La centralità del dato nella Politica di Coesione

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La centralità del dato nella Politica di Coesione: qualità, cultura e innovazione per una governance efficace

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La governance pubblica dell’innovazione si gioca sulla qualità del dato, oggi centrale grazie all’adozione di AI Act e Data Act. L’affidabilità dei dati consente di prendere decisioni più rapide ed efficaci, supportare interventi correttivi tempestivi e promuovere una cultura amministrativa orientata ai risultati concreti e misurabili. Ne abbiamo parlato con Riccardo Monaco, Direttore Generale Ufficio per il rafforzamento della capacità amministrativa per le politiche di coesione, Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Sergio Negro, Direttore Generale Autorità di Gestione Fondo Europeo di Sviluppo Regionale della Regione Campania

6 Ottobre 2025

F

Patrizia Fortunato

Content Editor, FPA

foto per articolo Foto di Devin Avery su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/persona-che-tiene-lobiettivo-nero-della-fotocamera-VBBs_SWsdwU

È sulla qualità del dato che si gioca la partita della governance pubblica italiana sull’innovazione, soprattutto ora che l’intelligenza artificiale ha trovato la sua cornice legale a livello europeo e nazionale. Con l’adozione dell’AI Act (Regolamento UE 2024/1689) e della Legge n. 132 del 2025, l’utilizzo corretto, trasparente e responsabile dell’intelligenza artificiale parte da un presupposto fondamentale: dati affidabili, sicuri e verificabili secondo un approccio antropocentrico.

Il Data Act (Regolamento UE 2023/2854), entrato in vigore l’11 gennaio 2024 e applicabile dal 12 settembre 2025, segna un ulteriore passo verso la creazione di un vero e proprio ecosistema dei dati, come richiesto dalla European Data Strategy. La qualità del dato non costituisce, dunque, solo una precondizione tecnica per l’IA (come previsto dalla legge italiana): diventa la chiave per un cambiamento orientato alla trasparenza amministrativa, alla fiducia dei cittadini, all’efficacia delle decisioni pubbliche e alla tracciabilità degli investimenti.

Nel campo della gestione dei Fondi Europei, investire sulla qualità del dato vuol dire dotare le amministrazioni di uno strumento chiave per monitorare, valutare e indirizzare efficacemente le politiche di investimento. Su questa idea convergono Riccardo Monaco, Direttore Generale Ufficio per il rafforzamento della capacità amministrativa per le politiche di coesione, Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Sergio Negro, Direttore Generale Autorità di Gestione Fondo Europeo di Sviluppo Regionale della Regione Campania, già intervenuti sul tema durante la tavola rotonda “Capacità amministrativa e fondi europei” a FORUM PA 2025, organizzata in collaborazione PA Advice.

Cultura del dato, formazione e collaborazione: verso una PA data-driven

“Attraverso Programmi cofinanziati dall’Unione europea quali il PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 e – attualmente – il PN Capacità per la Coesione 2021-2027, il Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri investe da molti anni in iniziative di supporto al sistema della politica di coesione attraverso la disponibilità di dati e informazioni utili in primis per i policy makers per consentire la definizione di politiche supportate da evidenze empiriche ma anche per ricercatori, media e cittadini che in questo modo possono partecipare e monitorare l’attuazione degli interventi sui territori”, sottolinea Riccardo Monaco a FPA.

Affinché però l’accesso ai dati possa promuovere partecipazione, responsabilità e decisioni migliori, è necessario qualcosa in più: una vera e propria cultura del dato, condivisa e diffusa a tutti i livelli dell’amministrazione.

“La promozione di una cultura della qualità del dato deve fare leva su diversi elementi: senz’altro – prosegue Monaco – la formazione e un approccio bidirezionale nella comunicazione delle amministrazioni nonché la disponibilità di strumenti operativi condivisi. Favorire la collaborazione tra enti è essenziale per rafforzare questa cultura, un aspetto fondamentale nell’azione del Sistema dei Conti Pubblici Territoriali che, già dagli anni ’90, ha costruito una rete tra tutte le amministrazioni a livello centrale e territoriale coinvolgendo anche istituzioni quali ad esempio Istat, Ragioneria Generale dello Stato, Banca d’Italia, che producono dati utili all’implementazione e al controllo del Sistema CPT”.

