Perplexity pagherà una parte di ricavi delle ricerche agli editori - Uspi

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Il motore di ricerca americano basato su Intelligenza Artificiale (IA), Perplexity AI, ha annunciato che inizierà a pagare gli editori per i loro contenuti. I ricavi saranno divisi tra la casa madre e gli editori che metteranno a disposizione i loro contenuti sul nuovo motore di ricerca della rivale di OpenAI, chiamato Comet Plus

Il team della società nel blog ufficiale afferma che è un semplice e corretto adeguamento, “un modello adatto all’era dell’Intelligenza Artificiale”.

La divisione dei guadagni è già annunciata: l’80% sarà per gli editori mentre il 20% entrerà nelle tasche della start up di San Francisco. Il motore di ricerca sarà strutturato su abbonamento per gli utenti, per un costo che parte dai 5 dollari.

Da accusato in tribunale…

Perplexity è un caso di startup scomoda per molte grandi aziende nel panorama delle Big Tech. Oltre ad essere rivale di OpenAI per lo sviluppo di una propria IA, è vista dagli utenti come una possibile alternativa a Google

In un clima di azioni legali di artisti, scrittori ed editori nei confronti delle case produttrici di IA, Perplexity assume una nuova posizione, sostenendo un tipo di mercato diametrale a quello proposto fino ad ora. Non che fosse esente da accuse anche la stessa startup. Infatti, tra i media che si sono armati in tribunale rientrano il Wall Street Journal, il New York Times e il giapponese Yomiuri Shimbun, che accusavano proprio Perplexity di non essere pagati pur utilizzando i loro contenuti. Il nuovo motore di ricerca offre dunque una nuova strategia e una tregua con gli editori.

…a nuovo modello proposto

Infatti, Perplexity non ha stretto accordi come quelli stipulati da OpenAI con diversi gruppi editoriali. Non si parla di accesso ai database in cambio di somme astronomiche, ma della creazione di un nuovo browser, Comet Plus. Gli introiti non verranno solo dai già menzionati pagamenti degli abbonamenti degli utenti, ma l’azienda ha già stanziato 42,5 milioni di dollari di investimento da condividere con gli editori, con la promessa di un business in espansione e in evoluzione. 

“Poiché il web si è evoluto oltre l’informazione per includere conoscenza, azione e opportunità, i contenuti di editori e giornalisti contano ancora di più”, continua Perplexity.

Gli utenti potranno in questo modo avere accesso a contenuti premium di editori e giornali fidati, usufruendo anche delle comodità di una navigazione intelligente con l’IA di Perplexity. “Nell’era dell’intelligenza artificiale gli utenti si aspettano prestazioni migliori da Internet, è giunto il momento di adottare un modello di business che garantisca agli editori e ai giornalisti di trarre vantaggio dal loro contributo alla creazione di un Internet migliore”, afferma il team sul blog.

Articolo di T.S.

L’articolo Perplexity pagherà una parte di ricavi delle ricerche agli editori proviene da Notiziario USPI.

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