Dai Big Data ai Better Data, gli alleati per la trasformazione culturale e organizzativa (non solo tecnologica) per PNRR, FSE e IA
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I dati sanitari, se ben governati, possono diventare la chiave per un sistema sanitario efficiente per i suoi professionisti e per i pazienti. La governance, infatti, permette di unificare i dati e assicurarne la qualità. Il cambiamento non è tecnologico, ma culturale e organizzativo. “Una volta che esiste una strategia condivisa con la leadership si passa alle azioni sull’IT”, afferma Elisa Ervas, Head of Clinical Data Governance Unit, Deda Next. “Questo percorso migliora l’affidabilità delle informazioni e crea fiducia all’interno delle organizzazioni, mostrando come i dati possono diventare un alleato invisibile per le aziende e per le persone”
6 Ottobre 2025
L
Patrizia Licata
Giornalista
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Un uso consapevole dei dati nella sanità permette di migliorare il sistema e le cure per i pazienti. Ma come si trasformano i dati in opportunità strategica? Superando la frammentazione per innovare il modello stesso della sanità, mettendo il paziente al centro. Ciò si ottiene con la data governance, elemento fondante di ogni approccio basato sui dati e di qualunque implementazione tecnologica e, in particolare, dell’IA.
“Il settore sanitario è stato attraversato negli ultimi anni da una trasformazione profonda: oggi si attribuisce al dato un valore strategico” evidenzia Elisa Ervas, Head of Clinical Data Governance Unit, Deda Next. “La capacità di raccogliere, integrare e analizzare grandi volumi di informazioni rappresenta una risorsa fondamentale per supportare decisioni più consapevoli, migliorare l’efficienza dei processi di cura e ottimizzare la distribuzione delle risorse disponibili”.
Gli investimenti previsti dal PNRR hanno impresso un’accelerazione significativa all’evoluzione digitale della sanità italiana, favorendo la diffusione di tecnologie avanzate e aprendo la strada all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Ma il rischio è di non riuscire a utilizzare il patrimonio di dati per migliorare la salute delle persone. “Per questo noi parliamo non di big data, ma di better data: il fattore decisivo non è la quantità ma la qualità”, afferma Ervas.
Lo spazio europeo dei dati sanitari, il PNRR e il Fascicolo Sanitario Elettronico
Dal punto di vista normativo, la strada per la trasformazione della strategia sui dati nella sanità è segnata dal Regolamento UE 2025/327, che istituisce lo Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS): questo permetterà ai cittadini di accedere alle proprie informazioni sanitarie ovunque nell’Unione e ai sistemi sanitari di confrontarsi su scala sovranazionale.
In Italia la sfida si lega direttamente al percorso di rinnovamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Entro il 2026, grazie ai fondi del PNRR, dovrà essere garantita la piena interoperabilità tra le Regioni e la connessione con lo spazio europeo dei dati sanitari.
Che cosa implica tutto questo, in concreto, per le nostre aziende sanitarie? Attuare una governance che permetta di unificare e razionalizzare i dati, superando i silos informativi. La qualità del dato è il requisito imprescindibile sia per la conformità normativa che per garantire interventi tempestivi e appropriati a beneficio dei pazienti e degli operatori.
Sanità, dai big data ai better data per una vera trasformazione digitale
“L’era dei big data ha portato a un accumulo massiccio di informazioni, spesso poco strutturate e difficilmente traducibili in conoscenza. Ciò di cui abbiamo bisogno, invece, è un dato di qualità”, ribadisce Ervas: “Dataset meno estesi ma accurati, aggiornati e rappresentativi permettono di gettare basi affidabili per modelli predittivi realmente efficaci, in grado di orientare le decisioni cliniche e organizzative e di ridurre i rischi di errore”.
La vera sfida non è tecnologica, ma culturale e organizzativa. I flussi che arrivano dai sistemi informativi ospedalieri o dai dispositivi per la salute in possesso dei pazienti possono essere trasformati in conoscenza solo se sottoposti a processi di standardizzazione, certificazione e controllo. La strategia di data governance deve essere necessariamente condivisa dalle direzioni sanitarie con il loro IT, definendo ruoli, responsabilità e priorità.
“La strategia di data governance è la base della trasformazione digitale” – osserva Ervas -“ed è importante che le aziende sanitarie siano accompagnate in questo percorso, perché si tratta di superare la tradizionale separazione fra le divisioni che si occupano di strategia e quelle che si occupano di dati e tecnologie. Anche il metodo è importante – prosegue la manager di Deda Next -: il nostro è fatto di ascolto, co-progettazione e progressione per priorità”.
