Giorgio Armani è stato sicuramente un personaggio di grande spicco nel campo della moda degli ultimi cinquant’anni. Come stilista inizia la sua avventura il 24 luglio del 1975 a Milano e solo sette anni dopo, il 5 aprile del 1982, conquista la copertina del magazine americano “Time” (Gorgio’s Gorgeous Style), privilegio concesso prima di lui solo a Christian Dior. Questa dedica conferma che, dopo neanche un decennio, la popolarità di Armani aveva di gran lunga già superato i confini nazionali, raggiungendo un livello mondiale.
Per ricordarlo, tuttavia, non basta ripercorrere i grandissimi successi da lui ottenuti come stilista, titolo di cui amava fregiarsi perchè era ben consapevole di aver inventato un suo riconoscibilissimo stile, ma rendergli merito per la sua indipendenza di pensiero e azione, per aver proposto un tipo di eleganza che nasce dal modo di vestire semplice e pieno di raffinatezza e dignità.
La Giorgio Armani S.p.A. inizia la sua attività con la moda uomo nel 1975, prosegue nel 1976 con la donna, Emporio Armani sarà avviato nel 1981 e Armani Privé nel 2005.
Armani sarà sempre ricordato per la giacca destrutturata, che rappresentò una vera innovazione nel campo dell’abbigliamento: fu il primo a proporre una moda in cui uomini e donne vestivano in maniera realmente paritaria. Togliendo le imbottiture, le sagomature e utilizzando tessuti morbidi e fluidi, con linee rigorose e sobrie restituisce all’uomo una sensualità fin’allora negata. Al contrario, ha dato forza alle donne proponendo una giacca con le spalle che conferiva autorevolezza e confermava il raggiungimento di un loro ruolo di primo piano negli ambienti di lavoro. Negli Anni Ottanta i pratici tailleur pantalone dalla linea scivolata sono prediletti dalle donne che nel mondo del lavoro si misurano con l’universo maschile, senza perdere la loro femminilità.
In sintesi, Armani rende interiormente più forte la donna tramite una certa “compostezza virile” e dà un po’ di “nonchalance” all’uomo. In questo modo riuscirà a conferire alla donna il ruolo di antagonista dell’uomo e non più essere solo considerata “la sua metà”.
Il cinema ha contribuito enormemente a dare notorietà ad Armani. Nel 1980 crea un apposito guardaroba per Richard Gere interprete del film “American Gigolò” cui seguirono numerose collaborazioni per altri film tra i quali “Gli intoccabili”, “Quei bravi ragazzi”, “The wolf of Wall Street”, in Italia ha collaborato con registi come Bertolucci, Tornatore, Sorrentino.
In tutta la sua lunga carriera Armani ha sempre applicato alla sua produzione il concetto di sottrarre, non aggiungere e anche la sua palette dei colori è rimasta pressoché inalterata: il beige, il grigio, il nero, l’avorio, il blu e il greige, un colore a metà tra il grigio e il beige, che si è rivelato intramontabile, tanto da essere utilizzato anche nelle ultime collezioni datate 2025.
Il messaggio lasciato da Armani conferma il suo grande rigore nei confronti del lavoro: “Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. E’ da lì che tutto comincia”.
Una mostra ha celebrato Armani a maggio 2025 nel Museo Armani Silos a Milano, preceduta da una sfilata a New York nell’ottobre 2024, per celebrare l’inaugurazione del nuovo edificio in Madison Avenue. Per il cinquantesimo anniversario della casa di moda, Giorgio Armani ha lanciato “Armani Archivio”, una piattaforma digitale che raccoglie 50 anni di creazioni, con migliaia di modelli originali delle varie creazioni, che è stata presentata durante la Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Altri argomenti che approfondiscono il complesso mondo della produzione e fruizione della moda, si possono rintracciare nel volume Storia della Moda e del Costume.