Incentivi Fotovoltaico Aziende - Magnetti Building

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Quando si parla di incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, il dibattito pubblico tende a focalizzarsi sulle abitazioni private, tralasciando un’importante fetta del patrimonio immobiliare: quello aziendale. Eppure, anche le imprese possono accedere a misure di sostegno significative, come l’Ecobonus, per migliorare l’efficienza energetica dei propri immobili, siano essi uffici, capannoni o stabilimenti produttivi.

Confermato fino al 2027 dalla Legge di Bilancio 2025, l’Ecobonus resta uno strumento chiave per le aziende che intendono investire nella sostenibilità e nella riduzione dei consumi. Nonostante alcune modifiche normative abbiano ridotto le aliquote a partire dal 2025, l’anno in corso rappresenta ancora una finestra favorevole per pianificare interventi con un buon ritorno economico.

In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono le novità introdotte, quali spese sono detraibili, e soprattutto chi può realmente accedere all’incentivo secondo i chiarimenti ufficiali dell’Agenzia delle Entrate.

Cos’è l’Ecobonus per le imprese?

L’Ecobonus è una misura fiscale pensata per incentivare gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti. Consiste in una detrazione IRPEF o IRES da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, applicabile a una vasta gamma di lavori, dalla sostituzione degli impianti termici alla riqualificazione energetica globale dell’edificio. L’agevolazione può essere richiesta esclusivamente per edifici già esistenti, indipendentemente dalla loro categoria catastale, compresi gli immobili rurali, o per porzioni di essi. Sono quindi esclusi gli interventi realizzati su immobili in fase di costruzione.

Fino al 2024, le aliquote di detrazione per gli interventi di efficientamento energetico variavano in base alla tipologia dei lavori, offrendo spesso percentuali superiori al 50%. Tuttavia, con la Legge di Bilancio 2025 è stata introdotta una significativa revisione che ha uniformato le detrazioni per le imprese, equiparando l’Ecobonus al Bonus ristrutturazioni. A partire dal 1° gennaio 2025, tutte le detrazioni superiori al 50% sono state eliminate, stabilendo un’aliquota unica del 36% per le aziende, che rappresenta la percentuale base prevista per i soggetti titolari di reddito d’impresa. Questa aliquota è destinata a ridursi ulteriormente nel 2026 e nel 2027, scendendo al 30%.

Nonostante il taglio delle aliquote, l’Ecobonus rimane una misura vantaggiosa, soprattutto nel 2025, quando le condizioni fiscali risultano ancora più favorevoli rispetto al futuro prossimo. Va infine ricordato che l’Ecobonus non prevede un massimale di spesa complessivo per immobile, ma stabilisce dei tetti di detrazione per ciascuna tipologia di intervento. Questo consente alle aziende di pianificare interventi su larga scala con un significativo ritorno fiscale.

Le nuove aliquote di detrazione dell’Ecobonus dal 2025

A partire dal 2025, l’Ecobonus subisce una significativa revisione delle aliquote di detrazione fiscale, con una progressiva riduzione delle percentuali rispetto agli anni precedenti. Per l’anno 2025, la detrazione di base sarà pari al 36% delle spese sostenute per tutti gli interventi ammessi. Nel biennio successivo, le aliquote subiranno ulteriori riduzioni:

  • Spese sostenute nel 2025: detrazione del 36%
  • Spese sostenute nel 2026: detrazione del 30%
  • Spese sostenute nel 2027: detrazione del 30%

Questa progressiva riduzione rende particolarmente conveniente avviare gli interventi entro il 2025, in modo da beneficiare delle condizioni più vantaggiose prima che le aliquote vengano ulteriormente abbassate nei due anni successivi.

Chi può accedere all’Ecobonus?

L’Ecobonus rappresenta una leva fiscale particolarmente vantaggiosa per le imprese, poiché consente di ottenere una detrazione IRES sulle spese sostenute per interventi di efficientamento energetico, a cui si aggiunge la possibilità di dedurre i costi tramite ammortamento secondo la durata utile del bene.

Possono beneficiare dell’agevolazione tutte le imprese che effettuano lavori su immobili esistenti, indipendentemente dalla categoria catastale e dalla destinazione d’uso (uffici, capannoni, magazzini, laboratori, immobili merce o patrimoniali). È sufficiente che l’impresa detenga o possieda l’immobile su cui viene effettuato l’intervento. Possono quindi accedere all’Ecobonus:

  • Imprese individuali
  • Società di persone (SNC, SAS, SS)
  • Società di capitali (SRL, SPA, SAPA)
  • Imprese edili che eseguono interventi su immobili merce (ad esempio, costruiti per la vendita)
  • Holding o società immobiliari che gestiscono patrimoni edilizi a uso investimento

Per queste categorie, l’intervento di riqualificazione non solo migliora l’efficienza energetica e il valore dell’immobile, ma comporta un doppio beneficio fiscale:

  1. Detrazione IRES, secondo le aliquote previste dall’Ecobonus
  2. Ammortamento fiscale delle spese sostenute, in base alla natura del bene

Per quali edifici un’azienda può richiedere l’Ecobonus?

