60 anni di Edizioni Dedalo, tra cultura scientifica e umanistica

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La direttrice editoriale Claudia Coga ci racconta passato, presente e futuro della casa editrice

Sessant’anni fa, nel cuore di Bari, prendeva forma un progetto editoriale fuori dagli schemi: Edizioni Dedalo, nata con l’obiettivo di superare la tradizionale separazione tra cultura umanistica e scientifica. Oggi Dedalo è un punto di riferimento per la qualità, l’innovazione e la cura artigianale nel panorama editoriale italiano, con un catalogo che spazia dalla saggistica alla divulgazione scientifica. In questa intervista, Claudia Coga, direttrice editoriale della casa editrice, ci accompagna attraverso le tappe fondamentali di questa straordinaria avventura.

Partiamo dall’inizio: come nasce Dedalo? Quali sono le tappe e i momenti che hanno segnato la storia della casa editrice in questi sessant’anni?

Dedalo è nata nel 1965 e quest’anno per noi è un anno importante, festeggiamo il nostro sessantesimo compleanno. È stata fondata da mio padre, Raimondo Coga, un uomo che ha unito la sua grande passione per i libri a una forte dote imprenditoriale. Ha cominciato da un piccolo ufficio labirintico nel centro di Bari, da cui prende il nome Dedalo. Nel corso degli anni la sede si è ampliata fino al 1975, quando abbiamo aperto il grande stabilimento dove siamo tuttora, nella periferia della zona industriale di Bari, dove convivono l’azienda editoriale e quella tipografica. Nel tempo abbiamo fatto molta strada e il superamento della divisione tra cultura umanistica e scientifica è stato sempre alla base del nostro progetto. In quegli anni si parlava molto di andare oltre questa divisione e quindi il nostro catalogo ha sempre avuto volumi di saggistica, storia, filosofia, politica, ma anche molta scienza e divulgazione scientifica.

Claudia Coga, direttrice editoriale di Edizioni Dedalo

Come avete mantenuto l’equilibrio tra cultura umanistica e scientifica, riuscendo a rinnovarvi nel tempo senza perdere l’identità?

Non è stato facile. Il mondo editoriale ha attraversato alti e bassi, crisi, periodi migliori e peggiori. Il nostro catalogo si è adeguato ai tempi che cambiavano. Siamo sempre stati presenti con una forte connotazione politica, pubblicando testi importanti, come quelli di Marx e diverse riviste. Abbiamo pubblicato ben 37 riviste, tra cui “Il manifesto”, nato proprio con Dedalo, e “Sapere”, la prima rivista italiana di divulgazione scientifica, nata nel 1935, che ancora pubblichiamo. Quest’anno “Sapere” compie 90 anni, un altro anniversario importante. Negli anni ’90 abbiamo dato sempre più spazio alla divulgazione scientifica, affiancando alle scienze umane settori come fisica e matematica, raccontati in modo divulgativo con varie nuove collane.

A proposito delle riviste “Il manifesto” e “Sapere”, avete fatto un regalo speciale al vostro pubblico per questo anniversario. Puoi parlarci di questa iniziativa?

Sì, abbiamo creato una pagina speciale sul nostro sito per celebrare i 60 anni con varie iniziative. È possibile scaricare in formato PDF i primi due numeri storici di “Sapere” e “Il manifesto”, molto importanti per noi e per il panorama culturale italiano. Si tratta di numeri da collezione e sono accompagnati da altrettanti articoli inediti: Luciana Castellina ha scritto un testo prezioso su “Il manifesto”, una rivista nata con l’idea di mio padre, mentre Elena Ioli ripercorre la storia di “Sapere”. Abbiamo anche ristampato Il diavoletto di Maxwell in una nuova edizione tascabile, uscirà a luglio. È un libro simbolo, perché il 1993 è stato l’anno di svolta per la nostra apertura alla divulgazione scientifica.

Passando al presente, il vostro catalogo si arricchisce continuamente. C’è qualche progetto recente o collana a cui tenete particolarmente e che volete condividere?

In questi anni ovviamente si sono affiancate tantissime nuove collane e io, che sono entrata in azienda negli anni ‘90, ho cercato di mantenere il peso di questa eredità importante. Per la scienza ho collaborato con esperti come Elena Ioli, fisica teorica, e insieme abbiamo creato collane di successo come 50 Idee e altre dedicate all’inchiesta giornalistica. Abbiamo una collana diretta da Riccardo Iacona, SottoInchiesta, molto importante nel mondo giornalistico. Quest’anno è nata la collana Orwell, diretta da Luciano Canfora. Dopo il successo del suo libro Il fascismo è morto, che ha venduto oltre 30.000 copie, abbiamo voluto creare una collana che richiama il profeta del Novecento, George Orwell, per spingere a una riflessione militante sui tempi attuali. I primi volumi trattano temi caldi come la guerra e l’informazione.

Qualche altra anticipazione?

Il 2025 è un anno dedicato alla meccanica quantistica e abbiamo previsto un numero speciale di “Sapere” su questo tema. Abbiamo inoltre rinnovato graficamente le nostre collane storiche La Scienza Facile e Nuova Biblioteca Dedalo, le quali ospiteranno volumi dedicati alla meccanica quantistica, alla crittografia e ad argomenti che, pur sembrando lontani, sono oggi molto vicini alla nostra vita quotidiana, come la protezione dei dati e la privacy. Pur non avendo una formazione scientifica ma linguistica, credo che questa combinazione ci consenta di affrontare con efficacia la comunicazione di temi così complessi.

Potete ascoltare la nostra intervista in formato audio nella trentunesima puntata del nostro podcast INDIE-Libri per lettori indipendenti.

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cristina