Giorgio Di Domenico ~ Vali Myers in Positano, (1958 – 1970) - Marea Art Project

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Durante la residenza artistica a Praiano, lo storico dell'arte e ricercatore Giorgio Di Domenico ha iniziato ad approfondire la vita e l'opera di Vali Myers (1930-2003).

Eclettica artista australiana che ha vissuto per decenni nel Vallone Porto a Positano. Si è concentrato, in particolare, sul rapporto di Myers con Positano attraverso i racconti di coloro che l’hanno conosciuta.

All’età di 14 anni, Vali lascia la sua città natale e inizia a prendere lezioni di danza, diventando la prima ballerina della Melbourne Modern Ballet Company. In seguito si trasferisce a Parigi, dove continua la sua carriera di ballerina, entrando in contatto con personalità come Salvador Dalí, Jean Cocteau e Jean Genet. Tuttavia, Parigi è solo la prima tappa del suo viaggio in Europa. Dopo diversi viaggi, nel 1952 Vali arriva a Positano.

La ricerca attorno all’artista Vali Myers

A Positano restaura un piccolo rudere del XVIII secolo all’estremità del Vallone Porto, trasformandolo nella sua dimora italiana. Inizialmente si trasferisce con il suo giovane marito, l’architetto austriaco Rudy Rappold. Nella cattedrale di roccia del vallone Vali vive in profonda connessione con la natura circostante, in compagnia dell’artista Gianni Menichetti, che per trent’anni diventa il suo compagno di vita, e dei suoi amati animali, tra cui la volpe Foxy.

Insieme a Di Domenico, abbiamo iniziato ad approfondire il periodo tra l’arrivo di Vali a Positano nel 1952 e il 1967, 

analizzando il suo rapporto con il territorio mentre si spostava frequentemente tra contesti internazionali e il Vallone e abbiamo cercato di ricostruire come i luoghi e le persone che Vali ha conosciuto durante il suo soggiorno a Positano abbiano influenzato il suo lavoro.

Questa ricerca è stata possibile grazie al supporto di Gianni Menichetti, Daniele Esposito, che ci ha aperto la sua collezione, e ai ricordi dellə abitanti di Positano e Praiano, che ci hanno aiutato a ricostruire una ricca rete di scambi sociali e intellettuali tra l’artista e la comunità locale.

Vali Myers, Gianni Menichetti e lo spirito del Vallone Porto

Siamo andatə alla casa un tempo appartenuta a Vali Myers, situata nel canyon del Vallone Porto, tra le montagne di Positano. Dopo una passeggiata di dieci minuti attraverso una natura aspra e immersə nell’atmosfera senza tempo della valle, siamo statə accoltə dall’artista Gianni Menichetti, compagno di Vali per circa trent’anni, insieme a una moltitudine di cani, uccelli acquatici e galline, tra cui l’anziana Jasmine.

Gianni ci ha introdotto alla casa, una cappella mistica pervasa dall’antico spirito della costa. È composta da un unico locale con un letto a soppalco e un camino, unica fonte di riscaldamento, oltre a un pannello solare installato all’esterno.

Dalla nostra conversazione con Gianni è emersa l’immagine leggendaria di Vali.

 Era famosa come musa d’avanguardia in “Love on the Left Bank” di Ed Van Der Elsken. Aveva legami con la scena artistica internazionale in Europa e negli Stati Uniti, in parte grazie al successo del film del 1965 “Vali: The Witch of Positano” di Sheldon e Diane Rochlin, e di “The Tightrope Dancer” di Ruth Cullen. Negli anni ’70 iniziò a viaggiare spesso negli Stati Uniti, soggiornando al Chelsea Hotel e stringendo amicizia con Patti Smith.

Gianni ha poi condiviso con noi storie della vita di Vali nel Vallone, dove aveva trovato l’ambiente perfetto per creare i suoi disegni mistici mentre si prendeva cura dei suoi animali e della valle stessa. Infatti, durante gli anni a Positano, si è battuta per far designare l’area come oasi faunistica dopo una serie di battaglie con le autorità locali. 

Molto grate a Gianni e a Vali per la loro ospitalità. Il suo spirito continua a risuonare nel respiro della valle.

La video-intervista a Giorgio Di Domenico

Dopo due settimane di residenza in Costiera Amalfitana, il ricercatore e storico dell’arte Giorgio Di Domenico racconta il processo alla base della ricerca su Vali Myers:

«Ho incontrato persone che hanno conosciuto Vali, visitando la sua casa ed esplorando gli archivi che conservano la sua memoria. Ho deciso di concentrarmi sulla storia istituzionale della sua presenza in Costiera Amalfitana negli anni ’50 e ’60. Esaminando le sue interazioni con le istituzioni, documentate in giornali e diari, emerge una narrazione avvincente sul territorio e sul suo rapporto con la creatività anticonformista del tempo.

Abbiamo contattato Daniele Esposito, che ha generosamente condiviso con me il materiale del suo prezioso archivio connesso alla storia di Positano. Dopo Daniele, è stata la volta di Gianni Menichetti, secondo compagno di Vali.

 Gianni ci ha aperto le porte del loro nido che ancora custodisce, e ci ha regalato i suoi ricordi: non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Come ha ricordato nelle sue memorie, “Vali non aveva un vero senso del tempo e raramente ricordava banalità come date e nomi”.

Pertanto, ricostruire la sua storia è difficile ma urgente, e l’unico modo per farlo è ascoltare le numerose persone che l’hanno conosciuta. Alla fine della mia residenza, la proiezione pubblica del documentario del 1965 “The Witch of Positano” si è trasformata in un esperimento di storiografia collettiva. Lì ho ascoltato le storie e i ricordi delle persone di Positano e Praiano. È stato un esercizio di metodo che spero di riflettere, almeno in parte, in questo testo».

Profondamente grate a Giorgio Di Domenico e alla profondità del suo sguardo, e grazie infinite alle maree che hanno arricchito il processo di ricerca.

Articolo su Nero Editions

“The Foxes Beat the Hounds – Vali Myers in Positano, 1958–1970” di Giorgio Di Domenico su Nero Editions.

Leggi l’articolo completo qui.

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