Nel dettaglio, l’incentivo può essere applicato alle seguenti categorie di immobili:

  • Immobili strumentali: fabbricati utilizzati esclusivamente per l’esercizio dell’attività d’impresa, come uffici, laboratori, stabilimenti produttivi, magazzini o capannoni. Sono tra i principali beneficiari dell’Ecobonus, in quanto direttamente collegati all’attività economica svolta;
  • Immobili merce: edifici realizzati da imprese di costruzione o ristrutturazione con finalità di vendita. Anche se non destinati all’uso diretto dell’impresa, possono accedere all’Ecobonus, ad esempio, nel caso in cui siano stati oggetto di interventi di riqualificazione energetica prima della commercializzazione;
  • Immobili patrimoniali: si tratta di fabbricati posseduti dall’impresa non per uso diretto né per la vendita, ma come forma di investimento (ad esempio, immobili dati in locazione). Anche questi rientrano tra quelli ammissibili, se oggetto di lavori conformi ai requisiti previsti.

Quali interventi rientrano nell’Ecobonus?

L’Ecobonus copre una vasta gamma di interventi finalizzati all’efficientamento energetico degli edifici esistenti, rappresentando un’opportunità strategica per le imprese che desiderano ridurre i consumi, abbattere i costi energetici e migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie strutture. Ecco i principali interventi ammessi e i relativi tetti massimi di spesa detraibile:

  • Riqualificazione energetica globale dell’edificio: fino a 100.000 euro;
  • Coibentazione dell’involucro edilizio (strutture opache verticali e orizzontali come pareti, coperture e pavimenti): fino a 60.000 euro;
  • Installazione di impianti di climatizzazione ad alta efficienza, come pompe di calore o caldaie a condensazione: fino a 30.000 euro;
  • Installazione di microcogeneratori: fino a 100.000 euro;
  • Sistemi di building automation, ovvero tecnologie per la gestione intelligente degli impianti energetici negli edifici: fino a 15.000 euro.

Per accedere alle detrazioni, tutti gli interventi devono rispettare precisi requisiti tecnici definiti dalla normativa vigente, inclusi parametri di efficienza energetica e certificazioni specifiche. Un aspetto fondamentale da tenere presente è che a partire dal 2025 non saranno più ammissibili incentivi per l’installazione di caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili. Saranno invece ancora agevolabili i sistemi ibridi, che integrano in un unico impianto pompa di calore e caldaia, a condizione che rispettino i criteri richiesti.

Come ottenere la detrazione dell’Ecobonus

Per accedere all’Ecobonus, è necessario seguire una procedura ben definita e presentare una serie di documenti che attestino la conformità tecnica degli interventi. Di seguito i principali passaggi richiesti:

1. Asseverazione tecnica

È obbligatoria l’asseverazione da parte di un tecnico abilitato (ingegnere, architetto o geometra) o, in alternativa, una dichiarazione del direttore dei lavori. Questo documento certifica che gli interventi eseguiti rispettano i requisiti tecnici minimi stabiliti dalla normativa.

2. Attestato di Prestazione Energetica (APE)

Al termine dei lavori, è necessario redigere l’APE post intervento, che certifica il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio. Tuttavia, questo documento non è richiesto per i seguenti interventi:

  • Sostituzione di finestre comprensive di infissi;
  • Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda;
  • Installazione di caldaie a condensazione;
  • Installazione di impianti a biomasse;
  • Posa di schermature solari;
  • Installazione di dispositivi di gestione e automazione degli impianti.

3. Comunicazione all’ENEA

Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, è obbligatorio inviare per via telematica una scheda informativa all’ENEA, contenente:

  • I dati anagrafici del beneficiario;
  • I dati identificativi dell’immobile;
  • La tipologia di intervento eseguito;
  • L’APE, se richiesto.

In caso di ritardi o omissioni, è possibile sanare la posizione entro la scadenza della prima dichiarazione dei redditi utile, allegando la documentazione necessaria e pagando una sanzione minima.

4. Modalità di pagamento

Mentre per i privati è richiesto il pagamento delle spese mediante bonifico parlante, le imprese non sono soggette a questo obbligo e possono utilizzare altre modalità di pagamento, purché tracciabili.

Recapiti
Nicola Lazzaroni