9 Settembre 2025
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- Centinaia di giornalisti in piazza con l’ODG Lazio per i reporter uccisi a Gaza
“Il diritto all’informazione non può essere cancellato”. È lo slogan della manifestazione organizzata dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio a Piazza Santi Apostoli, dove sono stati letti i nomi dei 289 reporter uccisi a Gaza. Il numero sale a 294, considerando anche i giornalisti israeliani e libanesi. In piazza, un cartellone con i nomi delle vittime e foto macchiate di vernice rossa.
Hanno partecipato quasi 300 persone tra esponenti politici di molti partiti, insieme a rappresentanti della società civile e del mondo dello spettacolo da Leo Gullotta a Massimo Wertmüller, Francesca Reggiani, tutti alternandosi nella lettura dei nomi.
Guido D’Ubaldo, presidente Odg Lazio: “Abbiamo voluto questa manifestazione, riprendendo una proposta di Articolo 21, non solo per ricordare le vittime, ma anche chi lavora lì in condizioni disagiate – ha detto il presidente dell’Odg Lazio, Guido D’Ubaldo -. Speriamo anche che ci sia la possibilità che una delegazione internazionale finalmente possa entrare nella Striscia, ricordando a tutti che il giornalismo non è terrorismo”.
Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 “quanto sta accadendo in Palestina non è un massacro come gli altri, è un giornalisticidio che precede un genocidio, per usare le parole di Grossman. Se si chiudono gli occhi tutto può essere compiuto”.
Barbara Floridia, presidente Commissione di Vigilanza Rai: «Leggere questi nomi significa ridare vita a queste persone. La scritta “press” non è più protezione ma bersaglio. Gravissimo che i giornalisti internazionali non possano entrare a Gaza».
Nicola Fratoianni, leader Avs: «Questa è una strage voluta e pianificata. I giornalisti sono un obiettivo selezionato. Il governo italiano smetta ipocrisia e complicità: servono sanzioni, come ha fatto la Spagna».
Vittorio Di Trapani, presidente Fnsi: «La pettorina “press” è un bersaglio. A questo si aggiunge la censura: i giornalisti non possono entrare a Gaza. Ribadiamo la richiesta di aprire un’indagine alla Corte Penale Internazionale».
Roberto Natale, consigliere Rai: «Il servizio pubblico sostiene questa iniziativa, ma deve fare di più: aprire spazi nei palinsesti, dare più voce ai palestinesi».
Vincenzo Vita, ex parlamentare Pd: «Non è un generico attacco all’informazione, è un massacro di giornalisti che cercano di raccontare. Una volta la scritta “press” era garanzia di immunità».
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report: «La società civile si muove, mentre governi e istituzioni restano inerti. Questa tragedia entrerà nella storia, aggravata dall’indifferenza».
Anna Foglietta, attrice: «Il governo deve prendere posizione. Dal basso la società civile l’ha già presa in modo inequivocabile. Ora tocca alle istituzioni e ai cittadini».