Charles Joughin: il panettiere del Titanic che sopravvisse all’oceano (e al whiskey)

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Certe storie non galleggiano mai in superficie.

Quella di oggi arriva dal fondo dell’oceano…

e sa di pane caldo e whiskey.

C’era una volta un uomo a bordo di una nave leggendaria.

Non era un ufficiale. Né un ricco passeggero.

Era il panettiere.

E amava due cose: impastare e bere.

Quando il gelo dell’Atlantico fece scricchiolare lo scafo sotto i suoi piedi,

lui non scappò.

Si alzò. Bevve. E fece quello che sapeva fare:

divise razioni di pane alle scialuppe, per chi sarebbe sopravvissuto più a lungo.

Poi tornò in cabina. E continuò a bere.

Lo chiamavano al comando di una scialuppa.

Ma lui cedette il posto.

Restò.

A gettare in mare sedie, pezzi di legno, tutto ciò che potesse galleggiare.

Con calma.

Con un bicchiere in mano.

Quando la nave si spezzò in due,

si tuffò.

Nuotò per ore tra le onde gelide.

Non perse mai la lucidità.

Né il coraggio.

“Egli ammise di aver accusato poco il freddo, molto probabilmente a causa dell’alcool che aveva ingerito durante la notte. Grandi quantità di alcool, che è un vasodilatatore, in genere aumentano il rischio di morte per ipotermia, ma pare anche che l’alcool sia capace di proteggere dalla fibrillazione ventricolare a basse temperature interne e da lesioni da freddo. Verso le 4 avvistò la zattera pieghevole B, rovesciata, che inizialmente scambiò per un pezzo del relitto. Non c’era posto per lui sull’imbarcazione, che conteneva già una trentina di persone, e fu così costretto a rimanere in acqua. Il collega cuoco Isaac Maynard lo riconobbe e lo prese per mano. Joughin venne tratto in salvo insieme agli altri superstiti della zattera B dal RMS Carpathia, scoprendo di avere i piedi gonfi”.

Lo tirarono fuori dall’acqua con i capelli ancora asciutti.

E un sorriso stanco sulle labbra.

Non finì lì.

Visse.

Panificò.

Bevve.

Superò altri due naufragi.

E visse abbastanza (78 anni) da raccontare la sua storia.

Sulla sua lapide, niente retorica.

Solo una frase incisa:

“Il panettiere del Titanic.”

 A volte i veri eroi non impugnano spade.

Impugnano un mestolo.

E una fiaschetta.

Bonus

Ecco 10 curiosità poco note ma verificate sul naufragio del Titanic:

1. Il razzo bianco fu un errore fatale

I razzi di segnalazione sparati dal Titanic erano bianchi, usati normalmente per richiamare attenzione senza segnalare pericolo. La nave più vicina, la Californian, li vide… ma pensò a una festa a bordo. Non intervenne.

2. Non c’erano binocoli nel posto giusto

I vedette nella coffa non avevano binocoli. Perché? La chiave dell’armadietto era stata portata via da un ufficiale rimosso all’ultimo momento. Cercarono l’iceberg… a occhio nudo.

3. Il Titanic trasportava anche un’auto

Una Renault Type CB Coupé de Ville del 1912 fu caricata a bordo e andò persa nel naufragio. È la stessa auto che compare nella celebre scena d’amore del film di James Cameron.

4. La band continuò a suonare fino alla fine

I musicisti dell’orchestra rimasero a suonare anche mentre la nave affondava, cercando di mantenere la calma tra i passeggeri. Nessuno di loro sopravvisse. L’ultimo brano? Forse “Nearer, My God, to Thee”, ma non c’è certezza.

5. Un romanzo aveva previsto tutto… 14 anni prima

Nel 1898, lo scrittore Morgan Robertson pubblicò “Futility”, la storia del “Titan”, un’enorme nave che affondava nell’Atlantico dopo aver colpito un iceberg. Le somiglianze con il Titanic sono incredibili.

6. Il Titanic aveva un giornale a bordo

Si chiamava Atlantic Daily Bulletin. Stampato ogni giorno, riportava notizie via radio, risultati sportivi, pubblicità e persino il menu del giorno. Un quotidiano… in mezzo all’oceano.

7. Molti cani a bordo, ma solo tre sopravvissero

C’erano almeno 12 cani di passeggeri sul Titanic. Solo tre (due Pomerania e un Pechinese) furono messi sulle scialuppe e si salvarono. I padroni li avevano nascosti nei cappotti.

8. Il Titanic trasportava anche mummie?

Una leggenda narra che tra i reperti a bordo ci fosse una mummia egizia “maledetta”, destinata al Museo Metropolitano di New York. È un falso: non ci sono documenti che confermino il carico.

9. Il Titanic si spezzò in due — ma nessuno ci credeva all’epoca

I sopravvissuti raccontarono che la nave si era spezzata in due. Ma per anni la compagnia White Star Line negò tutto. Solo nel 1985, con il ritrovamento del relitto, si ebbe conferma.

10. A bordo c’era un pastore tedesco… eroe

Uno dei cani presenti sul Titanic si chiamava Rigel, un pastore tedesco nero appartenente a un marinaio. Secondo alcune testimonianze (non ufficiali ma tramandate dai soccorritori), dopo il naufragio Rigel nuotò tra i relitti e abbaiò verso la scialuppa 4, rendendosi visibile al transatlantico Carpathia che quasi non la vedeva per la nebbia.
Il suo abbaiare avrebbe salvato i superstiti di quella scialuppa.

Anche se il racconto è oggetto di dibattito tra gli storici, la storia di Rigel è entrata nella leggenda come simbolo di fedeltà e coraggio a quattro zampe.

E tu ne conosci altre? Scrivilo nei commenti!

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