Sindaci, amministratori e cittadini insieme per rilanciare un’azione concreta di pace. Ecco come partecipare all’iniziativa e sottoscrivere il manifesto.
Una “offensiva di pace” che parte dai territori
Viviamo tempi in cui la parola pace sembra diventata scomoda, fuori dal dibattito pubblico e messa in secondo piano dalle logiche di potenza e riarmo. Eppure, dal basso, una nuova energia sta crescendo. Decine di sindache, sindaci e amministratori locali in tutta Italia hanno deciso di fare un passo oltre le competenze istituzionali per promuovere una vera offensiva di pace.
Non si tratta solo di un appello ideale, ma di una proposta concreta che parte dalle comunità e mira a costruire relazioni di cooperazione e mutuo vantaggio, anche con le popolazioni colpite dai conflitti.
Oggi più che mai, abbiamo bisogno di una nuova strategia europea e globale che scelga la nonviolenza come metodo e la cooperazione come obiettivo.
La pace è una scelta politica (e locale)
Come ricordano i promotori del Manifesto per una Offensiva di Pace, tra cui Leonardo Becchetti (NeXt Economia e Movimento Europeo di Azione Nonviolenta), la pace non è solo un valore, ma un investimento.
Dalla CECA dei padri fondatori dell’Unione Europea alla missione di La Pira ad Hanoi, la storia ci insegna che la sicurezza non si costruisce solo con le armi, ma soprattutto con relazioni positive, accordi di cooperazione, educazione al dialogo e scelte lungimiranti.
E i comuni possono essere protagonisti. Come? Attraverso:
- Gesti simbolici e materiali (digiuni, raccolte fondi, eventi di sensibilizzazione);
- Gemellaggi tra territori colpiti dalla guerra e città italiane;
- Progetti educativi e scuole di pace nei quartieri e nelle scuole;
- Sostegno attivo alle popolazioni colpite da conflitti armati, come Palestina e Ucraina.
Cooperazione dal basso: un’alternativa concreta alla guerra
Contrastare la logica del “più armi = più sicurezza” è possibile, se ripartiamo dai territori. I conflitti, oggi, non si combattono solo sui fronti geopolitici ma anche nelle periferie urbane, nei social network, nei dibattiti pubblici.
Serve allora un nuovo protagonismo civico e istituzionale. Serve un’alleanza tra amministratori locali, cittadini e organizzazioni per rilanciare la cultura del dialogo, la gestione nonviolenta dei conflitti e la costruzione attiva della pace.
Come ci ricorda il Manifesto, “uno con uno fa più di due”: la cooperazione è l’azione intelligente dell’umanità.
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Se credi che sia il momento di cambiare rotta.
Se pensi che anche il tuo Comune possa diventare protagonista della pace.
Se vuoi costruire una rete di città che scelgano la cooperazione come via per la sicurezza comune…
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