Sensibilizzare chi gestisce i fondi sull’importanza di avere dati tempestivi, aggiornati e accurati passa anche attraverso la trasparenza e il riuso dei dati. Va in questa direzione – continua Riccardo Monaco – l’azione svolta da OpenCoesione attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, delle organizzazioni della società civile e delle scuole – con il progetto A Scuola di OpenCoesione – rappresentando una leva per rafforzare la consapevolezza sul valore del dato e incrementare l’attenzione da parte di tutte le amministrazioni coinvolte nella gestione dei fondi. Inoltre, grazie alla partecipazione all’Open Government Partnership, “OpenCoesione si è impegnata a pubblicare dataset aggiornati e a integrare attività di data storytelling nei Piani d’Azione Nazionali, aumentando la trasparenza e la partecipazione civica”.

Il Dipartimento per le Politiche di Coesione spinge sull’integrazione tra partecipazione civica e innovazione tecnologica, sperimenta dashboard interattive e strumenti avanzati di data visualization, integra dataset pubblici e utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare la gestione dei dati. L’esempio di OpenCoesione, citato da Monaco, è significativo: “OpenCoesione da oltre dieci anni pubblica dati aperti, accurati e in formato machine readable sugli interventi della politica di coesione europea e nazionale. Informazioni che offrono una base solida per analisi, valutazioni e politiche basate su evidenze e uno strumento strategico per chi governa e prende decisioni”.

Accanto alle iniziative già citate, il Dipartimento sta lavorando anche ad altre iniziative specifiche finanziate dal Programma Nazionale Capacità per la Coesione 2021-2027 sulla gestione e analisi di dati tra cui una in particolare per la realizzazione di uno strumento orizzontale di intelligence che punta a valorizzare – attraverso l’integrazione di dati provenienti da diversi sistemi informativi e utilizzando anche modelli di machine learning – gli elementi conoscitivi utili a orientare i processi decisionali per la politica di coesione e analizzare le performance degli investimenti in tempi utili per eventuali correzioni.

“Tutto questo – precisa Monaco – si muove in una visione più ampia di governance dei dati, in linea con gli standard di qualità europei, in cui la trasparenza e la responsabilità vengono rafforzate anche attraverso il coinvolgimento e la partecipazione per trasformare i dati in un vero motore di conoscenza condivisa e supporto alle decisioni, per rendere le politiche pubbliche più efficaci, tracciabili e orientate ai territori”. Il Dipartimento supporta inoltre due iniziative volte a migliorare la conoscenza e la gestione dei dati sulla politica di coesione attraverso i due progetti ReGis Coesione e ReGis Sistema Nazionale di Monitoraggio. “Realizzati dalla Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono fortemente integrati e complementari e hanno l’obiettivo di migliorare la tempestività e la qualità delle informazioni necessarie per la progettazione, l’attuazione e la valutazione delle Politiche di Coesione, potenziando le modalità di scambio dati con i sistemi informativi locali delle Amministrazioni, e di valorizzare i dati dei diversi sistemi informativi rendendo visibili gli impatti dei progetti finanziati dai Fondi UE su scala territoriale”.

Dati di qualità per l’efficienza amministrativa in Campania

Questo approccio sinergico tra digitalizzazione, formazione e affiancamento crea le condizioni per una pubblica amministrazione più trasparente, reattiva e orientata ai risultati, come dimostra l’esperienza della Regione Campania, che ha avviato l’intervento[1] di supporto alla qualità del dato nell’ottobre 2024, finanziato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione. Il percorso adottato comprende, oltre al miglioramento tecnologico del sistema SURF[2] (Sistema Unico Regionale Fondi), anche la sensibilizzazione degli attori coinvolti – in particolare gli enti attuatori – sull’importanza di alimentare costantemente e in modo coerente i flussi informativi.

