L’infermiere scolastico: una figura chiave per la salute in età evolutiva

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Il Position Statement “Infermieristica e Scuola” di FNOPI evidenzia due concetti chiave: prossimità e inclusione

Negli ultimi anni, il tema della salute nelle scuole è tornato al centro del dibattito pubblico, anche alla luce delle nuove sfide poste da contesti sociali complessi, emergenze sanitarie e l’aumento di situazioni croniche e fragilità tra bambini e adolescenti. In questo scenario, la figura dell’infermiere scolastico si propone come un riferimento fondamentale per garantire non solo il primo intervento sanitario, ma anche la promozione del benessere, della prevenzione e dell’educazione alla salute.

La presenza dell’infermiere nella scuola non è ancora garantita da una norma nazionale esplicita, ma trova fondamento in un insieme di riferimenti giuridici e sanitari che convergono verso un obiettivo comune: rendere effettivi, anche nel contesto scolastico, il diritto alla salute e all’istruzione. Dalla Costituzione alla Legge 104/1992, dal DPCM sui Livelli Essenziali di Assistenza al DM 77/2022, fino alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, emerge un orientamento normativo che riconosce la scuola come luogo di vita quotidiana e come spazio legittimo per l’erogazione di cure. In questo quadro, si inseriscono con coerenza le sollecitazioni provenienti dal mondo professionale e ordinistico, come quella di FNOPI – Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, che chiedono il riconoscimento formale e strutturato dell’assistenza infermieristica scolastica come presidio territoriale essenziale.

Nel suo recente position statement, infatti, FNOPI pone l’attenzione sull’importanza della figura dell’infermiere all’interno della comunità scolastica. Una figura che, secondo la Federazione, non è accessoria né emergenziale, ma centrale e strutturale in un sistema scolastico moderno e attento ai reali bisogni degli studenti, capace di rispondere ai bisogni complessi di bambini, adolescenti e delle loro famiglie.

L’infermiere nella scuola rappresenta un punto di riferimento concreto e competente per l’assistenza sanitaria in età evolutiva, capace di intercettare precocemente situazioni di fragilità, prevenire complicanze, favorire l’accesso ai servizi e orientare correttamente bambini, ragazzi e genitori nei percorsi più appropriati. In questo senso, l’infermieristica scolastica si configura come un presidio fondamentale di prossimità, radicato nel territorio, che lavora in sinergia con i Pediatri di Libera Scelta, i Medici di Medicina Generale, i Servizi di Cure Domiciliari e le strutture di prevenzione.

La FNOPI richiama la necessità di costruire un sistema realmente integrato, dove norme, risorse, istituzioni e servizi dialoghino con le abitudini quotidiane, gli stili di vita e i bisogni concreti degli studenti. In questo contesto, le competenze delle professioni infermieristiche si rivelano non solo utili, ma essenziali per colmare il divario tra scuola e sanità, tra teoria e pratica, tra politiche pubbliche e bisogni individuali e costituiscono una risorsa preziosa per garantire inclusione, continuità assistenziale e diritto allo studio, anche in presenza di patologie croniche complesse.

La scuola, in questa visione, si trasforma in una vera e propria “comunità di investimento per la salute”, in linea con i principi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce la scuola come luogo dove si promuove attivamente salute, apprendimento e benessere psicosociale. A livello internazionale ed europeo, sono infatti numerosi i progetti che pongono la scuola come protagonista della promozione della salute, riconoscendone il valore non solo educativo ma anche preventivo e inclusivo.

Il position statement di FNOPI si inserisce in un contesto in cui oltre 9,5 milioni di giovani sotto i 18 anni vivono in Italia (ISTAT 2024), molti dei quali con bisogni assistenziali specifici: basti pensare ai 338.000 alunni con disabilità che necessitano spesso di assistenza durante l’orario scolastico. L’infermiere scolastico (IFeC – Infermiere di Famiglia e Comunità) può garantire interventi appropriati, dalla somministrazione di farmaci alla gestione di presidi e dispositivi, assicurando continuità delle cure e riducendo le assenze scolastiche causate da barriere assistenziali.

“Parlare di infermieristica nella comunità scolastica significa promuovere un approccio multidisciplinare che integra il mondo della formazione e dell’educazione ai bisogni di salute di bambini e adolescenti”, ha commentato Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI. “Il tutto riconoscendo la loro identità e il loro valore di esseri in divenire, nell'ottica di una cura centrata sul nucleo familiare. La figura dell’infermiere di famiglia e comunità, all’interno della scuola, può assicurare assistenza infermieristica, proteggere e promuovere la salute di alunni e studenti per facilitarne lo sviluppo ottimale e contribuire così al regolare accesso alla scuola, garantendo il diritto allo studio e la relativa opportunità di socialità tra pari. L’assistenza territoriale, ambulatoriale, domiciliare e nell’ambito scolastico costituisce quindi un’opportunità imprescindibile per promuovere la salute e tutelare l’infanzia. In questo senso, la FNOPI è impegnata nello sviluppo di competenze sempre più specializzate, anche attraverso l’imminente avvio della laurea magistrale in Cure Pediatriche e Neonatali, per garantire prossimità, un’assistenza continuativa e sempre più a misura dei bisogni di salute dei cittadini”.

In conclusione, come auspicato dalla FNOPI, è necessario investire sulla presenza strutturata dell’infermiere scolastico per rafforzare la rete territoriale, favorire la partecipazione attiva e informata di studenti e famiglie nel proprio percorso di salute, promuovere stili di vita sani e garantire a tutti il diritto a una formazione sicura, accessibile e realmente inclusiva.

Recapiti
info@osservatoriomalattierare.it (Roberta Venturi)