Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028-2034 - BistonciniPartners

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Bruxelles, settembre 2025

Il QFP e la sua approvazione

Mercoledì 16 luglio la Commissione europea ha presentato la nuova proposta di quadro finanziario pluriennale (QFP), per il periodo 2028-2034, con una dotazione di quasi 2 000 miliardi di euro (corrispondente in media all’1,26% del reddito nazionale lordo dell’UE tra il 2028 e il 2034).

Il secondo pacchetto di proposte dovrebbe essere presentato il prossimo 3 settembre e dovrebbe essere incentrato sugli aspetti più settoriali del progetto di bilancio.

Il QFP stabilisce quanto e come l’UE investirà, nell’arco di cinque o sette anni, nei diversi programmi e progetti volti a realizzare le attività dell’Unione, riflettendo le priorità politiche condivise dagli Stati membri e dalle istituzioni europee e traducendole in risorse concrete.

Il QFP si configura come un bilancio di investimento, che, a differenza dei bilanci nazionali, non finanzia voci come la protezione sociale o l’istruzione primaria e si concentra su settori chiave capaci di stimolare crescita, competitività e innovazione. Inoltre, garantisce risorse costanti e prevedibili per favorire, ad esempio, i ricercatori impegnati in progetti scientifici pluriennali, o le regioni che pianificano investimenti a lungo termine. Sono stanziate risorse anche per garantire all’UE di offrire risposte comuni a sfide globali, come il cambiamento climatico, le crisi sanitarie, le migrazioni o la cooperazione allo sviluppo.

I negoziati sul bilancio a lungo termine dell’UE vengono avviati alcuni anni prima dell’inizio del periodo contemplato dal nuovo bilancio. Il processo formale comincia con la presentazione, da parte della Commissione europea, del cosiddetto pacchetto relativo al QFP, che comprende, tra le altre cose il regolamento sul QFP che stabilisce le capacità di spesa dell’UE e una decisione sulle risorse proprie che definisce la provenienza delle entrate dell’UE.

Il QFP è adottato secondo la procedura legislativa speciale definita dall’articolo 312 del TFUE e che prevede il voto all’unanimità del Consiglio previa approvazione del Parlamento europeo, che può approvare o respingere la proposta, ma non può modificarla.

In occasione di determinate circostanze, può essere anche prevista una revisione intermedia del QFP, al fine di allocare le risorse in maniera ottimale rispetto al contesto. Ad esempio, nel maggio 2022, la Commissione ha riconosciuto che le esigenze straordinarie legate alla guerra in Ucraina avevano superato le capacità del QFP in vigore. Il Parlamento europeo ha quindi chiesto una proposta legislativa di revisione entro il primo trimestre del 2023. Un primo intervento è stato adottato con urgenza nel dicembre 2022, per estendere la copertura del bilancio UE anche ai prestiti macrofinanziari all’Ucraina. In caso di default, le risorse sarebbero coperte attraverso i margini di bilancio. Successivamente, nel giugno 2023, la Commissione ha presentato una proposta di revisione mirata, sulla quale è stata raggiunta un’intesa politica a inizio 2024: per la prima volta, una revisione intermedia del QFP ha comportato un aumento netto dei massimali di spesa.

Il nuovo quadro finanziario pluriennale e le principali novità

La nuova proposta di budget arriva in uno scenario politico profondamente mutato rispetto a quando era stato presentato il precedente QFP (2018) . Da un lato il contesto geopolitico in cui l’UE è chiamata a muoversi presenta significative differenze rispetto al 2021. La guerra in Ucraina e le nuove fonti di instabilità globale, hanno per esempio portato il tema della difesa al centro delle discussioni a Bruxelles, così come la crisi di approvvigionamento energetico e le difficoltà commerciali con Cina e Stati Uniti hanno rafforzato l’importanza di tematiche come l’approvvigionamento delle materie prime.

In secondo luogo, il sentimento politico è cambiato e l’agenda incentrata sulla sostenibilità non è più al centro dei programmi della maggior parte dei partiti di governo in Europa e le policy della Commissione europea vanno nella medesima direzione: da un approccio prevalentemente “green” a uno più improntato sulla competitività delle imprese attraverso politiche di investimento e di semplificazione.

I cambiamenti citati si riflettono anche nelle caratteristiche principali del nuovo QFP, come ad esempio una maggiore flessibilità nel bilancio, affinché l’UE abbia la capacità di agire – e reagire – rapidamente ai cambiamenti. In quest’ottica, ad esempio, la Commissione propone un nuovo meccanismo di preparazione alla crisi, con una capacità di intervento fino a quasi 400 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri, da attivare in caso di gravi crisi nell’Unione. Sempre in quest’ottica può essere letta una delle principali novità del QFP, che prevede lo stanziamento di 131 miliardi di euro per sostenere gli investimenti nella difesa, nella sicurezza e nello spazio, un investimento cinque volte superiore a livello di UE rispetto al precedente QFP.