“L’esperienza maturata con il sistema informativo SURF – afferma Sergio Negro, AdG Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – ha evidenziato come la tecnologia da sola non sia sufficiente se non è integrata adeguatamente nei processi amministrativi e non è in grado di efficientarli, supportandoli con evidenze oggettive basate sui dati, superando la logica dell’adempimento formale per abbracciare una visione orientata alla conoscenza, alla valutazione e alla capacità di intervento tempestivo. Una gestione efficace dei fondi europei richiede istituzioni solide, sistemi informativi avanzati e una cultura amministrativa orientata alla trasparenza, alla performance e alla responsabilità. In questo contesto, il rafforzamento della capacità amministrativa e della governance del dato assume un ruolo strategico, diventando la condizione abilitante per una Politica di Coesione davvero efficace e centrata sui risultati”.

Il progetto per il miglioramento della qualità del dato, infatti, nasce all’interno di un più ampio percorso di rafforzamento amministrativo che la Regione Campania ha avviato con l’approvazione del Piano di Rigenerazione Amministrativa per la Coesione 2021-2027. Nel nuovo paradigma delineato dal PRigA – sottolinea Negro -, il monitoraggio non è più concepito come un mero adempimento tecnico, ma come una funzione di indirizzo strategico. La qualità del dato – intesa come coerenza, accuratezza, integrità, tempestività e completezza – diventa una leva centrale per potenziare la governance dei programmi, facilitando l’adozione di misure correttive rapide e mirate e favorendo una cultura della performance basata su evidenze concrete”.

Consapevole dell’importanza di una visione incentrata sul valore strategico dell’informazione, la Regione Campania ha avviato un percorso di miglioramento continuo dei propri sistemi digitali, puntando su strumenti di Business Intelligence e sull’adozione di pratiche orientate alla valorizzazione del dato, supportata in questo processo dall’affiancamento e dalle competenze consulenziali di PA Advice. Soprattutto, è stato sviluppato un set strutturato di dashboard e report che offrono riscontri tempestivi, supportando monitoraggio, controllo e rendicontazione.

La prima fase del progetto ha portato a risultati misurabili: miglioramento dei processi interni, verifica e qualificazione delle informazioni, individuazione di incoerenze e disallineamenti spesso latenti. E se tutto questo sembra un traguardo raggiunto solo da alcune realtà, la prospettiva futura è quella della replicabilità. Il modello di innovazione avviato dalla Regione Campania è infatti estendibile ad altri contesti istituzionali — Ministeri, enti locali, altre Regioni — che gestiscono fondi europei e necessitano di strumenti avanzati per supportare i processi decisionali.

Il ritardo nella registrazione delle informazioni, l’assenza di dati aggiornati e la difficoltà nella localizzazione degli interventi rappresentano sfide ancora aperte, che il nuovo modello di governance mira a superare. “Con una visione di lungo periodo, la Regione Campania punta a trasformare gli strumenti digitali di gestione dei dati in vere e proprie piattaforme di governo della Politica di Coesione: ambienti digitali intelligenti capaci di guidare una pubblica amministrazione sempre più moderna, reattiva, consapevole e orientata ai bisogni reali dei cittadini e dei territori”.

In conclusione, la sfida che unisce centro e territori è costruire un’Amministrazione realmente data-driven, in cui la qualità del dato sia motore di fiducia, trasparenza, e capacità di risposta ai bisogni reali della società.


[1] L’intervento rappresenta un modello replicabile di miglioramento continuo, realizzato in collaborazione con P.A. Advice, Intellera Consulting e Politecnico di Milano.

[2] SURF (Sistema Unico Regionale Fondi) della Regione Campania è un sistema informativo progettato per supportare programmazione, attuazione, monitoraggio, controllo e certificazione dei programmi di investimento pubblico della Regione Campania. Rappresenta il sistema di scambio elettronico dei dati tra le Autorità responsabili dei Programmi, gli Organismi Intermedi e i Beneficiari.

Recapiti
di Patrizia Fortunato