Indagare sugli Stati di Assedio: da Albert Camus alla emblematica rilettura di Renato Nicolini

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Stati di Assedio: questo il titolo della giornata di spettacolo promossa dall’Associazione Culturale Renato Nicolini – Meraviglioso urbano domenica 5 ottobre alle 19:00 a Roma al Teatro Palladium (Piazza Bartolomeo Romano): due momenti teatrali per la direzione artistica di Marilù Prati per indagare l’oscuro confine fra libertà e sottomissione che già era nell’anima di Lo stato di Assedio di Albert Camus e di cui già Renato Nicolini regalò un’importante adattamento teatrale che è il punto di partenza di questo lavoro.

Si parte alle 19.00 con Discorsi in tempi di peste, un reading a cura di Marco Cavalcoli (della Compagnia Fanny&Alexander) su testi di Albert Camus, Winston Churchill, Martin Luther King Jr., Luigi Einaudi, Benito Mussolini, William Shakespeare, Donald J. Trump in collaborazione con Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e grazie anche alla Fondazione Einaudi. Filo rosso di questa sezione una celebre frase attribuita a Cicerone che dice molto del punto di vista con cui sono stati scelti e proposti i testi: “Se la verità fosse evidente, l’eloquenza sarebbe inutile”.

Alle 20.30 in programma Lo stato d’Assedio per la regia di Marilù Prati.

Sullo scenario offerto dalla proiezione di opere di Mimmo Paladino e dalla cura delle immagini di Gabriel Giovannoni, la musica di Marco Testoni, Marilù Prati porta in scena – con i costumi e gli oggetti di scena di Gaia Dimartino – un’elaborazione da Stato di Assedio di Albert Camus nel suo prezioso adattamento teatrale di Renato Nicolini. Un lavoro scenico realizzato come esito di un laboratorio teatrale (I Meravigliosi, presso gli spazi del Dipartimento di Architettura di Roma Tre) che ha preso avvio l’anno scorso sotto la responsabilità scientifica della professoressa Francesca Romana Stabile – mettendo in scena solo la prima parte del lavoro – e che ha voluto puntare il faro su un testo che, nella sua forza allegorica, conserva un’attualità bruciante. La riflessione sulla dittatura, sulla libertà e sulla resistenza all’oppressione trova infatti nella metafora della Peste non soltanto richiami alla cronaca politica, ma anche alle contraddizioni delle città contemporanee, sospese tra logiche di rendita e un crescente senso di esclusione dei cittadini dai luoghi centrali e simbolici.

Marilù Prati attrice drammaturga regista, napoletana, vive dall’inizio della sua carriera a Roma. Ha iniziato a lavorare in teatro giovanissima con Mario Ricci,  Carlo Cecchi, Eduardo De Filippo, Luca Ronconi, Susan Sontag, Mario Missiroli e tanti altri. E’ stata protagonista in teatro  fra gli altri accanto a Eduardo, Adriana Asti, Lucia Poli, Milena Vukotich, Geppy Gleijeses e in televisione ancora con Eduardo De Filippo, Paolo Stoppa, Vittorio Mezzogiorno, Ugo Tognazzi…ed altri.

La sua attività nel cinema la vede protagonista con Enrico Montesano in Tutto Suo Padre; ha fatto parte anche del cast di Milarepa per la regia di Liliana Cavani. Ha all’attivo numerose partecipazioni in radio e nel doppiaggio.

Debutterà il 6 novembre come protagonista femminile del Fu Mattia Pascal accanto a Geppy Gleijeses coautore insieme al regista Marco Tullio Giordana dell’adattamento teatrale del romanzo di Pirandello: una messa in scena che sarà presentata in tutti i teatri più importanti italiani per concludere questa prima stagione a maggio 2025 a Parigi al Theatre du Chatelet.

Recapiti
Lorenza Somogyi Bianchi