Questa fase è come il primo appuntamento: se non c’è chiarezza, se non c’è chimica, non si va da nessuna parte. È quel momento in cui il tuo cliente ti racconta chi è, cosa fa, quello che sogna e — spoiler — che a volte non sa fino in fondo. Qui entriamo in scena noi, che facciamo un po’ da psicologo in questo caso: ascoltare, fare domande scomode, scavare dentro. Un briefing ben fatto non si limita a stabilire dei semplici obiettivi (ad esempio “vogliamo più visibilità”), ma esplora l’identità, i valori, il tone of voice e la differenziazione rispetto ai competitor. Non è raro che già solo in questa fase l’azienda stessa riesca a conoscersi meglio e a capire davvero cosa vuole comunicare e come, con le Pubbliche Relazioni.
Analisi & Ricerca: come gli archeologi della comunicazione
Dopo il briefing, inizia la fase che definiremmo più nerd, quindi: ricerca, analisi dei competitor, lo studio delle abitudini del target, la mappatura dei media. È qui che si costruiscono le basi per la strategia di ottime Pubbliche Realazioni. Perché nessuna idea creativa nasce dal nulla: anche la più brillante si basa su dei dati solidi.
Cosa valutiamo in questa fase:
– I messaggi che hanno funzionato in passato (e quelli che non hanno funzionato);
– La percezione attuale del brand;
– I media sui quali si vuole essere presenti e con quali claim di comunicazione;
– I trend che possono essere cavalcati per valorizzare il messaggio.
Senza questa fase non esiste “wow” che tenga.
Strategia creativa: la magia che non è magia
Ora si inizia a giocare di idee. Attenzione però: non è niente di casuale. Ogni concept nasce dalla combinazione tra la personalità del brand e i desideri (talvolta inespressi) del target.
L’originalità nelle PR non basta: bisogna essere rilevanti.
In questa fase si definiscono i key message, i claim, le collaborazioni strategiche. Dopo decine di tentativi, discussioni, bozze strappate e riscritte, ad un certo punto, qualcuno del team dirà: “Ok, l’abbiamo trovata”. E saranno finalmente tutti d’accordo con la proposta da presentare al cliente.
Pianificazione e preparazione: la regia delle PR
Dopo l’approvazione del concept, inizia la preparazione vera e propria: qui non si parla di social o di un piano editoriale generico, ma di Traditional PR, pura e orchestrata. Si definiscono con precisione i comunicati stampa da redigere, le testate da coinvolgere, le interviste da pianificare, i giornalisti da contattare uno a uno (con email personalizzate, non con invii massivi!). Si organizzano eventuali conferenze stampa o incontri riservati, si stabiliscono le modalità per ottenere copertura mediatica mirata e qualificata.
Non ultimi per importanza, si fissano i KPI:
-Quante testate coinvolgere?
-Quante interviste ottenere?
-Quali rubriche o format puntare a presidiare?
-Che tipo di percezione vogliamo generare sul brand?
Tutto deve funzionare come un’orchestra ben accordata: dalla prima nota (il primo contatto con i giornalisti) fino all’ultima (la pubblicazione finale). Ogni dettaglio fa la differenza e nulla è lasciato al caso.
La messa in scena: quando il brand entra sul palco
Giorno X. Tutto è pronto e l’adrenalina è alle stelle. Ogni comunicato è stato inviato, ogni intervista pianificata, ogni invito consegnato. Durante questa fase, il monitoraggio è fondamentale: si controllano la copertura mediatica, le risposte dei giornalisti, i primi segnali di percezione. Se necessario, si interviene subito per correggere la rotta e sfruttare al massimo le opportunità che emergono in tempo reale. È come un debutto teatrale: puoi provare e riprovare, ma alla fine il vero giudice è sempre il pubblico.
Monitoraggio & gestione post-lancio: mai abbassare la guardia!
Quando la fase calda si chiude, non si spegne la luce. Anzi! È il momento di tirare le somme, verificare i risultati, analizzare la copertura ottenuta e valutare la qualità dei contatti avviati. Si confrontano i KPI stabiliti, si ascolta la community e si costruisce un report dettagliato per capire cosa ha funzionato, dove si è superato e cosa si può migliorare per la prossima volta. Questa fase è fondamentale per alimentare il valore della PR nel tempo e non fermarsi mai al singolo “colpo di scena”.
L’effetto wow: un momento magico
Non è solo il like o l’articolo in prima pagina. È quel momento preciso in cui il cliente realizza che la comunicazione non è solo visibilità: è una trasformazione, una relazione. È quando la community parla del brand come di un amico, quando le persone vogliono farne parte, consigliarlo, difenderlo. Dalla psicologia del briefing alla precisione strategica, passando per la creatività e l’esecuzione impeccabile, tutto converge qui: non essere solo visti, ma essere scelti. La comunicazione efficace è un invito, non un inseguimento. La prossima volta che vedrai una campagna PR che ti lascia a bocca aperta, ricordati che dietro ci sono notti insonni, brainstorming infiniti e un team che ci crede davvero.
E tu, sei pronto a scoprire il tuo “wow” insieme a noi? 💜🚀