E’ dell’8 ottobre una lettera aperta firmata da tutto il personale dell’AICS al ministro Tajani. I 300 membri deIl’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), pur accogliendo con sollievo la notizia del raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e, auspicando che esso rappresenti un passo concreto verso la fine delle ostilità, esprimono profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e chiede un intervento deciso del Governo italiano per il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
COSPE sostiene e sottoscrive questa presa di posizione di operatori e operatrici nella cooperazione internazionale che come noi lavorano in contesti segnati da guerre, crisi e disuguaglianze e credono in una cooperazione ispirata ai valori di pace, giustizia e umanità.
Nella lettera si condannano fermamente sia l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 sia il regime di apartheid imposto da Israele ai palestinesi e si denuncia la catastrofe umanitaria causata dalle operazioni militari israeliane a Gaza, con migliaia di vittime civili, distruzione di infrastrutture essenziali e ostacoli agli aiuti umanitari. Di seguito le richieste principali della lettera:
- Riconoscimento dello Stato di Palestina come atto politico, giuridico e morale.
- Sospensione immediata di esportazioni e transito di armi verso Israele, in base alle leggi italiane e ai trattati internazionali.
- Revisione o sospensione degli accordi di cooperazione economica, commerciale e tecnico-militare con Israele fino al rispetto del diritto internazionale.
- Promozione di corridoi umanitari sicuri e senza ostacoli per la popolazione civile di Gaza.
- Condanna pubblica del blocco navale e degli abbordaggi di imbarcazioni civili da parte di Israele, in quanto violazioni del diritto internazionale umanitario.
Si chiede inoltre al Ministro di farsi portavoce presso il Governo affinché l’Italia agisca in modo chiaro e coerente per la pace, la giustizia e la tutela dei diritti umani, in linea con la Costituzione e gli obblighi internazionali.
Qui di seguito e in allegato la lettera
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Onorevole Ministro,
noi, membri del personale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Le scriviamo con profonda preoccupazione e senso di responsabilità per richiedere il Suo autorevole intervento volto ad assicurare che l’Italia adempia pienamente ai propri obblighi in materia di tutela e promozione dei diritti umani, conformemente ai principi sanciti dalla nostra Costituzione e dal diritto internazionale.
Condanniamo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, così come il regime di apartheid che Israele ha imposto al popolo palestinese ormai da decenni. Riteniamo che nessuna azione armata, seppure esercitata a titolo di autodifesa, possa ritenersi legittima qualora non rispetti i principi fondamentali del diritto internazionale, tra cui quelli di necessità, distinzione, proporzionalità e precauzione.
Le operazioni militari condotte da Israele nella Striscia di Gaza, protratte ormai da due anni, hanno, infatti, provocato una catastrofe umanitaria senza precedenti: decine di migliaia di vittime civili, in larga parte donne e bambini; distruzione estesa e sistematica di abitazioni, ospedali, scuole, campi profughi, infrastrutture idriche ed elettriche; e un assedio totale che impone sfollamenti forzati di massa e ostacoli deliberati all’accesso degli aiuti umanitari. Queste condizioni hanno condotto ad una privazione prolungata e intenzionale di mezzi essenziali di sussistenza, generando fame diffusa e carestia, proclamata ufficialmente dalle Nazioni Unite lo scorso 22 agosto.
A livello internazionale, numerosi organismi delle Nazioni Unite hanno già espresso con chiarezza la gravità della situazione in Gaza e le responsabilità giuridiche che ne derivano.
La Corte Internazionale di Giustizia, con ordinanza del 26 gennaio 2024, ha riconosciuto la plausibilità delle accuse di genocidio mosse dal Sud Africa contro Israele, respingendo la richiesta di archiviazione e ordinando misure cautelari vincolanti ai sensi dell’art. 41 dello Statuto, per prevenire un “préjudice irréparable”.
La Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente dell’ONU, nel rapporto presentato al Consiglio per i Diritti Umani il 16 settembre 2025, ha concluso che Israele ha commesso atti costitutivi di genocidio nella Striscia di Gaza, confermando le analisi della Relatrice Speciale sui Territori Palestinesi Occupati.
La Corte Penale Internazionale, il 21 novembre 2024, ha emesso mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, tra cui l’uso della fame come metodo bellico e attacchi deliberati contro civili.
Infine, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel rapporto del 3 giugno 2024, ha inserito le forze armate israeliane e Hamas nella lista delle parti responsabili di gravi violazioni dei diritti dei bambini, tra cui uccisioni, mutilazioni, attacchi a scuole e ospedali e sequestri.
