Viola Ardone, Tanta ancora Vita. Giulio Einaudi editore

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Una mattina, Vita apre la porta di casa e trova, accoccolato sull’uscio, un bambino. Si chiama Kostya, viene da lontano, non parla la sua lingua ma il suo arrivo le cambierà l’esistenza.

Ha dieci anni e si è messo in viaggio per arrivare dalla nonna Irina, domestica a Napoli. Nello zaino, la foto di una madre mai conosciuta e un indirizzo. Suo padre è al fronte per difendere l’Ucraina appena invasa. Tra soldati che cercano di bloccarlo al confine e sconosciute che gli dànno una mano, riesce ad arrivare. Vita, la signora per cui la nonna lavora, lo scopre addormentato sullo zerbino.

Nei romanzi di Viola Ardone, gli incontri tra esseri umani hanno sempre la potenza di un miracolo: scardinano la solitudine, ricompongono la speranza. Così anche questa storia, che nasce dal viaggio del bambino diventa un racconto di rinascita e di compassione. Perché ogni figlio nato sulla terra è, in fondo, figlio di tutte e di tutti.

«Fra scarti improvvisi e colpi di scena, mentre la radio ogni giorno dà conto dell'avanzata del nemico in territorio ucraino, intorno alle loro voci si schiude un romanzo di formazione e di denuncia civile e sociale, che pone in rilievo le immagini terribilmente attuali dell’infanzia calpestata dai conflitti, l’atrocità delle guerre, il lavoro degli immigrati. Su un piano più intimo ma ugualmente universale i temi si moltiplicano in un affresco che scandaglia sentimenti e bisogni, capace di guardare a fondo nel cuore dell’essere umano e anche nelle sue debolezze attraverso riflessioni sulla maternità e sull’amore per i figli a prescindere dalle loro scelte, sul lutto e la perdita, sulla cura e la speranza, sulle paure e le debolezze, sul viaggio come percorso di conoscenza in cerca di legame con le radici e di un posto dove tornare, sul valore trasformativo della letteratura fin dalla più tenera età […] E sulla forza della vita, che riaffiora prepotente: in una vicenda a tratti picaresca di andate e ritorni, Kostya restituisce a Vita il ruolo di madre e una nuova prospettiva di futuro».
Mariza Fontana, La Lettura – Corriere della Sera

«C'è sempre vita finché c’è vita, e nessuno può fermarla. Questo è il messaggio che ci orienta come una stella guida lungo le pagine di Tanta ancora Vita, capaci di scaldarci senza un attimo d’inerzia […] la lingua di Ardone, che a seconda del raccontatore cambia vocabolario e registro, sfoggia un’elasticità acrobatica. La scrittrice napoletana dimostra una straordinaria capacità mimetica nel porsi “dal punto di vista di”, modellando lo stile sull’indole e le esperienze del personaggio».
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica

«Quelle parole, quelle che dicono la verità della guerra e del lutto, le ho trovate in un romanzo meraviglioso, letteralmente meraviglioso. Lo ha scritto Viola Ardone e si chiama Tanta ancora Vita».
Annalisa Cuzzocrea nel podcast Controvento di Repubblica, link

«Ardone anche questa volta non delude: riesce a infondere una vena di umorismo nelle tragedie della vita, e soprattutto sa scandagliare il cuore dei suoi protagonisti, con delicatezza e realismo, aprendo la porta alla speranza».
Maria Tatsos, Io Donna

«Storia meravigliosa di due donne che tutto divide, tenute insieme da un bambino, quasi un fratellino slavo del mai dimenticato Amerigo de Il treno dei bambini».
Cristina De Stefano, marie claire

«Un romanzo civile sull’atrocità delle guerre pubbliche e private, sul legame materno capace di durare oltre la morte (“Vita per vita, figlio per figlio”), sull’importanza di resistere al Male e di fare della dimensione dell’umano la propria unica bussola».
Titti Marrone, Il Mattino

«Sono pagine forti, toccanti, quelle raccontate da Viola Ardone […] Con straordinaria abilità riesce a rendere visibile il mondo interno dei tre personaggi, cambiando voce, realtà, pensieri».
Isabella Fava, F

«Ardone ci consegna un libro che parla di dolore e di perdita, di conflitti esterni e interiori, un romanzo intriso di resilienza e di incontri inattesi che aprono spiragli, narrando la forza ostinata della vita che continua a farsi strada fra le pieghe del destino, nonostante tutto».
Francesco Musolino, La Gazzetta del Sud

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