Guida pratica: come scegliere il team building giusto per il tuo team!

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Lo scopo principale dei team building è sostanzialmente uno: creare gruppi di lavoro più coesi, efficaci e motivati

L’importanza primaria del team, intenso come un sistema interdipendente con impatto determinante sulla produttività aziendale, si iniziò a comprendere già a partire dagli anni ‘20 e ‘30, con gli studi di Elton Mayo (esperimenti di Hawthorne). 

Tramite migliaia di interviste e test alla Western Electric di Chicago, questo teorico sociale e psicologo industriale scoprì che migliorando le condizioni, aumentavano anche soddisfazione e rendimento dei lavoratori. 

Fù la prima volta nella storia che venne evidenziata la stretta relazione tra clima organizzativo e performance e, di conseguenza, che si cominciò dare sempre più importanza a fiducia, comunicazione e motivazione come leve per influenzare direttamente i risultati.

Tra gli anni ‘50 e ‘70, nelle Aziende americane e inglesi presero piede i primi programmi strutturati di organizational development, con momenti di formazione esperienziale e di socializzazione per:

  • migliorare la collaborazione e ridurre i conflitti interni
  • favorire la fiducia e la conoscenza reciproca
  • potenziare le competenze trasversali (soft skills)
  • costruire un’identità di squadra oltre i ruoli gerarchici

É stata poi l’esigenza di tradurre questi bisogni in esperienze pratiche a dare vita al team building così come lo conosciamo oggi, con attività pensate per allenare capacità relazionali e rinsaldare i legami tra colleghi in contesti diversi da quello lavorativo quotidiano.

Oggi il team building viene considerato un vero e proprio strumento strategico per costruire team di lavoro uniti, rafforzare lo spirito di squadra e migliorare le performance.

Tuttavia, per ottenere risultati concreti e duraturi, è fondamentale scegliere l’attività giusta. 

In questa guida pratica offriamo suggerimenti e criteri utili per selezionare il team building più adatto ad esigenze e obiettivi aziendali, al fine di massimizzare i benefici di questa esperienza.

Guida pratica: i fattori da valutare per scegliere il team building giusto

Il punto di partenza per scegliere il team building giusto da proporre alla propria squadra di lavoro consiste nell’analizzare in profondità il proprio team.

Ogni squadra è unica ed è composta da persone che hanno età, competenze, ruoli e personalità differenti. Non solo: anche il clima interno cambia a seconda dei gruppi: ci sono infatti team già molto affiatati che necessitano solo di staccare la spina e ricaricare le energie e altri che si trovano invece in una situazione più delicata e hanno bisogno di ritrovare immediatamente la rotta.

Come primo step è quindi essenziale effettuare una precisa “analisi interna” per rispondere a domande come:

  • chi compone il mio team? 
  • quali sono le dinamiche di leadership?
  • com’è il clima attuale? 
  • quali sono i bisogni concreti?

Ottenere queste risposte è fondamentale per capire quale direzione prendere e ad evitare scelte standardizzate che non rispondono alle reali esigenze della squadra.

Occorre poi fissare uno o più obiettivi, ovvero stabilire quali risultati si vogliono ottenere e “portare in ufficio” al termine dell’attività. Questo è importante, in quanto ogni team building è progettato per garantire il raggiungimento di specifici scopi, come ad esempio stimolare la creatività, aumentare la collaborazione, favorire la leadership diffusa, conoscersi meglio, ecc.

Definire un traguardo chiaro permette di selezionare attività mirate e di valutare poi l’efficacia con maggiore consapevolezza.

Gli step successivi richiedono la definizione del budget (utile ad individuare i format che si allineano con le e risorse a disposizione), delle tempistiche, che vanno ad incidere non solo sull’organizzazione, ma anche sulla profondità delle dinamiche che si possono innescare e della location, anche per decidere se il team building deve essere indoor, outdoor, di persona oppure online.

Infine, una parte spesso sottovalutata ma fondamentale: la scelta dell’organizzatore.

Anche il miglior team building, se gestito in modo improvvisato o affidato a persone senza esperienza specifica, rischia di perdere buona parte della sua efficacia

Un partner competente può invece fare la differenza, perché aiuta a costruire un percorso su misura per il team, guidando l’Azienda nella definizione degli obiettivi e proponendo soluzioni adatte alle dinamiche del gruppo, anche customizzando completamente l’esperienza.

