Fondazione Studi: scenari su occupazione, formazione e mercato del lavoro - redigo.info

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Con una nota dal titolo “Formazione e lavoro: un gap destinato a crescere”, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro offre un’analisi approfondita su occupazione, formazione e dinamiche del mercato del lavoro. Secondo questo studio, il sistema formativo italiano continua a mostrare difficoltà nell’adattarsi ai rapidi cambiamenti del panorama lavorativo. Nonostante gli sforzi in termini di orientamento e ampliamento dell’offerta didattica, permane un significativo divario tra le competenze richieste dalle imprese e i percorsi scelti dagli studenti.

Le immatricolazioni universitarie 2024/2025 confermano una tendenza consolidata: aumentano le iscrizioni in corsi con minori prospettive occupazionali – come psicologia (+94% in dieci anni), lettere e filosofia (+46%), scienze della formazione (+46%) e arte e design (+40%) – mentre risultano ancora insufficienti le iscrizioni in settori chiave come ingegneria, informatica ed economia. Ogni anno mancano all’appello oltre 22.000 laureati in ingegneria, 14.000 in ambito economico e 7.000 nel comparto medico-sanitario.

Il disallineamento tra domanda e offerta di competenze rischia di peggiorare, ostacolando le imprese nella ricerca di profili adeguati. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione varia notevolmente in base al percorso di studi (dati AlmaLaurea): si va dal 93,4% in ingegneria industriale e 92,6% in informatica, al 60% in psicologia e 61,5% nelle discipline umanistiche.

Occupazione in crescita, ma resta il mismatch formativo e di genere

Parallelamente, cresce l’occupazione giovanile: tra il 2019 e il 2024, il tasso per i 18-29enni è passato dal 39,1% al 42,7%, con un incremento più marcato tra i laureati (dal 48,7% al 55,3%). Tuttavia, questo progresso resta insufficiente a colmare il divario tra competenze disponibili e richieste.

Persistono anche forti squilibri di genere: nei corsi di educazione e formazione, il 93,8% degli immatricolati sono donne, mentre nei percorsi tecnico-scientifici, che offrono migliori sbocchi occupazionali, la presenza femminile è ancora ridotta.

Il problema coinvolge anche la scuola secondaria: nell’anno scolastico 2024/2025, oltre il 51% degli studenti ha scelto un liceo, mentre gli istituti professionali – più aderenti alle esigenze del mercato – si fermano al 15,4%, in calo del 19,3% rispetto al 2018/2019.

Secondo Unioncamere, tra il 2025 e il 2029 le imprese avranno bisogno ogni anno di oltre 135.000 diplomati tecnici, ma il sistema scolastico ne formerà solo 70.000, con una carenza strutturale di circa 65.000 unità annue, soprattutto in edilizia, meccanica, elettrico, agroalimentare e amministrazione.

Redazione redigo.info

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