29 luglio 1975: la legge 405 istituisce i consultori familiari. Dopo 50 anni la situazione non è delle più rosee.
Era il 29 luglio del 1975 quando la legge 405 istituì i consultori familiari, veri e propri servizi di prossimità multidisciplinari a tutela della salute della donna, del bambino, della coppia e delle famiglie. Nati dall’elaborazione e dalle lotte dei movimenti delle donne, i consultori hanno fatto la storia dei diritti e della salute di intere generazioni nel nostro Paese, diventando, con l’arrivo della 194, anche il luogo della libertà di scelta delle donne – almeno sulla carta.
A 50 anni dalla loro nascita però la realtà è lontana dall’idea originale: sono troppo pochi (1 ogni 32.000 abitanti, invece che 1 ogni 20.000) e hanno bisogno di personale – psicologhe/i, ginecologhe/i, ostetriche, assistenti sociali, mediatrici e mediatori culturali. I ripetuti tagli alla sanità pubblica, infatti, ne hanno ridotto drasticamente il numero e il personale sanitario, sociosanitario e amministrativo che ci lavora.
Da qui nasce la mobilitazione lanciata da Cgil e FP Cgil che prevede assemblee nei luoghi di lavoro, volantinaggi capillari, una sensibilizzazione tramite i social per riaffermare il ruolo dei consultori e la necessità di finanziarli e potenziarli. “I consultori – affermano Cgil e FP Cgil – devono tornare ad essere il luogo privilegiato della presa in carico per tutti i bisogni di salute previsti dalla legge che li ha istituiti, innovandone le pratiche, garantendo a chi ci lavora condizioni di lavoro adeguate e formazione continua“.
“Occorrono assunzioni mirate in tutte le Regioni di modo da garantire equipe multidisciplinari, senza obiettori di coscienza, e permettere: percorsi assistenziali e di presa in carico – anche psicologica – per tutto l’arco della vita, la piena applicazione della Legge 194 e delle Linee di indirizzo del ministero della Salute sull’interruzione volontaria di gravidanza, e percorsi nascita per tutte le famiglie con neonati/e entro sette giorni dalla nascita e per almeno sei mesi”. Cgil e Fp sottolineano poi che “va impedita la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti all’interno dei consultori”.
Le rivendicazioni
- Assicurare in tutto il Paese i livelli assistenziali previsti dalla normativa inserendo nel Fondo Sanitario Nazionale un finanziamento aggiuntivo e vincolato per i consultori pubblici.
- Assunzioni mirate in tutte le regioni per garantire équipe multidisciplinari.
- Percorsi assistenziali e di presa in carico – anche psicologica – per tutto l’arco della vita: adolescenza, gravidanza, post-parto, allattamento, infertilità, menopausa, post-menopausa.
- Offerta gratuita di tutti i metodi contraccettivi e di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse
- La piena applicazione della Legge 194 e delle Linee di indirizzo del Ministero della Salute sulla interruzione volontaria di gravidanza con la possibilità di ricorrere all’IVG farmacologica fino alla 9a settimana.
- Percorsi di reclutamento mirati per personale non obiettore di coscienza.
- Impedire la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti all’interno dei consultori.
- Il Percorso Nascita per tutte le famiglie con neonati/e entro 7 giorni dalla nascita e per almeno 6 mesi: assistenza domiciliare, sostegno all’allattamento, supporto all’accudimento.