Attenzione agli over 75 seguiti dalle strutture sanitarie per asma, diabete o scompenso cardiaco. Spi Cgil: «Il climate change è ormai un dato di fatto, necessaria la contrattazione climatica con Comuni e aziende sanitari»
Venezia, 18 luglio 2025. Si chiama contrattazione climatica e, secondo lo Spi Cgil, deve diventare una nuova frontiera nel dialogo fra sindacati dei pensionati e amministrazioni locali. Perché ormai il climate change è una certezza, come le temperature sempre più roventi che si registrano d’estate e che possono diventare una vera e propria emergenza soprattutto per le fasce più fragili della popolazione, anziani in testa.
Partendo da questo presupposto, lo Spi Cgil del Veneto ha calcolato che nella nostra regione il caldo estremo, come quello esploso nel mese di giugno, può rappresentare un vero e proprio pericolo soprattutto per un terzo degli ultra75enni residenti sul territorio. Parliamo di circa 200 mila soggetti che, secondo l’ultima relazione sociosanitaria predisposta da Palazzo Balbi, sono seguiti nelle strutture locali per problemi che vanno dallo scompenso cardiaco all’asma fino al diabete. Sono queste, infatti, le principali cronicità che, con temperature elevate, possono creare complicazioni, purtroppo anche letali, a chi ne soffre.
In tale contesto, il sindacato dei pensionati della Cgil veneta chiede anche massima attenzione da parte dei territori per i circa 300 mila ultra75enni che vivono potenzialmente da soli, perché vedovi/e, divorziati/e o celibi/nubili e, più in generale, per tutti i 315 mila over 65 non autosufficienti residenti in Veneto.
Le malattie croniche, purtroppo, sono uno dei principali problemi per gli anziani, alcuni dei quali presentano anche due o più cronicità. La relazione sociosanitaria della Regione segnala, nel 2023, 56.215 over 75 seguiti dalle strutture sanitarie per scompenso cardiaco (circa 25 mila uomini e 31 mila donne). Sono poco meno di 130 mila (circa 75 mila uomini e 65mila donne) quelli seguiti per diabete e 13 mila e 700 (circa 5 mila uomini e 8 mila e 800 donne) per asma. In pratica parliamo di 200 mila persone, un terzo degli ultra75enni veneti, prevedendo, per comodità, che nessuno di questi sia in cura per due o più malattie croniche.
Anche gli anziani che vivono soli sono soggetti da monitorare con più attenzione rispetto a chi vive in coppia o in famiglia. In Veneto se ne contano circa 300 mila, 65mila uomini e 235mila donne. Caldo estremo e solitudine sono due fattori potenzialmente pericolosi.
E proprio a fronte di questi numeri e di temperature sempre più elevate – nella nostra regione a giugno si sono registrati in media 3,4 gradi in più rispetto allo stesso periodo del 2024 – si rendono necessari da parte delle amministrazioni locali interventi ad hoc, come i rifugi climatici, la riorganizzazione “verde” dei centri cittadini, la fornitura gratuita e temporanea di climatizzatori. Tutti elementi che possono essere centrali nell’ambito della contrattazione sociale.
«L’estate è un periodo molto delicato per gli anziani – commenta Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil -. Da sempre chiediamo attenzione per quelli che vivono soli, perché in questi mesi il rischio isolamento ed emarginazione è molto elevato. Visto però che la crisi climatica è una realtà con cui dobbiamo convivere e dato l’aumento delle temperature registrate a giugno, la contrattazione climatica deve rientrare stabilmente nell’ambito della negoziazione sociale che da sempre vede i sindacati dei pensionati confrontarsi con sindaci, assessori e Aulss sulle questioni che riguardano gli anziani».
È infatti fondamentale ripartire dalla riorganizzazione delle città dove il problema è più drammatico. «È necessario operare sulla progettazione delle città – prosegue Biancardi -: intervenire sulla cementificazione con asfalti drenanti, meno pavimento e più verde, energie rinnovabili per la mobilità pubblica. Va prevista una riprogettazione che permetta l’adattamento delle città alle nuove temperature. Lo Spi suggerisce anche la realizzazione dei rifugi climatici, zone al coperto dove, chi non ce l’ha, può godere del conforto dell’aria condizionata. Tutto ciò rientrerà nelle nostre piattaforme dedicate alla contrattazione sociale, nella speranza che enti locali e aziende sanitarie accolgano e realizzino le nostre proposte».