L’estate ha confermato la volatilità dei mercati energetici europei, con oscillazioni sui prezzi spot e movimenti interessanti sui forward. La domanda debole e il contesto geopolitico incerto, con nuove tensioni, i dazi e le relative complessità per le filiere industriali, spingono le imprese a rivedere le proprie strategie.
L’energia in movimento: gli ultimi mesi hanno visto prezzi spot altalenanti (negativi in Paesi con eccesso intermittente di rinnovabili) e movimenti interessanti sulle curve forward. La domanda resta stagnante, frenata da costi operativi incerti, rapporto sfavorevole con i fossili e oneri di sistema. In Italia, il PUN Index GME è rimasto stabile tra giugno e agosto (111,78 → 108,79 €/MWh), ma in crescita rispetto al 2024 (+8,35 % a giugno), a causa di fattori strutturali, stagionali e congiunturali. Ma cosa muove davvero oggi il prezzo dell’energia?
Prezzi spot & forward: fotografia del Q3: Spot (PUN Index GME): Media Q3 110,96 €/MWh, in rialzo dal Q2 (101,74 €/MWh). Aumenta la produzione da FV, mentre la domanda industriale resta debole (Terna), nonostante i consumi estivi legati al raffrescamento. Forward (CAL 2026): Dopo i minimi di aprile (90 €/MWh), i prezzi sono risaliti a 105 €/MWh. Volatilità guidata da clima, forniture di gas e rischi geopolitici. Nel medio-lungo termine: attese di rientro su livelli più bassi, ma con cautela.
Cosa muove i prezzi? I driver dei prezzi forward e spot sono molteplici, con effetti più o meno duraturi. Questi i principali: Fondamentali di mercato: domanda/offerta, disponibilità di fonti rinnovabili, prezzi del gas e della CO₂; Geopolitica: premi di rischio causati da: tensioni in Nord Africa e Medio/Vicino Oriente, incertezza politica e nuovi equilibri, instabilità nei flussi di LNG; Industria & macroeconomia: rallentamento della crescita industriale europea, inflazione energetica, politiche industriali inefficienti; Fattori transitori: ondate di calore ed altri eventi climatici, stop degli impianti nucleari francesi, riduzione export da Paesi UE ed extra UE.
Focus: Dazi e impatto su energia e industria. Dazi UE verso la Cina (fotovoltaico, veicoli elettrici): rischio aumento costi della transizione e spinte inflattive sulle rinnovabili. Dazi USA verso l’UE: 1. Scorte di gas riempite in anticipo e flussi ridotti; 2. Aumento dei costi per installazioni green in UE; 3. Ostacoli all’export clean-tech; 4. Accordo UE per 750 mld $ di acquisti energetici USA.
Effetti immediati sui prezzi spot limitati, ma rischio maggiore volatilità e futuri rialzi.
Outlook e strategie: in presenza di clima mite e domanda debole, i prezzi spot dovrebbero mantenersi relativamente bassi; i prezzi forward restano ancora sensibili a eventi esterni e incertezza geopolitica. Imprese, come muoversi: 1. attuare un monitoraggio costante dei driver di prezzo; 2. prestare attenzione alle opportunità di fixing nei momenti di “respiro” del mercato; 3. diversificare i propri approvvigionamenti definendo dei target specifici.
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