidati per poi perderli subito. Per questo l’amministrazione guarda con interesse a pacchetti completi, che includano anche supporto nella fidelizzazione e nei percorsi di crescita post-assunzione.

“Con la giusta visione strategica, strumenti digitali avanzati e il supporto di partner come Selexi, è possibile costruire processi più rapidi, trasparenti e capaci di valorizzare davvero le persone”, afferma Bazzini. “È una strada che molte amministrazioni, oggi, dovrebbero intraprendere per non perdere la sfida più importante: quella del capitale umano”.

Infatti, la Città Metropolitana di Milano non intende fermarsi nel suo percorso di innovazione della selezione. “Dobbiamo continuare a ringiovanire l’organico e coprire profili tecnici sempre più rari sul mercato”, afferma Di Cataldo. “L’ibridazione delle competenze, la digitalizzazione, l’uso intelligente dei dati saranno le chiavi delle prossime selezioni”.

In questo, partnership come quella con Selexi possono fare la differenza, conclude Di Cataldo: “Chi ci affianca deve saper innovare con noi. Il supporto tecnologico e la metodologia sono ambiti su cui costruire insieme il reclutamento del futuro”.

Recapiti
di Patrizia Licata