Alla luce di tali pronunce internazionali e degli obblighi giuridici da esse derivanti, riteniamo imprescindibile che l’Italia dia piena attuazione ai propri impegni costituzionali e legislativi.
In particolare, l’azione del nostro Governo deve rispettare:
- L’art 1 l della nostra Costituzione in base al quale: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”,
- l’art. 117 della nostra Costituzione che, in combinato con l’art 11, vincola l’Italia al rispetto degli obblighi internazionali, tra cui la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948;
- e l’art. 1 della legge 125/2014 secondo cui“La cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace, di seguito denominata «cooperazfone allo sviluppo», è parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai principi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione La sua azione, conformemente al principio df‘ cui all’articolo 11 della Costituzione, contribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui principi di interdipendenza e partenariafo”.
In coerenza con tali principi e obblighi, noi – operatori impegnati quotidianamente in contesti segnati da guerre, crisi e disuguaglianze – ci uniamo a quanto richiesto dai dipendenti della Farnesina con lettere precedenti e chiediamo che il Governo italiano intraprenda azioni concrete e coerenti con i principi costituzionali e gli obblighi nazionali e internazionali che guidano la nostra politica estera e la cooperazione allo sviluppo. Le iniziative sinora adottate dal Governo italiano, infatti, come i corridoi per studenti e bambini malati, gli aiuti alimentari, le dichiarazioni di contrarietà all’offensiva, sono passi positivi ma insufficienti rispetto alla gravità delle violazioni.
In primo luogo, riteniamo che sia giunto il momento di avviare una riflessione profonda sui rapporti bilaterali con Israele e di procedere, senza ulteriori esitazioni, al riconoscimento dello Stato di Palestina, come del resto hanno fatto molti paesi europei e stati membri delle Nazioni Unite. Questo atto rappresenterebbe non solo un gesto politico di grande valore, ma anche un dovere giuridico e morale, in linea con il principio di autodeterminazione dei popoli.
In secondo luogo, chiediamo che l’Italia sospenda immediatamente le esportazioni e il transito sul territorio italiano di armi, munizioni, componenti e tecnologie a uso militare e a dual use verso Israele, in considerazione del rischio di pregiudizio irreparabile e delle gravi violazioni accertate del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Tale misura è prevista dalla legge n. 185/1990, dal Trattato sul commercio delle armi, e dalla Posizione Comune dell’UE 2008/944/PESC, che impongono il rispetto dei diritti umani come condizione imprescindibile per il commercio di armamenti.
In terzo luogo, riteniamo necessario rivedere o sospendere gli accordi di cooperazione economica, commerciale e tecnico-militare con Israele, fino a quando non sarà garantito il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e delle sentenze e ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia. L’ Italia non può continuare a intrattenere relazioni di partenariato con uno Stato che viola sistematicamente le norme fondamentali della convivenza internazionale.
In quarto luogo, chiediamo che il nostro Paese si faccia promotore del sostegno a corridoi umanitari sicuri e senza ostacoli, nel pieno rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Garantire l’accesso umanitario non è una concessione: è un obbligo inderogabile, che deriva direttamente dal diritto internazionale umanitario.
Infine, riteniamo indispensabile che l’Italia condanni pubblicamente e inequivocabilmente l’abbordaggio di imbarcazioni civili in acque internazionali da parte di forze armate israeliane, così come il blocco navale imposto dal 2009 sulle acque antistanti la Striscia di Gaza. Tali pratiche costituiscono forme di punizione collettiva vietate dall’art. 33 della IV Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, e devono essere respinte con fermezza.
Queste misure sono indispensabili per evitare complicità dirette o indirette in violazioni gravi del diritto internazionale. Come persone, cittadini italiani e dipendenti AICS, sotto la vigilanza di Codesto Ministero, impegnati ogni giorno in contesti fragili colpiti da guerre, crisi e disuguaglianze, non possiamo rimanere testimoni silenti di violazioni tanto gravi dei diritti umani.
Per questo, Onorevole Ministro, Le chiediamo, di farsi portavoce presso il Governo italiano di queste richieste legittime e urgenti, affinché l’Italia agisca senza ulteriore indugio, in adempimento del diritto internazionale e secondo il mandato istituzionale del Suo Ministero.
Confidiamo nella responsabilità del Suo incarico istituzionale affinché il nostro Paese si faccia promotore di un’azione chiara, coerente e determinante in difesa dei diritti umani, della pace e della giustizia.
13 ottobre 2025