La comunicazione è al centro di ciò che significa essere umani e ciò che tiene unita l’umanità

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

15/10/2025

Redazione

La Lectio Brevis di Anne Gregory in versione integrale

Per gentile concessione dell’autrice e della Pontificia Università della Santa Croce pubblichiamo di seguito il testo in italiano della Lectio Brevis tenuta dalla professoressa Anne Gregory in occasione della cerimonia di conferimento del dottorato honoris causa del 7 ottobre 2025. La versione originale e la traduzione di questa breve prolusione sono pubblicate sul sito della Pontificia Università della Santa Croce qui. La professoressa Anne Gregory è membro del comitato scientifico di FERPIlab, oltre che Past Chair di Global Alliance for Public Relations and Communication Management ed ex Presidente di CIPR, l’associazione dei professionisti inglesi.

È un grande onore ricevere questo Dottorato Honoris Causa, specialmente in questo anno di anniversario per la Santa Croce, ma anche in un Anno Giubilare in Vaticano.

Il Giubileo ha origine nella tradizione ebraica dove ogni 50 anni ce ne era uno: i debiti venivano cancellati, gli schiavi liberati e le terre ancestrali restituite. L’inizio dell’anno giubilare veniva annunciato con il suono dello yobel, il corno di montone. Un atto di comunicazione che segnalava l’azione. Ed è di questo che vorrei parlare brevemente oggi: comunicazione e azione.

La comunicazione è al centro di ciò che significa essere umani e ciò che tiene unita l’umanità. Coinvolge più di una persona: è un atto di condivisione. Non riguarda solo la trasmissione di informazioni, riguarda la creazione di una comunione umana e di significato. La comunicazione è una condizione per una vita umana pienamente realizzata. È anche costitutiva di ciò che significa avere e vivere nella società: togli la comunicazione e la società non esiste.

Viviamo in un mondo straordinariamente complesso, turbolento e travagliato: guerre, sconvolgimenti politici, rivoluzione tecnologica e profonda incertezza. La comunicazione sta giocando un ruolo enorme nell’alimentare questa tempesta. La propaganda delle nazioni coinvolte nel promuovere ideologie opposte; un discorso politico velenoso e divisivo che pone un essere umano contro un altro – chiamate ironicamente le guerre culturali. La tecnologia aiuta nella diffusione di mis- e disinformazione per il guadagno monetario e le ambizioni personali di pochi a scapito del bene di molti. La fiducia è nella lista delle cose in pericolo: le persone non sanno a chi rivolgersi per la verità o per una rassicurazione. L'uso strumentale della comunicazione è sempre esistito, ma oggi è diventato uno stile di vita per troppi. Sì, la comunicazione può essere enormemente distruttiva, persino minacciosa per la vita.

Ma vediamo anche la comunicazione guidare alcune delle cose più positive nel nostro mondo. Essa genera azione riguardo a come onoriamo il pianeta e l’ambiente. La condivisione di informazioni è alla base di progressi che migliorano la vita come nuovi vaccini e la nostra comprensione dell’universo. Vediamo risposte ai disastri che vengono facilitate rapidamente tramite una buona comunicazione, vediamo una voce data a chi non ha voce, e vediamo che la pace, non da ultimo nel mio paese, in Irlanda del Nord, è stata raggiunta attraverso una discussione accurata, una mediazione e una speranza condivisa di un futuro diverso emersa attraverso il dialogo. Tutto fatto tramite la comunicazione e le azioni che emergono quando le persone collaborano, cooperano e lavorano insieme per una causa comune. È l’intento, lo scopo della comunicazione che fa tutta la differenza tra il fatto che essa sia una forza positiva o negativa.

Alcuni di voi mi hanno sentita parlare della mia esperienza di conferire la Medaglia Presidenziale del Chartered Institute of Public Relations all’Arcivescovo Desmond Tutu del Sudafrica. È stato per il suo lavoro nella Commissione per la Verità e la Riconciliazione dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica. Non dimenticherò mai ciò che ha detto accettando il premio. “La comunicazione è così importante perché” e poi ha citato dal Vangelo di Giovanni nella Bibbia: “all’inizio era il Verbo e il Verbo era con Dio e il Verbo era Dio”.

La potenza di questi sentimenti è viscerale. Le parole, la comunicazione è sacra e per noi che siamo nella professione della comunicazione, questo è il nostro mestiere. Non esercitiamo una professione banale, trattiamo l’attributo umano più potente di tutti: il linguaggio. Il linguaggio modella i nostri pensieri e aspirazioni e traccia una rotta verso la loro realizzazione. È attraverso le parole e la loro realizzazione tramite l’azione che le cose accadono, che le organizzazioni raggiungono i loro scopi, che la società funziona, che gli esseri umani fioriscono.

Più avanti nello stesso capitolo del Vangelo secondo Giovanni si legge “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, pieno di grazia e verità”. Di nuovo, come è potente. Vedo questo come una sorta di vocazione per i comunicatori professionisti: compiere il loro lavoro con grazia e verità. Grazia significa bellezza, eleganza, benevolenza, tra le altre cose. È anche ciò che il mio nome significa…che grande responsabilità! Nel contesto della comunicazione la grazia non è solo riguardo al talento creativo, alla bellezza e all’eleganza, ma all’intento, all’umiltà, al pensare all’altro, al desiderio di costruire, non di distruggere. E la verità, quella è più difficile, ma so che non si tratta della “mia verità”. Si tratta di essere onesti, sì, ma è anche questione di integrità, affidabilità, credibilità, benevolenza e, per quanto possibile, oggettività con empatia. E questa non è una capacità semplice. Grazia e verità implicano il non aver paura di dire la verità al potere e di sostenere ciò che è giusto.

Nel mio lavoro ho sempre creduto con passione che la comunicazione possa essere una forza per il bene, e noi come comunità di comunicatori professionisti abbiamo un obbligo importante e profondo, a mio avviso, di cercare di creare le condizioni in cui le organizzazioni e la società possano essere buone. Questo richiede vera forza e abilità eccellenti. Comporta discussioni scomode riguardo alla natura delle decisioni che vengono prese, a chi servono queste decisioni, e come altri ne sono influenzati. Richiede comprendere il punto di vista dell’altro, una bussola etica su ciò che è giusto e corretto e un profondo apprezzamento del contesto in cui viviamo le nostre vite. Richiede la volontà di ascoltare, di essere vulnerabili, di essere impegnati nel dialogo e di credere che qualcun altro possa avere le risposte, non tu. Mira a promuovere il bene comune, non il beneficio di parte. In un mondo dove domina l’orientamento verso sé stessi e l’auto-promozione, è una sfida grande.

Quest’anno a Roma il Giubileo Papale riguarda la speranza, speranza per un mondo di giustizia sociale e di rinnovamento personale. Questo non è un sogno impossibile, ma richiede comunicazione e azione coraggiosa per realizzare la grande ambizione di queste parole. Ci vogliono persone dedite alla grazia e alla verità per realizzarlo. 

Grazie dal profondo del mio cuore.

Recapiti