È un approccio che permette di coniugare la visione strategica con la concretezza dei benefici quotidiani: più che algoritmi o dashboard sofisticate, ciò che convince clinici e manager è vedere tempo risparmiato e processi semplificati.
La strategia condivisa e l’approccio data-centrico
Una volta che esiste una strategia condivisa si passa all’azione, delineando le aree critiche e valutando quali sono i dati già disponibili. Quindi si introducono i processi di standardizzazione e di certificazione dei dati. Solo dopo si possono applicare le tecnologie innovative. Questo percorso migliora l’affidabilità delle informazioni e crea fiducia all’interno delle organizzazioni, mostrando come i dati possano diventare un alleato invisibile che restituisce tempo e valore alle aziende e alle persone.
“L’errore più comune è pensare di aggiungere un software in più ai software esistenti”, afferma Ervas. “Vale anche per l’intelligenza artificiale. I modelli IA sono già disponibili, ma la vera sfida è preparare il terreno per l’IA. Per questo noi lavoriamo sull’approccio data centrico. È un metodo molto pratico, che valorizza il patrimonio dei dati tramite la qualità, i processi di alimentazione, la rappresentatività e la correzione degli errori. Poi, una volta stabilita la qualità del dato e individuati gli use case, si può estrarre valore aggiunto dalla tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale”.
Un caso concreto è quello di un’azienda sanitaria con cui Deda Next ha collaborato per alcuni progetti in ambito PNRR. La necessità era di valutare le performance delle varie strutture organizzative, mettendo insieme dati di vario tipo – economici, indicatori dei volumi dell’attività e altri richiesti a livello normativo. Per esempio, occorreva efficientare il monitoraggio delle liste d’attesa e di altri parametri che sono all’interno del nuovo sistema di garanzia.
L’azienda già svolgeva queste operazioni, ma con grande dispendio di risorse. Avvalendosi di una metodologia condivisa con Deda Next sono state sviluppate nuove soluzioni che integrano i dati economici, clinici e di attività, aggiornati in tempo reale e accessibili direttamente dai responsabili di reparto. Questo ha trasformato verifiche trimestrali o semestrali in strumenti di monitoraggio sempre a disposizione degli operatori (che possono usufruire sempre del dato aggiornato in completa autonomia), restituendo agilità e capacità di intervento tempestivo.
L’abilitazione tecnologica: ABACO
Lo strumento che Deda Next propone ai clienti per integrare e rendere fruibili i dati è ABACO, la sua suite modulare di cruscotti interattivi progettata specificamente per il settore sanitario. ABACO consente di monitorare indicatori di performance, analizzare dati di ricovero e prestazioni ambulatoriali e supportare decisioni strategiche e operative.
La piattaforma si adatta ai diversi casi d’uso, garantendo qualità, trasparenza e autonomia alle strutture che la utilizzano. È uno strumento concreto per una governance dei dati efficace, che avvicina la sanità italiana a un modello predittivo e realmente centrato sul paziente.
A ciò si uniscono la competenza di Deda Next nel settore sanitario, ovvero la sua profonda conoscenza del mercato e dei suoi processi, e l’affiancamento del cliente con l’approccio di un partner, non di un semplice fornitore di un prodotto.
La sanità del futuro: dalla centralità del dato all’ospedale paperless
Il modello data-centrico, che valorizza il patrimonio di dati esistente, è il punto di partenza per una sanità efficiente, capace di costruire modelli predittivi e di migliorare anche il lavoro dei sanitari. L’ospedale del futuro è un ecosistema di cura della persona: la qualità del dato si deve tradurre in qualità del percorso assistenziale, dalla prevenzione alla terapia.
L’ospedale del futuro potrebbe anche essere un luogo dove il paziente non dovrà più portare con sé cartelle cartacee o referti sparsi, ma potrà contare su un ecosistema digitale integrato, accessibile e trasparente. Un ospedale paperless, che, come accade per ogni rivoluzione digitale, non si fonderà solo sulle infrastrutture tecnologiche, ma su un cambiamento nelle abitudini e nei processi organizzativi.
La disponibilità di dati clinici aggregati e anonimizzati può alimentare anche logiche di open data e open government, rendendo il patrimonio informativo un bene condiviso per la ricerca, la pianificazione sanitaria e la responsabilità pubblica. Dal monitoraggio dell’antibiotico-resistenza fino a scenari previsionali basati su dati ambientali e sociali, anche qui l’occasione è storica e, ancora una volta, fondata sulla governance dei dati.