Perché pensionate e pensionati scendono in piazza il 25 ottobre - SPI CGIL Veneto

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Sono molte le ragioni per cui il Sindacato dei Pensionati della Cgil scende in piazza il 25 ottobre a Roma contro la Legge di Bilancio

MENTRE IL GOVERNO INVESTE NELLE ARMI, NOI DIFENDIAMO LE PERSONE.

Nei prossimi dieci anni l’Italia passerà dagli attuali 45 miliardi a 145 miliardi di spesa per il riarmo, mentre pensionati e lavoratori subiscono tagli, tasse e attese infinite. Il 25 ottobre scendiamo in piazza per un Paese più giusto, che metta la vita prima delle spese militari.

TUTELARE IL POTERE D’ACQUISTO

I prezzi salgono, le pensioni no. È ora di restituire dignità e valore ai redditi di chi ha lavorato una vita.

PIENA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI

Negli ultimi due anni sono stati tolti oltre 7 miliardi ai pensionati. Se non si cambia rotta, i tagli arriveranno a 60 miliardi entro il 2032. Non è solo ingiusto: è un furto del futuro.

AUMENTARE ED ESTENDERE LA QUATTORDICESIMA

Fermi al 2017, i trattamenti integrativi non bastano più. Chiediamo che più pensionati ne abbiano diritto e che gli importi siano aggiornati.

ZERO FISCAL DRAG

Il drenaggio fiscale colpisce chi ha meno. Con una pensione da 1360 euro, dal 2022 a oggi hai perso quasi un mese di pensione in tasse. A parità di reddito, si devono pagare le stesse imposte. Punto.

PENSIONI DI GARANZIA PER I PIÙ FRAGILI

Con salari bassi, part-time e lavori precari, le future pensioni saranno da fame. Serve una pensione di garanzia, proporzionata alla vita lavorativa e alla qualità del lavoro svolto.

TFS/TFR SUBITO PER I PUBBLICI

Chi lavora nel pubblico impiego aspetta fino a 7 anni la liquidazione, senza rivalutazione. La Corte Costituzionale ha parlato. Il Governo no. Basta attese, è tempo di giustizia.


MENTRE IL GOVERNO INVESTE NELLE ARMI, NOI CHIEDIAMO CURA PER LE PERSONE.

La Legge di Bilancio aumenta la spesa militare e taglia quella sociale. Meno risorse per la sanità, per le persone anziane e non autosufficienti. Più soldi alle armi, meno dignità per chi ha bisogno di assistenza.

IL DIRITTO ALLA SALUTE NON È UN LUSSO

Quest’anno quasi 6 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure. La maggior parte sono donne e over 60 che non potevano permettersele.

LA SANITÀ PUBBLICA NON PUÒ PIÙ ASPETTARE

L’Italia spende per la salute meno del 6% del PIL: in Francia e Germania è oltre il 10%. I soldi ci sono, ma vanno a armi, sgravi ai ricchi e grandi opere inutili.

ESSERE NON AUTOSUFFICIENTI NON È UNA COLPA

Il Fondo per la Non Autosufficienza copre appena poche migliaia di persone: se fosse distribuito a tutti, varrebbe 70 centesimi al giorno. È una vergogna.

L’INDENNITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO NON BASTA.

Oggi lo Stato dice “ti do un assegno e poi ti arrangi”. Servono piani di assistenza individuali, assegni di cura e servizi di prossimità per garantire davvero il diritto a vivere e curarsi a casa propria.

LE RSA DEVONO CAMBIARE

Durante il Covid si è capito: le grandi strutture sono spesso fabbriche di malattia. Bisogna passare dal posto letto al posto di vita: piccole comunità diffuse dove la cura è relazione e libertà.

NOI DIFENDIAMO LA CURA, NON IL RIARMO
Il 25 ottobre 2025, scendi in piazza con noi
PER UN PAESE CHE METTA LA VITA PRIMA DELLE ARMI

Recapiti
SPI Ufficio Stampa