Libri distopici da leggere: tra utopia, ucronia e distopia | Libri Mondadori

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Libri distopici, tra opere d'avvertimento e satire politico-sociali

Il Grande Fratello ti osserva.

Un libro è una pistola carica.

Possa la buona sorte essere a vostro favore.

Ti sembra di aver già sentito queste frasi? Forse perché sono tra le citazioni più famose di alcuni iconici libri distopici del nostro tempo, diventate pian piano manifesti di questo genere letterario intramontabile.

Il termine distopia, nato nel 1868 grazie a John Stuart Mill, continua a essere uno dei generi letterari che più ammalia lettrici e lettori. E oggi, più che mai, i libri distopici prospettano scenari che non sembrano poi così lontani dalla realtà.

Da Fahrenheit 4511984 passando per il più recente Hunger Games, in tutti i libri distopici viviamo ciò che potrebbe essere il nostro futuro se le cose andassero nel peggiore dei modi possibili: per distopia infatti si intende la rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come negative.

Non è raro che i mondi distopici siano caratterizzati da politiche dittatoriali, condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, società oppresse e divise in base a criteri antidemocratici. E questo è necessario ai fini della distopia, che deve essere un'opera di avvertimento, una satira politica e sociale necessaria a far aprire gli occhi sul presente, estremizzando un possibile futuro apocalittico.

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Sono tre i filoni principali dei libri distopici del Novecento e del XXI secolo, che presentano le caratteristiche citate sopra, ma si distinguono sensibilmente:

Utopia, distopia o ucronia? Ecco quali sono davvero i libri distopici

Molto spesso il termine "libri distopici" viene affibbiato anche a opere che non appartengono esattamente a questo genere: per l'esattezza, la grande confusione nasce da tre termini molto simili ma dai significati profondamente diversi: utopia, distopia e ucronia. Qual è la differenza?

"Un'utopìa è un assetto politico, sociale o religioso che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come ideale e come modello". Molto spesso parliamo di utopia o usiamo l'aggettivo utopistico per riferirci a qualcosa di positivo ma inaviccinabile o inraggiungibile.

Ecco allora che la distopia è esattamente il suo contrario, rappresentando qualcosa che sembra lontano da noi ma spiacevole e indesiderabile.

Quando invece leggiamo un romanzo ucronico, stiamo entrando in un genere della narrativa fantastica che si basa su una storia alternativa della realtà, una premessa fatta al lettore in cui la Storia del mondo ha preso un percorso diverso da quello reale che conosciamo.

Di fatto, se utopia e distopia indentificano "nessun luogo", l'ucronia significa letteralmente "nessun tempo". Per questo i romanzi ucronici possono essere avvicinati ai libri distopici/utopici quando descrivono società ideali o indesiderabili, ma anche al romanzo storico o alla fantascienza.

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Redazione Libri Mondadori