Anche per questo motivo, il QFP, nella visione della Commissione, necessita di programmi finanziari dell’UE più semplici, snelli e armonizzati, all’interno di un bilancio che vada incontro alle esigenze locali tramite i Piani di Partenariato Nazionali e Regionali per investimenti e riforme, per garantire un impatto mirato dove è più necessario. Va in questa direzione una delle scelte più controverse del nuovo QFP, vale a dire la scelta di raggruppare i fondi UE destinati alla politica agricola comune (PAC) e alle politiche di coesione all’interno di un unico Fondo dedicato ai Piani di partenariato regionali e nazionali. Le critiche in merito a questa scelta sono arrivate soprattutto dalle forze parlamentari UE, con una bocciatura netta da parte di PPE e S&D, i due gruppi politici più rappresentati all’interno dell’emiciclo.

Un’altra novità del nuovo QFP è il forte impulso alla competitività, un tema che risalta soprattutto nell’istituzione di un nuovo Fondo Europeo per la Competitività per favorire investimenti in tecnologie strategiche a beneficio dell’intero Mercato Unico, seguendo le raccomandazioni contenute nei rapporti Letta e Draghi. Il fondo opererà con un regolamento unico e un punto di accesso centralizzato per semplificare l’iter di finanziamento, accelerare i tempi e attrarre investimenti sia pubblici che privati.

Gli interventi del Fondo saranno focalizzati su quattro ambiti prioritari: la transizione ecologica e la decarbonizzazione, la leadership digitale, la salute e le biotecnologie (inclusi agricoltura e bioeconomia), nonché la difesa e lo spazio, secondo la seguente distribuzione (in miliardi di euro):

Nuove risorse proprie

Infine, il nuovo QFP prevede anche pacchetto di nuove risorse proprie, che assicuri entrate adeguate per le priorità dell’UE, riducendo al minimo la pressione sulle finanze pubbliche nazionali.

Per dotarsi dei mezzi di intervento, infatti, l’UE deve anche assicurarsi un flusso di entrate aggiornato e diversificato per finanziare le priorità politiche, al tempo stesso, di rimborsare i prestiti contratti dall’UE nell’ambito di NextGenerationEU e limitare i contributi nazionali al bilancio dell’UE. A tal fine la Commissione ha presentato nel nuovo QFP cinque nuove risorse proprie:

  • Il Sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), poiché circa il 30% delle entrate generate dall’ETS1 è destinato al bilancio dell’UE
  • Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), poiché circa il 75% delle entrate generate dal CBAM
  • Una risorsa propria basata sui rifiuti elettronici non raccolti (e-waste), mediante l’applicazione di un’aliquota uniforme al peso di tali rifiuti elettronici. 
  • Una risorsa propria basata sulle accise sul tabacco, (TEDOR) mediante l’applicazione di un tasso all’aliquota minima dell’accisa specifica per Stato membro prelevata sui prodotti del tabacco.
  • Una risorsa societaria per l’Europa (CORE), corrispondente a un contributo forfettario annuale versato dalle imprese, diverse dalle PMI, che sono operative e vendono i loro prodotti nell’UE e il cui fatturato netto annuo sia di almeno 100 milioni.

Inoltre, sono previsti adeguamenti alle risorse proprie esistenti, come ad esempio una riduzione dei costi di riscossione al 10% per le risorse proprie già esistenti o un adeguamento all’inflazione dell’aliquota applicata alla risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati.

Tutte queste novità, secondo le stime della Commissione riportate di seguito (in miliardi di euro), dovrebbero far sì che la nuova impostazione sulle risorse proprie possa generare 58,2 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno:

Suddivisione delle spese

Sulla base della proposta di regolamento, la Commissione suddivide le risorse stanziate dal Piano in diverse rubriche di spesa (headings), riportate di seguito (in miliardi di euro)[1]:

[1] La suddivisione delle spese della proposta del nuovo QFP può essere riportata in diversi modi, scegliendo di focalizzarsi sugli investimenti, sugli obiettivi o sugli strumenti. Anche per questo motivo a seconda delle fonti, la suddivisione può avere una prospettiva differente.

[2]

Conclusione

La proposta della Commissione segue quindi delle linee guida precise, esponendosi anche a cambiamenti significativi.

Alle prime critiche ricevute dalle forze parlamentari europee, hanno fatto ad altre perplessità sollevate da diversi Stati membri come ad esempio Ungheria, Paesi Bassi e Germania. Nello specifico il governo tedesco si sarebbe esposto negativamente contro la scelta di aumentare le spese per il bilancio UE “in un momento in cui tutti gli Stati membri stanno compiendo notevoli sforzi per consolidare i loro bilanci nazionali”.

Resterà da capire se le trattative in seno al Consiglio potranno portare ad un compromesso rapido o se saranno necessarie negoziazioni più serrate e prolungate.

Lato Italia, il Ministro degli affari europei Tommaso Foti, in occasione del Consiglio Affari generali dello scorso 18 luglio, ha definito la revisione proposta “del tutto insufficiente”, soprattutto per quanto riguarda la Politica Agricola Comune che deve rimanere un pilastro centrale dell’UE e la Politica di coesione che non può essere vincolata a condizionalità generiche.

In merito alla proposta di introdurre una tassazione per le imprese tra le nuove risorse proprie, il Ministro Foti ha espresso una netta contrarietà, definendola una misura fuori contesto e in contrasto con gli obiettivi dichiarati dell’Unione.

[2] Per “Global Europe”, nel contesto dell’Unione Europea, si riferisce allo Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), un strumento finanziario progettato per sostenere l’azione esterna dell’UE.

Recapiti
Simone Vellucci