A settembre la storia di copertina di Nuova Ecologia, “La grande abbuffata”, è dedicata agli impatti del sistema alimentare globale
In primo piano “La forza della natura”, racconto di come in Ucraina il crollo della diga di Kakhovka abbia portato distruzione a valle e, allo stesso tempo, riportato alla vita le terre sommerse a monte
Da segnalare anche l’intervista con l’intellettuale israeliano Gadi Algazi e l’approfondimento sulla sentenza del processo Miteni relativo all’inquinamento da Pfas in Veneto
La storia di copertina del numero di settembre di Nuova Ecologia, “La grande abbuffata”, analizza l’impatto ambientale della produzione, distribuzione e consumo di cibo nel mondo, con particolare attenzione al legame tra sistema alimentare globale e crisi climatica.
Secondo l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), infatti, circa il 31% delle emissioni globali di gas serra è riconducibile al modo in cui coltiviamo, alleviamo, trasportiamo e consumiamo alimenti.
Le conseguenze sono enormi ma esistono sia soluzioni individuali, come l’adozione di diete più sostenibili, sia globali e sistemiche, come il ritorno alle colture autoctone da integrare con l’innovazione agricola.
In primo piano l’articolo “La forza della natura”, che racconta quanto sta accadendo in Ucraina dopo la distruzione della diga di Kakhovka, sul fiume Dnipro. Lo svuotamento del bacino ha portato distruzione a valle ma allo stesso tempo, a monte, ha riportato alla luce terreni sommersi da decenni, dove stanno ricomparendo specie vegetali autoctone, scomparse dagli anni Cinquanta. Ora che la diga e la centrale idroelettrica non esistono più, il dibattito si concentra sul futuro del territorio: ricostruire o lasciare che la natura segua il suo corso?
L’inchiesta di settembre del mensile di Legambiente, “In nome del popolo inquinato”, è invece dedicata alla storica sentenza del processo Miteni, pronunciata lo scorso 26 giugno della Corte d’assise di Vicenza, che a dodici anni dall’allarme Pfas lanciato da Cnr e ministero dell’Ambiente ha condannato i vertici di Mitsubishi e Icig, per avvelenamento delle acque e disastro ambientale, a un totale di 141 anni di carcere. Condannando allo stesso tempo le società coinvolte e gli imputati al ripristino dei luoghi e a risarcire le parti civili, tra cui Legambiente nazionale, Legambiente Veneto e il circolo locale dell’associazione “Perla Blu”. Restano da affrontare le bonifiche del sito produttivo e della falda contaminata. Si fa inoltre sempre più urgente un cambio di passo, da parte di Regione Veneto e ministero dell’Ambiente, sulla sorveglianza sanitaria. Resta, infine, irrisolto il nodo centrale: la messa al bando dei Pfas.
Il protagonista del mese è Gadi Algazi, professore di Storia dell’Università di Tel Aviv, noto per il suo impegno contro il colonialismo di Tel Aviv e per la difesa del popolo palestinese. Intervistato da Roberto Della Seta, l’intellettuale israeliano si scaglia contro il “sionismo reale”: Israele, sostiene Algazi, “si fonda su un’ideologia sempre più suprematista e colonialista: non tutti i sionisti sono assassini ma lo Stato ‘sionista’ è coinvolto in un genocidio”. Alla domanda “come si può uscire da questa tragedia?” risponde “rompendo il calco nazionalista e colonialista su cui si è forgiato Israele e da cui si alimenta l’incapacità di riconoscere la sofferenza degli altri”.
Segnaliamo infine, nella sezione dedicata alla divulgazione scientifica, il servizio “La scienza al lavoro”, dove vengono presentate i sei scatti finalisti del contest fotografico “Scientist at work” promosso dalla rivista Nature. Un viaggio suggestivo nella quotidianità, curiosa e sorprendente, degli scienziati impegnati sul campo in ogni parte del mondo.