Roma, 1/8/2025 – “Quando un consumatore sceglie di acquistare un prodotto di lusso, si aspetta qualità, affidabilità e rispetto di standard etici lungo tutta la filiera. Se questi presupposti vengono meno, il danno non è solo al portafoglio ma alla fiducia nei confronti del Made in Italy”, così Martina Donini, Presidente nazionale Udicon, a commento della sanzione inflitta dall’Antitrust a Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. per pratica commerciale scorretta. (qui il link al testo del provvedimento)
“In questo caso, nelle dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale ingannevoli, la parola “sostenibilità” è stata usata come etichetta vuota, in contrasto con le effettive condizioni di lavoro riscontrate nei fornitori e subfornitori a cui era stata esternalizzata la produzione di borse e accessori in pelle. È evidente che chi acquista un prodotto di lusso ha il diritto di sapere se dietro quel marchio non si nasconde sfruttamento”, prosegue Donini.
“Episodi come questo dimostrano quanto sia urgente un quadro normativo europeo che imponga regole chiare su trasparenza e tracciabilità dei processi produttivi. Il consumatore ha diritto di sapere se ciò che acquista è davvero conforme a quegli standard che i marchi dichiarano di rispettare. Produrre in modo non trasparente, esternalizzando a catene poco controllabili, svilisce l’identità del nostro sistema produttivo. Il Made in Italy ha valore solo se è sinonimo di qualità a tutto tondo, nel prodotto, nei processi di produzione e nei principi”, ha concluso Donini.
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