Giovedì 21 agosto 2025, presso l’Orto Botanico di Padova, andrà in scena (T)ESSERE GIARDINO. Un’esperienza di collaborazione tra (u)mani, una proposta poetica e sensoriale ispirata a testi scientifici e letterari di filosofi, studiose e contemplatori della natura. L’evento presenta le installazioni dell’artista Antonella De Nisco, con ideazione e regia di Angela Ruozzi, drammaturgia di Riccardo Tabilio e sonorizzazione di Marco Prampolini; una produzione nativa per l’Orto Botanico di Padova, consigliata a partire dai 12 anni.
L’anteprima si terrà giovedì 21 agosto, con due repliche alle ore 18.00 e alle ore 19.30 (durata: 60 minuti) e resterà visibile fino al 31 agosto 2025.
Si tratta di un’opera sperimentale e co-partecipata, in cui le persone, guidate dall’artista ambientale Antonella De Nisco, immersi nell’ascolto in cuffia dei suoni e della musica di Marco Prampolini e accompagnati dalle parole della regista Angela Ruozzi, diventano protagoniste di un atto poetico collettivo. In dialogo tra loro e con lo spazio che le circonda, immerei nell’hortus simplicium, si ritrovano a essere parte del paesaggio, come erba che fiorisce.
Détendez-vous (rilassatevi) è l’invito che accoglie i visitatori all’ingresso dell’Orto Botanico di Digione, in Francia. È lo stesso invito che ogni giardino ci rivolge quando varchiamo la sua soglia. Come attraversando un portale, il giardino modifica la nostra postura, rallenta il nostro ritmo interiore, cambia la percezione del mondo e delle cose. Il giardino ci chiama a partecipare ai ritmi della natura, a riconnetterci con gli altri, a diventare parte di un ecosistema. Rilassarsi, riconnettersi, sintonizzarsi con il tempo naturale, creare con le mani: sono gesti semplici, oggi rari e preziosi.
Insieme si andrà ad intrecciare un sipario sospeso, realizzato con materiali naturali, che fungerà da filtro sensibile tra il paesaggio e lo sguardo dello spettatore. Un’opera effimera e vibrante che dialoga con il luogo, con la presenza, l’attenzione e l’ascolto di chi la attraversa. In questo gesto collettivo, lo sguardo e l’ascolto si trasformano in azione concreta: intrecciare erbe, piante officinali e steli raccolti nell’orto diventa un modo per comporre un giardino d’aria e di profumo, un’esperienza in cui corpo, natura e immaginazione si intrecciano.
L’Orto Botanico di Padova, patrimonio Unesco, è il più antico orto botanico universitario al mondo ancora nella sua sede originaria. Considerato la culla della scienza botanica, ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di numerose discipline moderne, dalla botanica alla medicina, dalla chimica all’ecologia e alla farmacia, favorendo la comprensione profonda del legame tra natura e cultura. Nel 2014 è stata inaugurata una nuova ala dell’Orto, il Giardino della Biodiversità, che amplia il dialogo tra scienza, ambiente e visione contemporanea del vivente.
L’istallazione resterà visibile presso l’Orto Botanico di Padova dal 21 al 31 agosto 2025, aperto dal martedì alla domenica e nei giorni festivi, dalle 10.00 alle 19.00.
Antonella De Nisco vive a Reggio Emilia. Laureata in Storia dell'Arte (Università di Parma) e diplomata in Pittura (Accademia di Belle Arti di Bologna), ha seguito corsi di Alta Formazione in Didattica Laboratoriale (Università di Bologna). Accanto all'attività espositiva, l'artista collabora a progetti, installazioni, eventi, lezioni, pubblicazioni e percorsi formativi. È autrice di articoli e ricerche sulla didattica dell'arte. Con l'architetto Giorgio Teggi ha teorizzato Per un'arte clandestina, continuando a praticarla nell'ideazione di progetti sperimentali. Insieme hanno fondato l'associazione LAAI (Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante), che realizza installazioni in contesti quotidiani per creare luoghi di sosta, cura e riflessione poetica. Collabora con la Scuola di Paesaggio “Emilio Sereni” (Museo Cervi, Gattatico, RE) e svolge attività creative in scuole, teatri, musei, comuni e luoghi naturali attraverso mostre e interventi site-specific.
Angela Ruozzi, regista teatrale, compie gli studi alla Scuola di Teatro École Philippe Gaulier di Parigi e si perfeziona con maestri quali Ariane Mnouchkine, Carmelo Rifici, Claudia Castellucci. Al centro del suo lavoro pone la ricerca di un teatro interdisciplinare che approfondisca contenuti d’attualità per facilitare nel pubblico una riflessione sul contemporaneo ispirando al cambiamento. Ama spaziare tra i generi, occupandosi di prosa per adulti, teatro ragazzi, opera lirica, creazioni community-based e workshop rivolti a professionisti e non. Tra le sue regie: Manifesta. Indagine artistica sulla parità di genere di Giada Borgatti, prod. Teatro Fabrizio De André; 2071 di Duncan Macmillan, prod. LAC Lugano Arte e Cultura; 4000 Miglia di Amy Herzog, prod. ERT Emilia Romagna Teatro/MaMiMò; Officine Reggiane, il sogno di volare di Marco Di Stefano, prod. Fondazione ITeatri/MaMiMò/Spazio Gerra. Affianca al lavoro di regista incarichi di direzione artistica e curatela di progetti culturali. É curatrice del Festival per la parità di genere Un minuto di rumore. Attualmente si occupa della direzione artistica del Teatro Fabrizio De André di Casalgrande (RE) e realizza spettacoli e progetti culturali attraverso l’ICC Nativa.
Riccardo Tabilio è autore e regista teatrale e lavora tra Milano e l’Emilia-Romagna. Laureato con lode al DAMS e diplomato in Drammaturgia alla Paolo Grassi di Milano, è stato aiuto regia e Dramaturg nelle recenti produzioni shakespeareane di Tournée da Bar per il Teatro Carcano Il Mercante di Venezia e . Tra i suoi ultimi lavori figurano Dante 2K21 // Il Ghibellin Frainteso (Ravenna Festival, 2019), il progetto di teatro partecipato You Are Here! (Bagnacavallo, 2018) e la serie di performance itineranti audioguidate Lapsus Urbano (2017-2020) firmate insieme a Kepler-452. Nel 2020 è stato selezionato come autore residente da IDRA (NdN) con il progetto drammaturgico Leviatano. Oltre che con Tournée da Bar e Kepler-452 collabora con le compagnie Guinea Pigs e Collettivo YAH!.
Marco Prampolini si innamora del pianoforte all’età di otto anni dopo aver passato una giornata al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, insieme al nonno. Inizia così il suo percorso di studi musicali che, dalla musica classica, lo porta ad approfondire la musica jazz studiando con Vincenzo Muré fino a sperimentare con le sonorità di tastiere come Hammond, sintetizzatori ed effetti. Partecipa a progetti con gruppi e band che lo portano a suonare dal vivo in Italia e in Europa, producendo dischi e inediti e spaziando tra i generi. Contemporaneamente si dedica alla direzione musicale della componente orchestrale di formazioni musical e produce colonne sonore tra cui quella per il film L’uomo che cammina, regia di Fabio Adani.