LEPORINUS - CSArt

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LEPORINUS
è la nuova installazione di Antonella De Nisco, che sarà inaugurata mercoledì 22 ottobre 2025 alle ore 10.00 presso l’Istituto Angelo Musco nel quartiere Librino a Catania, nell’ambito del Museo Urbano MAGMA. L'installazione site-specific è parte integrante della Triennale della Contemporaneità 2025, promossa dalla Fondazione Antonio Presti. La cerimonia inaugurale sarà arricchita dalla presentazione di Gabriella Bonini, storica del paesaggio, che offrirà un approfondimento sul valore e il significato dell’opera nel contesto territoriale e culturale.

Nel cuore di Librino, antica terra “della lepre”, il progetto riconnette la memoria del luogo alle sue radici selvatiche. Le lepri di Librino, sagome leggere e silenziose, riemergono dai margini urbani come segni di continuità tra passato e presente. Nella loro corsa immaginaria tra rotonde, cigli e prati residuali, restituiscono al quartiere un’identità condivisa: quella di una comunità che, come le lepri, conserva dentro di sé una forte vitalità e una libertà antica.

Quando l’arte incontra il paesaggio, dice Gabriella Bonini, riesce a captarne l’anima e a fondersi con esso. Arte e paesaggio diventano un’unica entità che condivide la stessa vita. Ma l’intervento artistico di Antonella De Nisco va oltre: LEPORINUS è LIBRINO, un luogo reale fatto di persone, pensieri e azioni che consolidano ulteriormente il legame tra arte, paesaggio e comunità, definendo l’identità stessa del luogo.

Le tre grandi lepri, dai contorni netti, decisi e precisi ma al contempo leggere e gioiose, si stagliano nel cielo e si confondono con l’aria, le nuvole e il vento, ma anche con i nostri pensieri. Sono lì, pronte a ricevere, filtrare e riflettere continuamente nuovi pensieri e raggi di sole. Si tratta di strutture, o meglio di contorni, che abbracciano il paesaggio circostante, donandogli profondità, come una cornice che si arricchisce di nuovi sguardi al muoversi dei nostri occhi. Al contempo, comunicano l’antico spirito di questo luogo.

Siamo sospesi tra cielo e terra, tra un’opera nata dalle mani dell’uomo e uno sguardo che abbraccia un orizzonte inclusivo, attento e rispettoso delle diverse voci e prospettive che lo compongono. Sono quelle dei bambini, dei giovani, delle donne e degli uomini di un intero quartiere. Per loro si è instaurato un legame profondo tra conoscenza e amore, tra ricerca della bellezza e accettazione della quotidianità. A questo contribuisce anche il colore delle lepri, come fossero vivaci creature che saltano tra il sole e i prati, assorbendo e riflettendo i colori in un dialogo continuo con il territorio.

Da anni Antonella De Nisco conduce la sua ricerca artistica tra pratica e concettualità, partendo sempre dal luogo che ispira il suo fare creativo. Ogni luogo, anche il più anonimo, può essere arricchito e avere una nuova vita attraverso l’immaginazione e, quindi, l’opera d’arte. Una volta realizzata, l’opera esce dall’esperienza estetica fine a sé stessa per entrare in relazione e interazione con il paesaggio, l’ambiente e i suoi abitanti.

Si può parlare certamente di arte pubblica come percorso artistico volto a creare relazioni tra arte, conoscenza, luogo e comunità, ma anche a tessere un racconto che intreccia la memoria soggettiva con quella collettiva di un quartiere, di una città, o di aree fragili. In questa prospettiva, le grandi lepri rappresentano forme archetipiche, ancestrali, da osservare e ri-osservare con meraviglia, invitandoci a riflettere sulle nostre fragilità e su quelle del territorio.

Questo è il grande impegno in senso ambientalista portato avanti come missione dall’artista De Nisco: lavorare e intervenire al di fuori delle gallerie, valorizzando la partecipazione e tutte quelle dinamiche che legano il territorio ai suoi abitanti e alle istituzioni, con l’obiettivo di intercettare i bisogni della società civile e dar loro voce. Ne deriva un uso gioioso e democratico dello spazio, con effetti positivi sul benessere del singolo e della collettività.

Queste lepri sono magici strumenti per ascoltare, guardare e narrare i luoghi; diventano monocoli giganti rivolti verso paesaggi e persone, vibranti di ombre e luci mutevoli nel corso della giornata e delle stagioni. Sguardi in continuo divenire, come lo siamo noi, e il volto del paesaggio che ci circonda e ci accoglie.

Antonella De Nisco vive a Reggio Emilia. Laureata in Storia dell'Arte (Università di Parma) e diplomata in Pittura (Accademia di Belle Arti di Bologna), ha seguito corsi di Alta Formazione in Didattica Laboratoriale (Università di Bologna). Accanto all'attività espositiva, l'artista collabora a progetti, installazioni, eventi, lezioni, pubblicazioni e percorsi formativi. È autrice di articoli e ricerche sulla didattica dell'arte. Con l'architetto Giorgio Teggi ha teorizzato Per un'arte clandestina, continuando a praticarla nell'ideazione di progetti sperimentali. Insieme hanno fondato l'associazione LAAI (Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante), che realizza installazioni in contesti quotidiani per creare luoghi di sosta, cura e riflessione poetica. Collabora con la Scuola di Paesaggio “Emilio Sereni” (Museo Cervi, Gattatico, RE) e svolge attività creative in scuole, teatri, musei, comuni e luoghi naturali attraverso mostre e interventi site-specific.

Recapiti
CSArt - Comunicazione per l'Arte