IL MLAC alla canonizzazione di Pier Giorgio Frassati
L’appuntamento era di quelli che coinvolgeva inevitabilmente tutta l’Associazione, a cui si sente di appartenere ancora di più, raccogliendo l’eredità e la testimonianza di innumerevoli uomini e donne, che nell’identità e nell’appartenenza hanno amato Cristo e la Chiesa con ardore, in maniera più che esemplare. Pier Giorgio è senz’altro uno di quei “santi della porta accanto”, di quei giovani che “hanno saputo fare della loro vita un capolavoro”, citando due amati recenti pontefici, nell’ordinarietà e nella quotidianità delle cose, che ci aiuta ad essere consapevoli che siamo tutti, e innanzitutto, chiamati alla santità.
Quale lavoratore adulto San Pier Giorgio sarebbe stato?
Non potevamo così mancare, anche come MLAC, a questo momento così importante. S. Em. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, durante il convegno del giorno prima alla LUMSA, “Dentro la vita, dentro la storia – La santità di Pier Giorgio Frassati”, facendoci dono di quanto tratto dalla biografia da egli realizzata, L’Alpinista dello Spirito, mi ha fatto meditare su quale lavoratore adulto San Pier Giorgio sarebbe stato, avendo intrapreso il percorso di studi di ingegneria mineraria per restare sempre accanto agli ultimi, ai margini della società, avendo già incarnato del tutto lo spirito di servizio e la carità come autentiche virtù personali. In un contesto già profondamente segnato dalla seconda rivoluzione industriale e dalla guerra, l’adulto Frassati si sarebbe potuto confrontare non solo con lo sfruttamento della persona, ma anche con quello delle risorse naturali e dell’ambiente in generale, amante com’era del creato nella sua passione per la montagna, costantemente e fino alla fine proteso “verso l’alto”, e “l’altro”, mi sentirei di aggiungere. Ecco perché forse lo sentiamo ancora di più santo per tutte le età, figura a cui affidarci nell’affrontare i disagi e le sfide di oggi, sempre attuali come un secolo fa. Invito che proviene anche dal Card. Semeraro, affinché egli interceda presso Dio e la Vergine, perché la nostra realtà associativa così unica, strettamente legata all’azione della chiesa particolare, continui ad essere per i suoi associati “una palestra di virtuoso operare”, riprendendo così anche Paolo VI, sotto il cui pontificato riprese la causa di beatificazione. Parole queste di profonda riconoscenza all’Associazione, che vanno ben oltre l’aver sostenuto come primo attore la causa di canonizzazione, per tutto quanto di prezioso e singolare l’Azione Cattolica continua a compiere in stretta comunione con la realtà ecclesiale.
Il MLAC alla ‘festa’
Dinanzi a tanta bellezza ispirata si supera così ogni stanchezza di viaggio, di agenda serrata, dal convegno alla veglia, ai trasferimenti della sera prima, alla levata delle 5.30 alla volta di Piazza San Pietro con 2 ore di fila ai varchi, e con il sole che si avverte forte per tutta la celebrazione. Le emozioni di “una festa bellissima per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa, per tutto il mondo”, questo il caloroso saluto di apertura di Papa Leone XIV ai circa 90mila, che accomuna il nostro Pier Giorgio all’ancora più giovane Carlo Acutis, ci rendono testimoni di quell’immensamente straordinario, che porteremo per sempre nel cuore e nella mente, nell’ordinarietà di quella vita “vissuta” che salva.
Orazio Brogna, segretario diocesano MLAC di Salerno-Campagna-Acerno