Una breve riflessione di passaggio sul SENSO DI COLPA (in generale).
Il senso di colpa può avere tante funzioni tra cui quella di farci “compagnia” (che paradosso assurdo), perché può essere sempre presente, martellante nella nostra mente (che ci mente).
Quando arriva quel sentimento doloroso, quello del “SENSO DI COLPA”, iniziamo a credere intensamente a qualunque cosa ci renda e ci faccia sentire ancora più COLPEVOLI (cattivi).
Può diventare una sorta di “ego-visione” delle situazioni, delle persone, degli affetti, dei fatti e del mondo stesso, perché è come se ogni cosa dipendesse da “TE-ME” e ci si crede realmente.
Osservando il tutto da un’altra prospettiva, presupporrebbe l’idea inconsapevole di possedere un grande POTERE, proprio perché ogni cosa è “incentrata su di sé”: a dir poco inverosimile, anzi, impossibile, dato che tutti sappiamo che nessuno può avere quel potere così tanto bramato nei DCA, proprio perché NON ESISTE.
Una tra le tante funzioni di quel massacrante SENSO DI COLPA è quella di spostare IL SENTIRE E LA NOSTRA ATTENZIONE EMOTIVA E MENTALE. Proprio perché pensando tanto a tutte le tante “colpe”, la testa, il cuore, l’intero individuo non ha più spazio, ne voglia, per nient’altro (quindi missione compiuta: emozioni spostate, anestetizzate):
Uno spostamento dall’oggi a uno ieri vicino o nel passato, con la differenza che oggi abbiamo varie opzioni di scelta, mentre invece qualunque cosa sia accaduta ieri, nessuno di noi può modificarla. Rielaborarla si, cambiarla NO.
Comunque vivere in UNO UNICO con il senso di colpa non aiuta a costruire nulla, anzi demolisce, perché logora l’intero individuo: i sentimenti e le energie che mira a distruggere.
OSTACOLA, perchè quando ci si sente in colpa, si ha un’idea di se BRUTTA, BRUTTISSIMA:
“Di conseguenza il male che arriva, o che è già arrivato o che arriverà, è ampiamente giustificato, BISOGNA ESSERE PUNITI, PERCHE’ COLPEVOLI.”
Deprime e crea rimorsi per nulla utili, perché quelle forze servono ora, oggi. SONO INDISPENSABILI…. E’ come essere un’automobile senza ruote.
Si vive con delle lenti nere davanti agli occhi attraverso le quali quello che si vede è scuro, appannato, si percepisce e si sente di soprav-vivere in un altro mondo (lo chiamavo Plutone, quando stavo male), TUTTO DISTORTO E CON “DISRMORFOPENSIERI” (come li chiamo io).
Man mano il SENSO DI COLPA prende di mira la motivazione e la forza interiore divorandole un pezzettino per volta, che vanno tutelate più possibile, vale per l’intero nucleo famigliare.
Perché hanno la funzione di portarci al cambiamento e sono vitali per arrivare a stare bene, ma la malattia questo non lo vuole di certo.
Il SENSO DI COLPA è talmente un tagadà di SENTIMENTI E PAURE che diventa emotivamente destabilizzante e anche pericoloso proprio perché porta a spegnersi.
Diventa rischioso sia per chi ha il sintomo evidente dei disturbi del comportamento alimentare, ma anche per i propri cari: potrei fare un’infinità di esempi di madri, in particolare ma non solo, COMPLETAMENTE immerse nel loro senso di colpa chiedendosi incessantemente perché la figlia/o si è ammalata/o di DCA e quindi quali sono state “le sue colpe”. Donne, famiglie, con occhi sconsolati, scoraggiati, angosciati e senza forze, ne energie! In piena abnegazione.
Ebbene… Chiunque potrà farsi questa domanda all’infinito, chiedersi e ricercare nel passato i perché “colpevoli” della malattia del figlio/a, logorandosi l’anima, ma non troverà mai la risposta, MAI:
- Non esistono colpe. Il concetto di “colpa” è un fatto giuridico e presuppone volontarietà.
- Tutta la questione “colpa” è un altro doloroso inganno della malattia.
- Solo la persona che sta male, grazie al percorso di cura, potrà dire quali sono state le cause, NON certo LE COLPE, che l’hanno portata/o ad ammalarsi… nessun altro lo può sapere. Quindi è inutile scervellarsi annullandosi. Inutile lasciare che IL SENSO DI COLPA VI TOLGA ENERGIE PREZIOSE CHE SERVONO ORA! E servono tanto!
…. Poi, quando la persona che sta male, andrà ad analizzare il sentire del SENSO DI COLPA (della colpa) nel proprio percorso, comprenderà a cosa “SERVE LA SUA ESISTENZA”, perché con tutto il grande dolore che si prova un SENSO LO dovrà avere, no!?!?!? Eh si! Per forza! E infatti c’è l’ha! (Tutto ha sempre un profondo significato).
E’ necessario comprenderlo per poi rielaborarlo; dandosi ovviamente tutto il tempo che serve con un VERO aiuto SERIO.
Poi non ti verrà più automatico attuarlo, neanche come difesa dal dolore, ne con il fine inconsapevole di ESSERE VIST❤️!
ChiaraSole Ciavatta Insta:@chiarasolems
CLICCA PER INGRANDIRE LE IMMAGINI: