Roma (NEV), 24 agosto 2025 – Ieri sera, nella sessione a porte chiuse del Sinodo valdese in corso a Torre Pellice (Torino), il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Daniele Garrone, ha portato il suo saluto ufficiale.
A nome di tutto il Consiglio e delle operatrici e operatori della FCEI, Garrone ha condiviso con i deputati e le deputate alcuni aspetti del lavoro in corso o in fase di sviluppo per il prossimo futuro.
“L’idea di un ostello sociale per lavoratori braccianti migranti, che si è mostrata utile e promettente nella piana di Gioia Tauro (in Calabria), ha ora un secondo polo di attuazione nel Saluzzese (CN), dove anche alcuni dei lavoratori di Rosarno si trasferiscono per la stagionalità della raccolta” ha detto Garrone, ricordando che l’intero progetto “Dambe So Saluzzo” verrà presentato il prossimo 13 settembre. “Sarà anche una festa – ha aggiunto – che si svolgerà nell’aia del cascinale, con inizio previsto in tempo utile affinché i lavoratori possano tornare dai frutteti. Gli utilissimi contatti forniti dalla CSD, CGIL e Caritas di Saluzzo, che ringrazio, le pragmatiche collaborazioni intraprese con le Associazioni di Volontariato e Cooperative del territorio, oltre a quelle con le Istituzioni (Prefettura, Comuni, Monviso Solidale), insieme ai rapporti con responsabili di aziende agricole locali già interessate al progetto di rispetto della dignità dei lavoratori e sostegno alla ‘filiera etica’ della vendita dei prodotti agricoli, rappresentano una preziosa prospettiva di impegno delle chiese FCEI in un settore strategico per il futuro anche del nostro Paese”.
Il presidente Garrone ha inoltre tracciato una panoramica sulle altre attività, dalla presenza a Lampedusa con l’Osservatorio sulle Migrazioni e sul Molo Favaloro: luoghi importanti per l’azione e la testimonianza, ad esempio anche nel recente naufragio del 13 agosto. Poi l’impegno per i corridoi umanitari e altre vie sicure e legali di accesso, con l’idea di sviluppare progetti di mobilità lavorativa per i rifugiati. Ancora, il progetto “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace” che “nella complessità della situazione politica mondiale, ha cercato attraverso azioni di farsi portavoce (insieme ad altre lodevoli iniziative di gruppi dentro e fuori le nostre Chiese) della denuncia dell’orrore scatenato dalle guerre in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, in particolare cercando di intervenire nella Striscia di Gaza. Dopo le atrocità del 7 ottobre 2023 compiute da Hamas e la detenzione degli ostaggi, seguita dall’infamante massacro di civili palestinesi da parte dell’esercito israeliano, tra questi bambini e bambine, addirittura uccisi mentre cercavano di ottenere acqua e cibo per tentare di sopravvivere alla violenza e alla distruzione, si impone un’intensificazione del nostro impegno e un rilancio del gruppo di lavoro, sia sul piano del sostegno alle vittime della violenza, sia su quello della riflessione e dell’interlocuzione al nostro interno” ha detto Garrone. E ha aggiunto: “Riteniamo che le varie azioni su cui stiamo da settimane lavorando e che di seguito presentiamo sommariamente, vadano viste nell’insieme, come parte di un unico quadro.
Proviamo poi a ragionare in termini prospettici, pensando non soltanto all’emergenza, ma anche a un futuro di ricostruzione e di riconciliazione, che preghiamo e speriamo, possa iniziare rapidamente e che dovrà trovarci pronti ad intervenire e fare la nostra parte insieme alle chiese della FCEI e non solo.
Uno degli esponenti dell’Associazione Parent’s Circle, costituita da genitori e attivisti che hanno perso figli e parenti prossimi nelle guerra fra israeliani e palestinesi, che desiderano costruire la pace tra i due popoli, con cui siamo entrati in contatto nel recente mini tour, il chirurgo palestinese Dr. Musa Joma ci ha sottoposto la possibilità di sostenere interventi sanitari sia nel settore delle cure attive, sia in quello della prevenzione, nei territori occupati in Cisgiordania (Hebron), a pochi Km dal confine con la Striscia di Gaza, ad oggi inaccessibile”.
Il Dr. Musa, ha spiegato il presidente, propone di contribuire all’acquisto e alla gestione di una clinica mobile, dotata di apparecchiature in grado di poter far operare al suo interno, un’équipe costituita da un medico generalista e specialisti come consulenti (anche a distanza utilizzando la Telemedicina), un’ostetrica, due infermieri, uno psicoterapeuta e personale per la logistica.
Intanto, la sottoscrizione per Gaza e il Libano nell’ambito del progetto “Fermiamo l’odio” e Medical Hope, con il sostegno dell’Otto per mille delle chiese valdesi, metodiste e battiste, ha già sostenuto l’Ospedale di Al-Ahli di Gaza, l’ospitalità in Italia ai messaggeri di Pace del Villaggio di Neve Shalom – Wahat al-Salam e dell’Associazione Parent’s Circle, il supporto al pastore Ivano De Gasperis per la sua partecipazione alla Marcia globale per Gaza, il supporto a Beirut con medicine, coperte, materassi, assistenza specifica per minori e sostegno.
“Sappiamo che molte chiese (anche partner internazionali, alcuni presenti in Sinodo) e persone vicine a noi sono in attesa che si riapra la possibilità di sostenere concretamente azioni nell’area – ha concluso Daniele Garrone –. Fra l’altro abbiamo sottoscritto con altri (Caritas, S. Egidio, ARCI, Medici senza frontiere ecc.) una lettera ai Ministeri dell’Interno e degli Esteri sollecitando lo sviluppo di corridoi sanitari da Gaza, ai quali saremmo disponibili sin da subito a collaborare. … In tutto, sappiamo di contare sul vostro sostegno”.
Per saperne di più:
13 settembre Inaugurazione ostello sociale “Dambe So” Revello (Cuneo)