Educare alla prevenzione: una proposta per la scuola primaria
In un mondo sempre più esposto a eventi critici – naturali, ambientali o sociali – più frequenti e difficili da prevedere, è fondamentale che l’educazione alla prevenzione entri a far parte della proposta scolastica. La riduzione del rischio di disastri e la preparazione alle emergenze non sono semplicemente un insieme di regole o procedure tecniche da applicare in caso di pericolo ma rappresentano un percorso educativo che aiuta bambini e adolescenti a comprendere i rischi, gestire situazioni difficili, sviluppare benessere e senso di sicurezza.
In questo articolo troverei alcune proposte per realizzare un percorso di consapevolezza articolato in tre fasi: conoscenza, sperimentazione e partecipazione. L’obiettivo è rafforzare il senso di iniziativa dei bambini, costruire competenze di cittadinanza, potenziare la preparazione e la resilienza ai disastri e migliorare la capacità di rispondere alle emergenze con maggiore consapevolezza e sicurezza.
Ed ora è il momento di iniziare a riempire il nostro zaino dell’emergenza… Let’s go!
Un percorso educativo per giovani agenti del cambiamento
Inizieremo con il riempire lo zaino di “conoscenza”, questo è il primo passo fondamentale per introdurre i bambini e le bambine al tema della riduzione del rischio di disastri. In questa fase, l’obiettivo principale è fornire strumenti chiari e accessibili per aiutarli a comprendere cosa sono i pericoli naturali, quali ne sono le cause e quali potrebbero essere le conseguenze.
Per parlare del cambiamento climatico, potresti ispirarti al percorso Climate Kids presente nella piattaforma Feel Safe.
Per prima cosa potresti partire col far riflettere i tuoi studenti e le tue studentesse sull’impatto ambientale delle loro scelte quotidiane, introducendo il concetto di zaino ecologico in modo semplice e coinvolgente. Inizia col stimolarli attraverso un breve brainstorming per raccogliere le loro idee e cosa immaginano sentendo la parola “zaino ecologico”. Poi disegna un grande zaino sulla lavagna, pieno di libri, e chiedi agli alunni e alle alunne di immaginare quanto potrebbe pesare. Questo serve a introdurre la metafora dello zaino ecologico: lo zaino rappresenta l’ambiente e i libri simboleggiano i nostri consumi. Più consumiamo, più il nostro zaino diventa pesante.
Spiega poi che ogni oggetto ha un “peso invisibile”, fatto di tutte le risorse naturali utilizzate per produrlo, trasportarlo, utilizzarlo e smaltirlo. Questo peso è ciò che si definisce “zaino ecologico”. Si analizzano insieme le fasi del ciclo di vita di un prodotto: dalla progettazione allo smaltimento. A questo punto potrai stuzzicare la loro mente attraverso l’attività “Vero o falso?”, dividendo la classe in due squadre e ponendo domande sulle abitudini quotidiane sostenibili. Vince chi riesce a dare più risposte corrette in tre minuti.
Per mantenere il filo conduttore della riduzione del rischio di disastri, che comprende la preparazione, la prevenzione e la risposta, puoi proporre in continuità anche lo “zaino dell’emergenza”: uno zaino reale che contenga oggetti fondamentali in caso di calamità (come torcia, acqua, radio, medicinali, ecc.). Questo passaggio permette di collegare in modo efficace l’educazione ambientale alla protezione civile, facendo comprendere agli studenti e alle studentesse che la sostenibilità e la sicurezza sono due aspetti complementari della cittadinanza attiva. Preparare lo “zaino dell’emergenza” diventa così un esercizio pratico di responsabilità e consapevolezza, utile per rafforzare la cultura della prevenzione e della resilienza.
Il nostro zainetto inizia ad essere più pesante. Ora serve trasformare quanto appreso in comportamenti concreti e abilità pratiche. Dal conoscere passeremo allo sperimentare, “Learning by Doing”. Questa dimensione promuove l’apprendimento attraverso l’esperienza, fondamentale nelle fasi di sviluppo, e permette di interiorizzare le conoscenze attraverso il fare. Sperimentare significa mettersi alla prova, allenare la capacità di risolvere problemi, imparare a lavorare in squadra e prendere decisioni rapide. Attraverso l’esperienza si costruisce fiducia in sé stessi e negli altri, essenziale per affrontare situazioni reali con maggiore prontezza.
