Dopo l’approvazione della nuova legge che regola e determina il campo d’azione dell’Intelligenza Artificiale (IA) in Italia, Alberto Barachini, sottosegretario per l’Informazione e l’Editoria, in un’intervista fa il punto della situazione.
Grande protagonista il nuovo ddl IA approvato lo scorso 17 settembre che pone l’uomo al centro di questa trasformazione tecnologica. Un punto chiave, l’antropocentrismo, già reso noto durante il G7 di Roma dello scorso aprile 2024. Con il ddl, tuttavia, ora si aggiunge una sensibilità maggiore ai settori considerati a rischio per l’introduzione non regolata dell’IA. Per questo motivo, la legge italiana serve a regolare, stabilire limiti e spazi di esplorazione per la nuova tecnologia.
Barachini infatti chiama quest’azione legislativa un “guardrail alla strada dell’innovazione, in modo da salvaguardare la vita delle persone e la coesione sociale”.
Risvolti del ddl: rischi, fiducia e authority
Per Barachini, la gestione del rischio diventa parte fondante e fondamentale del ddl. Applicando la legge al settore editoriale, le emergenze sottolineate dal sottosegretario sono due: uno la tutela del copyright e l’altro il deteriorarsi della fiducia tra cittadino e Istituzioni.
Tutte e due sono problematiche “legate all’uso sempre più diffuso dell’IA”. Il primo ha coinvolto anche l’Europa, aprendo un dibattito sull’efficacia delle norme attuali e sul loro doveroso aggiornamento. Infatti, il diritto a rivendicare la propria paternità può essere esercitato sia nella fase di output, a prodotto finito, sia nella fase di input, nella raccolta dei dati per l’addestramento delle IA. Con il ddl italiano, sul modello dell’AI Act, si conferma e ribadisce la facoltà per i titolari dei diritti di opporsi all’utilizzo dei loro contenuti sia in fase di input che output, con specifiche procedure.
La delicata questione della fiducia verso le istituzioni si fonda invece su un terreno molto più sabbioso e instabile. Infatti, nonostante le numerose leggi a livello europeo, si espande su piattaforme più difficili da controllare. La lotta alla disinformazione, al deepfake e alle fake news ora sembra molto più regolata con il ddl, con sanzioni e Autorità di base competenti. L’Italia infatti è la prima nazione europea a introdurre il “reato di deepfake, punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
Un lavoro promosso e vigilato dalle Autorità italiane come AgID, ACN e Agcom, che al momento ricopre il ruolo di Digital Service Coordinator.
Un ddl non associato al protezionismo
Importante però anche la parte relativa al progresso. Barachini continua spiegando come il sostegno per l’innovazione sia un valore fondante anche per lo sviluppo dell’editoria. “Gli investimenti si avvarranno di Cdp Venture Capital”. Ma, assicura il sottosegretario, “è solo un inizio. Altri Paesi, che hanno più risorse, investono di più, ma noi puntiamo sulla capacità italiana di formare talenti grazie alle nostre ottime Università e di lanciare progetti innovativi”.
In tutto questo, Barachini rassicura dicendo che non ci si è dimenticati delle edicole e della carta stampata, supporto fondamentale della cultura e dell’informazione. Infatti, a sostegno dell’editoria tradizionale ricorda il fondo di 17 milioni per il 2025, di cui “10 milioni sono dedicati alle edicole, 3 milioni ai punti vendita non esclusivi e 4 milioni alla distribuzione”.
Articolo di T.S.
L’articolo Barachini, editoria e IA: legge e investimenti per un uso corretto proviene da Notiziario USPI.