Migranti, Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Mons. Felicolo: “Accogliere certamente, ma anche accompagnare a una vita dignitosa”
3 Ottobre 2025 – “Il miglior modo per commemorare le vittime dell’immigrazione è fare di tutto per salvare le vite di chi arriva, accogliendo le persone nei modi possibili e soprattutto avviandole a un futuro dignitoso”. Così il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, in occasione della Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, istituita nel 2016 per onorare i 368 rifugiati e migranti che sono morti nel tragico naufragio al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo disperato di trovare sicurezza e protezione in Europa.
“Bisogna fare attenzione a una cosa”, continua monsignor Felicolo. “Come evidenziato in particolare in uno degli articoli del numero speciale del nostro mensile Migranti Press dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025, l’attenzione mediatica su Lampedusa e sugli ‘sbarchi’ ha sostenuto la narrazione di un ‘loro’ contrapposto a un ‘noi’, suggerendo aspirazioni divergenti e interessi contrapposti, che non possiamo accettare né alimentare”.
Nell’editoriale del medesimo numero di Migranti Press mons. Felicolo aveva anche scritto che nel suo Messaggio per la GMMR, “Leone XIV evoca una missio migrantium, –la «missione realizzata dai migranti, per la quale devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione interecclesiale». Il Papa sembra volerci dire che è proprio questa, oggi, la prima forma di testimonianza evangelica di speranza da contemplare, accanto, certamente, a quella delle comunità che li accolgono. Sono migranti e rifugiati i primi missionari della speranza in questo tempo in cui il cielo appare chiuso! Una sottolineatura che mi fa vedere meglio che spesso diamo molto – troppo? – più spazio a quello che facciamo e diciamo noi per loro, invece che direttamente alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, anche nelle nostre comunità”.