IL DECLASSAMENTO DEL LUPO, UNA SCELTA ANACRONSITICA E DANNOSA

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di Alessandro Piacenza, Responsabile animali selvatici e vice coordinatore nazionale guardie zoofile OIPA

Lo scorso 8 maggio il Parlamento Europeo ha approvato con 371 voti favorevoli il declassamento del lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”. Una decisione preoccupante che rischia di compromettere seriamente la tutela di una specie fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi.

Il declassamento consente agli Stati membri di gestire liberamente le popolazioni di lupi, anche tramite abbattimenti. In Italia, questa direttiva sarà recepita automaticamente, esponendo il lupo a nuove minacce. L’OIPA Italia ha definito questa scelta miope e antiscientifica, un ulteriore ostacolo alla protezione di un animale già bersaglio di pregiudizi e bracconaggio.

Il documento approvato dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati sostiene il principio di sussidiarietà, lasciando agli Stati la possibilità di decidere autonomamente il numero di esemplari da abbattere. L’ISPRA, in un recente protocollo con le Regioni, ha stabilito che si potrà uccidere una percentuale tra il 3 e il 5% della popolazione italiana, pari a circa 160 lupi ogni anno.

La gestione degli abbattimenti non sarà affidata a personale specializzato, ma a cacciatori abilitati, con modifiche legislative che prevedono forme di “caccia selettiva”. Una decisione che sembra favorire interessi venatori piuttosto che quelli di tutela ambientale e scientifica.

Nel documento della Commissione si sottolinea che l’aumento della popolazione di lupi ha un impatto negativo sul settore zootecnico, con attacchi agli allevamenti che comportano costi diretti e indiretti, come aborti, animali dispersi e cali di produttività dovuti allo stress. Tali pressioni avrebbero portato alla chiusura di alcune attività agricole, incapaci di sostenere i costi per la prevenzione e per far fronte agli attacchi.

Si sta creando una psicosi del terrore in merito al lupo, quasi tornando indietro di secoli, e molte volte si accusa questo animale di aggressioni che poi si rilevano non veritiere. Questi errori alimentano un clima di paura e disinformazione. Inoltre, la responsabilità per la perdita delle attività agricole è spesso da attribuire alla mancata adozione, da parte dei pastori, di adeguate misure di prevenzione e protezione del bestiame, necessarie per evitare la predazione da parte dei lupi.

Il lupo non è un nemico da eliminare, ma una specie chiave per il mantenimento degli equilibri naturali. La sua presenza favorisce la biodiversità e contribuisce al funzionamento degli ecosistemi. Una gestione crudele della specie, con abbattimenti indiscriminati, mette a rischio questi delicati equilibri e la sopravvivenza stessa del lupo.

L’OIPA, insieme ad altre associazioni, ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea per chiedere l’annullamento del declassamento. L’esito è atteso nei prossimi mesi, con la speranza di una vittoria a favore della tutela della specie.

In un momento storico in cui la tutela ambientale dovrebbe essere una priorità, questa decisione rappresenta un grave passo indietro, ignorando il valore della biodiversità e l’importanza del lupo come grande carnivoro regolatore fondamentale degli ecosistemi.

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