Malnutrizione in oncologia: la lotta si fa serrata - Europa Donna Italia

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Malnutrizione in oncologia: la lotta si fa serrata

La malnutrizione in oncologia è associata a una ridotta risposta alle terapie, a tossicità farmacologica e a una prognosi sfavorevole. Per affrontarla è nato lo studio Italian Registry of Malnutrition in Oncology (IRMO), il primo registro real-world italiano pensato per monitorare la malnutrizione e integrarne la gestione nei percorsi di cura. Lo studio è nell’ambito del Working Group Survivorship care e supporto nutrizionale di Alleanza Contro il Cancro, la Rete Oncologica Nazionale del Ministero della Salute presieduta dal professor Ruggero De Maria.

«Trascurare la nutrizione, un fattore prognostico modificabile, sarebbe un errore gravissimo», dichiara Riccardo Caccialanza, coordinatore del progetto e del Working Group Survivorship care e supporto nutrizionale. È essenziale stratificare i pazienti in base al rischio, agendo prima che la perdita di peso diventi irreversibile. Intervenire alla diagnosi, con un supporto calorico-proteico mirato, può cambiare radicalmente la traiettoria della malattia». Ma quando si tratta di nutrizione, la possibilità di incorrere in errori è elevata. Per questo, un focus particolare è dedicato alla lotta alla disinformazione. Ci sono pazienti, infatti, che seguono regimi privi di basi scientifiche, come il digiuno durante le chemio, che viene proposto da certi libri, oppure abusano di integratori, per mancanza di indicazioni chiare. Grazie a IRMO saranno disponibili linee guida validate e verrà creato un percorso educazionale per caregiver e pazienti, per aiutarli a riconoscere i primi segnali di criticità, evitando soluzioni fai-da-te. «L’educazione nutrizionale precoce non solo previene complicazioni, ma preserva la massa muscolare», conclude Caccialanza, «elemento chiave per rispondere meglio ai trattamenti e ridurre i ricoveri».

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