Come orientare il risparmio privato verso la sostenibilità: trasparenza, incentivi, convenienza - CONFCONSUMATORI

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Dallo sportello attivato a Bari nell’ambito del progetto LESS ci arrivano utili indicazioni per orientare il risparmio verso la sostenibilità: rendere appetibili i prodotti finanziari ESG usando trasparenza, incentivi e convenienza.

Negli ultimi anni il concetto di finanza sostenibile è entrato stabilmente nel dibattito economico. Sempre più operatori parlano di prodotti “ESG”, acronimo che indica criteri ambientali (Environmental), sociali (Social) e di buona governance (Governance). Non si tratta di una moda, ma di un cambio di paradigma: investire in aziende che rispettano l’ambiente, tutelano i diritti dei consumatori e dei lavoratori e adottano pratiche gestionali oneste e trasparenti significa contribuire a uno sviluppo più equilibrato e duraturo.

Eppure, nonostante l’interesse crescente, molti risparmiatori restano alla finestra. Per invertire la rotta e favorire un reale orientamento del risparmio privato verso la sostenibilità, occorre lavorare su almeno tre fronti.

1. Informazione chiara e verificabile

Il primo passo è garantire che le caratteristiche ESG di un prodotto siano descritte con trasparenza, evitando il “greenwashing”. Per il risparmiatore questo significa:

– consultare la documentazione ufficiale (Prospetto informativo, KID, relazioni periodiche) per leggere obiettivi e criteri ESG adottati;

– verificare la presenza di certificazioni e rating indipendenti (MSCI ESG, Sustainalytics, UN PRI, B Corp) o l’adesione a standard riconosciuti;

– utilizzare piattaforme di comparazione come Morningstar o JustETF e banche dati pubbliche legate alla normativa europea SFDR;

– controllare la coerenza tra dichiarazioni e portafoglio reale, diffidando di fondi “verdi” che investono in aziende inquinanti senza piani credibili di transizione;

– pretendere spiegazioni semplici e complete dal proprio intermediario, anche per iscritto, così da poter confrontare più offerte.

2. Incentivi fiscali e regolamentari

Le scelte di investimento sono sensibili a leve economiche concrete. Prevedere agevolazioni fiscali per chi investe in strumenti ESG, o vincolare una quota di portafoglio dei fondi pensione a titoli sostenibili, può stimolare la domanda e indirizzare capitali verso aziende virtuose.

3. Prodotti competitivi e accessibili

La sostenibilità non deve essere un lusso per pochi. Commissioni contenute, soglie di ingresso basse e rendimenti in linea con il mercato sono condizioni imprescindibili per ampliare la platea. Anche la tecnologia può aiutare. Un esempio di buona pratica sarebbe una SGR che lanci sul mercato un fondo azionario/obbligazionario ESG che abbia: a) Soglia di ingresso bassa: investimento minimo di 100 euro, così da permettere anche ai piccoli risparmiatori di partecipare. b) Commissioni ridotte: gestione annuale all’1%, in linea con gli ETF, per non erodere i rendimenti. c) trasparenza totale: elenco aggiornato online delle aziende in portafoglio e loro punteggi ESG. d) Rendimenti in linea con il mercato: strategia di investimento che seleziona aziende sostenibili ma competitive nel proprio settore. e) Accesso anche digitale: sottoscrizione e monitoraggio tramite app intuitiva, con simulazioni di rendimento e descrizione di quale sia l’impatto ambientale/sociale delle aziende in cui si investe.

LE.S.S. Progetto finanziato dal MLPS – DG Terzo settore e responsabilità sociale imprese – Avviso n.2/2023

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