Comprendere quanto i rifiuti impattano a livello di cambiamento climatico può essere un primo step. È importante capire il concetto di “rifiuti zero” e comprendere quali strategie adottare nella vita quotidiana per ridurre al minimo l’impatto ambientale dei nostri consumi. Inizia aprendo un breve dibattito in classe in cui gli alunni e le alunne condividono cosa significa per loro “rifiuti zero”. Dopo il confronto si esplorano le quattro parole chiave per una città sostenibile:
- Riduzione degli sprechi e degli acquisti inutili,
- Riutilizzo degli oggetti per prolungarne la vita,
- Riciclaggio con una corretta raccolta differenziata,
- Compostaggio degli scarti organici.
Puoi dividere nuovamente in gruppi di lavoro la tua classe, ciascun gruppo analizza una serie di materiali e decide come gestirli (ridurre, riutilizzare, riciclare o compostare), motivando le proprie scelte. È fondamentale far comprendere che “rifiuti zero” non è solo una strategia, ma un vero e proprio modo di vivere, fatto di scelte quotidiane più consapevoli.
Il nostro zaino è ormai pieno di sapere ed è ora di rendere i bambini parte attiva del processo di conoscenza.
La partecipazione rappresenta la fase finale del percorso educativo, in cui i bambini e le bambine applicano attivamente i concetti appresi e diventano modelli di riferimento per sé stessi e per gli altri.
Partecipare significa valorizzare le idee e le opinioni dei bambini e delle bambine, riconoscendo il loro ruolo all’interno della scuola e della comunità più ampia. Questa dimensione si basa sul principio che tutti possono contribuire in modo significativo alla sicurezza collettiva, se adeguatamente supportati e coinvolti. Attraverso questa partecipazione inclusiva è possibile sviluppare senso di responsabilità e appartenenza. Diventano agenti di cambiamento consapevoli, capaci di portare i messaggi di prevenzione appresi a scuola anche nelle loro famiglie e comunità.
L’attività ha come obiettivi quelli di mettere in pratica ciò che si è appreso nelle fasi precedenti, sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul cambiamento climatico e sull’importanza dell’attivismo giovanile e far comprendere loro i comportamenti corretti da adottare in caso di emergenza.
Puoi mostrare il video con il discorso di Greta Thunberg alle Nazioni Unite e aprire una discussione sul ruolo attivo dei giovani nel promuovere cambiamenti sociali e ambientali; per riportarli ai disastri ambientali ormai largamente diffusi negli ultimi anni, potresti mostrargli delle immagini di situazioni generali, come forti piogge, ma anche esempi positivi, come i “giovani angeli del fango” o le squadre di emergenza in azione. Puoi valutare di indirizzare i tuoi studenti e le tue studentesse lasciandogli del materiale cartaceo (quotidiani, riviste) o indirizzarli in siti internet (magari spiegando loro come trovare siti attendibili senza fake news!). Infine, concludere sull’importanza di comportarsi in maniera consapevole senza mettere a rischio se stessi e gli altri.
Pronti, partenza… clima: attivisti per un giorno
Divisi in gruppi, i bambini e le bambine diventano “attivisti per un giorno”, cercando nel proprio zaino della conoscenza hanno ora il compito di preparare un breve discorso immaginando di aprire un evento dedicato ai giovani e al clima. I discorsi potrebbero essere presentati in classe o valutare di organizzare una “challenge” nel tuo Istituto.
Il futuro si prepara a scuola
Educare alla prevenzione e alla resilienza non è solo un compito educativo, ma un investimento nel futuro delle nuove generazioni. Attraverso attività coinvolgenti e significative, ogni alunno e alunna può scoprire il proprio potenziale nel diventare parte della soluzione, non solo spettatore del problema. Dallo zaino ecologico alla gestione dei rifiuti, dall’apprendimento esperienziale all’attivismo consapevole, ogni fase contribuisce a costruire una cultura della prevenzione profonda e duratura.
Il cambiamento climatico e i rischi naturali non sono problemi irrisolvibili né lontani: sono sfide reali che possiamo affrontare con conoscenza e preparazione. Educare oggi significa costruire una società più consapevole e responsabile domani. E tutto inizia da qui, dalla scuola, dove ogni classe può diventare un presidio attivo di resilienza per l’intera comunità.
L’autrice
Miriam Masciopinto è pedagogista e lavora per l’Area Emergenze di Save the Children Italia ETS come Field Coordinator. Si occupa di emergenze nazionali, coordinando progetti nelle fasi di risposta immediata, post-emergenza e riduzione del rischio.