TAR del Lazio annulla il nuovo nomenclatore tariffario, cosa accade ora?

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L'efficacia è differita di un anno. Accolti i ricorsi delle associazioni, ma il rischio potenziale è quello di un vuoto regolatorio

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, con tre sentenze pubblicate oggi, ha annullato il decreto ministeriale 272 del 25 novembre 2024 che introduceva il nuovo nomenclatore tariffario nazionale per le per le prestazioni assistenziali ambulatoriali, nonché per ausili e protesi. Le decisioni accolgono i ricorsi presentati da Uap insieme ad Anmed e Aiop Sicilia, oltre a quelli promossi da Federanisap, Confepi, Aisi, Arlev e altre sigle rappresentative dei laboratori e delle cliniche accreditate al Servizio sanitario nazionale.

Secondo l’ufficio legale Forum Team-Legal Healthcare, il provvedimento ministeriale è stato viziato da un evidente difetto di istruttoria: la determinazione delle tariffe si sarebbe basata su dati di costo vecchi di anni, in contrasto con la normativa che impone un aggiornamento triennale. A questo si aggiungono, come evidenziato dalla presidente Uap Mariastella Giorlandino, ulteriori criticità censurate dal TAR: tariffe mediamente inferiori del 25% rispetto al cosiddetto “nomenclatore Balduzzi” del 2012 (il decreto ministeriale che aveva ridefinito le tariffe di specialistica ambulatoriale e protesica, rimasto a lungo in vigore come riferimento nazionale); mancata motivazione delle scelte tariffarie; utilizzo di un campione di strutture non rappresentativo e senza trasparenza sui criteri di selezione; violazione delle linee guida Agenas 2022 e 2024; assenza di verifiche sulla validità tecnico-economica dei tariffari regionali di riferimento.

Per Giorlandino si tratta di “un risultato storico che conferma il ruolo di apripista svolto da Uap nella battaglia per un nomenclatore più equo, a tutela della sanità pubblica e privata, ma soprattutto dei pazienti, primi destinatari del diritto a cure di qualità”. L’associazione non si limita però alla critica: è già stata depositata al Ministero della Salute e al TAR una proposta di revisione del nomenclatore basata su elementi tecnici solidi, o in alternativa l’adozione del tariffario lombardo, operativo dal 1° dicembre 2025 e considerato un modello collaudato.

Pur annullando il decreto, il TAR ha disposto che la sentenza produca effetti solo dopo 365 giorni dal deposito, “per evitare gravi ripercussioni socio-economiche”. Di fatto, il DM 272/2024 resterà in vigore fino al 21 settembre 2026. Il Collegio della Sezione Terza Quater ha inoltre chiarito che il decreto del 2023 è stato integralmente sostituito e non potrà tornare in vigore in caso di caducazione del successivo.

Alla scadenza del termine, se non interverranno nuove disposizioni ministeriali o legislative, l’annullamento diventerà effettivo. Senza un nuovo quadro tariffario, si aprirebbe quindi il rischio concreto di un vuoto regolatorio.

Recapiti
info@osservatoriomalattierare.it (Alessandra Babetto)