‘118’: un numero che salva la vita, dietro al quale in Emilia-Romagna, da 35 anni, si muove un’intera comunità di medici, infermieri, operatori sanitari, volontari soccorritori che ogni giorno, 24 ore su 24, sono pronti a prestare rapidamente soccorso ai cittadini in situazioni di emergenza. Intervenendo spesso in frangenti delicatissimi e salvando vite umane.
Era il 1990 quando, in occasione dei mondiali di calcio, venne sperimentato a Bologna - prima città in Italia assieme a Udine - il 118 come numero unico e gratuito di chiamata per le emergenze sanitarie. Ma il servizio vero e proprio come lo è oggi, fu istituito due anni dopo con il decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992, che sancì l’istituzione delle centrali operative di allarme sanitario 118, adottando a livello nazionale l’esperienza di Bologna.
Ma si deve andare ancora più indietro nel tempo, per capire dove affonda le sue radici il 118, esattamente all’anno 1967, quando Paolo Nanni Costa e Vittorio Sabena, rispettivamente responsabile del servizio di rianimazione e direttore sanitario dell’Ospedale Maggiore di Bologna, pensarono di “portare l’ospedale sulla strada”, ovvero di centralizzare l’organizzazione del soccorso medico in città.
Fino a quel momento non esisteva alcun tipo di coordinamento tra mezzi di soccorso e gli ospedali: di fronte a questa situazione, nacque l’idea di realizzare una Centrale operativa unica, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, per coordinare i soccorsi, che prese il nome di CePIS (centro di pronto intervento Sanitario). Il percorso messo in moto nel 1967 si realizzò pienamente nel 1980, quando i soccorsi alle vittime della strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, coordinati da Marco Vigna, allora a capo del servizio, misero in luce l’efficacia del sistema. A novembre di quello stesso anno venne fondata, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, la prima centrale operativa unica per il soccorso e il trasporto in Italia chiamata “Bologna soccorso”, un nome che conserva ancora adesso.
Negli anni immediatamente successivi il progetto bolognese venne scelto dalla Regione come punto di riferimento per tutto il territorio, avviando una vera e propria rivoluzione culturale nell’organizzazione del soccorso: non più semplice trasporto, ma situazione di osservazione e mantenimento delle funzioni vitali del paziente fino all’arrivo in ospedale.
In occasione dei mondiali di calcio del 1990 fu quindi naturale scegliere Bologna come prima città in Italia, insieme a Udine, in cui sperimentare l’attivazione del numero unico di soccorso sanitario 118. Due anni dopo il Presidente della Repubblica, con decreto 27 marzo 1992, sancì l’istituzione delle centrali operative di allarme sanitario 118, adottando a livello nazionale l’esperienza sperimentata a Bologna.
Intanto, mentre si andava affermando a livello nazionale, il soccorso di emergenza in Emilia-Romagna continuava a far registrare nuovi primati. Nel giugno del 1986 un elicottero opportunamente equipaggiato interveniva per un incidente stradale sull’A1, inaugurando così il primo servizio regionale di elisoccorso. Pochi anni dopo, nel 1992, la centrale operativa “Bologna Soccorso” è stata la prima in Italia ad essere completamente informatizzata.
Venendo a tempi recenti, anche grazie all’esperienza e all’efficienza della complessa macchina organizzativa del 118, in Emilia-Romagna è stato possibile attivare progressivamente (dal 3 dicembre 2024 al 1^ aprile 2025) su tutto il territorio il NUE Numero Unico Europeo 112, per richiedere con una sola chiamata l’intervento della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, del Soccorso sanitario e del Soccorso in mare. /EC
Il 118 per le alluvioni del 2023 e del 2024
Durante le alluvioni del 2023 e 2024 per due giorni sono state oltre 100 le ambulanze messe a disposizione dalle associazioni di volontariato. Tra i tanti interventi anche quello per trarre in salvo, sabato 20 maggio 2023, l’equipaggio dell’elicottero precipitato nelle campagne di Belricetto di Lugo, nel Ravennate. Il velivolo era impegnato in una ricognizione delle linee elettriche danneggiate dall’alluvione. A bordo quattro persone, tutte tratte in salvo dai Vigili del fuoco. Entro cinque minuti dall’incidente il 118 ha utilizzato la video chiamata per eseguire il triage dei pazienti, ha inviato tre elicotteri di soccorso, ha centralizzato i traumi al Bufalini di Cesena e al Maggiore Bologna in tempi rapidi, a testimonianza di una efficace ed efficiente capacità di gestione delle patologie tempo dipendenti e della capacità di sinergia anche durante fasi di maxi emergenza.