Ad esempio, realtà specializzate come Teambuilding Experience offrono un’ampia gamma di attività studiate proprio per stimolare collaborazione, comunicazione, creatività o gestione dello stress. Ma, soprattutto, mettono a disposizione facilitatori esperti, capaci di leggere il clima del team e gestire anche momenti delicati o eventuali tensioni, trasformandoli in opportunità di crescita collettiva. Inoltre, vanno a personalizzare il format per renderlo 100% su misura di chi deve prenderne parte.

Questo permette all’Azienda di concentrarsi sugli obiettivi del team, affidando la parte logistica e metodologica a chi sa farne un vero strumento di sviluppo organizzativo.

Gli errori da evitare nell’organizzazione di un team building

Un errore frequente che si compie quando si decide di organizzare un team building per la propria squadra di lavoro è lasciarsi tentare da proposte spettacolari o sfide particolarmente elaborate.

Il pensiero “più è difficile, più sarà utile” non vale in questo mondo. 

Anzi, spesso attività troppo complesse o altamente competitive ottengono l’effetto opposto: mettere a disagio molti partecipanti, tagliare fuori i dipendenti più riservati, generare ansia ed esasperare la competizione a discapito della collaborazione. 

Il consiglio? Prediligere attività più semplici, in grado di stimolare la cooperazione, far sentire a proprio agio ogni partecipante e generare un clima positivo e piacevole.

Altro errore tipico: scegliere un’attività in base a ciò che piace al manager o a chi organizza, senza guardare a gusti, attitudini e personalità dei membri del gruppo. 

Se il team building non tiene conto delle differenze rischia di risultare forzato o poco inclusivo, con alcune persone che si sentono escluse o fuori posto. Meglio sondare prima il terreno e scegliere attività vicine alla sensibilità del gruppo, così da garantire a tutti una partecipazione serena e autentica.

Infine, uno degli errori più sottovalutati: pensare che il team building termini con la giornata stessa. Il vero valore di queste esperienze si consolida nel tempo. 

Organizzare un momento di confronto successivo, come il debriefing proposto da Teambuilding Experience, permette di raccogliere feedback, capire cosa ha o non ha funzionato e quali dinamiche positive sono nate e possono essere coltivate anche sul lavoro.

Si tratta di un follow-up che non solo aiuta a fissare nella memoria collettiva i momenti significativi vissuti insieme, ma offre spunti preziosi per migliorare la coesione del team nel quotidiano e progettare attività future sempre più efficaci.

Giuda pratica: esempi e idee di team building di successo

Oggi il team building offre una varietà incredibile di esperienze, capaci di adattarsi a obiettivi, gusti e dinamiche molto diverse. Tra i più diffusi e popolari troviamo: 

  • team building creativi: attività perfette per stimolare la fantasia, la capacità di uscire dagli schemi e il lavoro collettivo su un progetto comune. Si tratta spesso di esperienze che puntano sull’espressione artistica o sul pensiero laterale, permettendo di conoscersi sotto una luce completamente nuova.
  • Team building musicali: esperienze che uniscono ritmo, ascolto reciproco e divertimento, favorendo una connessione emotiva immediata. Il risultato è una sensazione di sincronia e appartenenza che rafforza i legami e abbatte barriere.
  • Team building cooking & food: cucinare insieme è un’attività che permette di rompere il ghiaccio, abbattere le gerarchie e creare momenti di convivialità autentica. Che sia una cooking class guidata da chef o una sfida culinaria a squadre, questo tipo di esperienza aiuta a mettere in gioco doti organizzative, problem solving e, soprattutto, a godersi la gratificazione finale di un piatto condiviso.
  • Team building sport e avventura: esperienze pensate per portare il team fuori dagli spazi abituali, in una situazione “fuori comfort zone”, per sviluppare fiducia reciproca, capacità di affrontare l’imprevisto e di lavorare insieme sotto pressione. Dalle prove di orienteering nei boschi alle gare in macchina o barca, queste esperienze stimolano lo spirito di squadra e fanno emergere leadership diffuse in modo spontaneo.
  • Team building sociali e solidali: attività che uniscono team building e responsabilità sociale, facendo bene anche alla comunità, per rinsaldare i valori condivisi. Attività come il Charity Bike Building, in cui si costruiscono biciclette da donare a enti benefici, accrescono il senso di appartenenza non solo all’Azienda, ma a una comunità più ampia. E lasciano un ricordo positivo e significativo.
Recapiti
Davide Lentini