Domenica 19 ottobre 2025, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha canonizzato il Beato Bartolo Longo, Fondatore del Santuario di Pompei, delle Opere di carità, della stessa nuova Città di Pompei. Al termine della Messa solenne, l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, che ha concelebrato in Piazza San Pietro, ha espresso la gioia di tutta la famiglia del Santuario e dei devoti della Madonna del Rosario: «Bartolo Longo è santo! Ci sono giorni e occasioni nei quali davvero le parole non bastano, né, d’altra parte, esistono vocaboli adatti a esprimere tutta l’incontenibile felicità che ricolma il cuore di ognuno di noi. Egli, dal Paradiso, ci guarda e ci benedice. Siamo suoi figli e vuole che tutti noi, un giorno, possiamo fare festa con lui al cospetto della visione beatifica del Padre e tra le braccia amorevoli della Madonna. Nell’omelia, Papa Leone XIV ci ha parlato di Bartolo Longo e degli altri sei nuovi santi come uomini e donne di preghiera e di fede. Sforziamoci di imitarli, non dimenticando mai di pregare. Senza la preghiera, lo stesso Bartolo Longo non avrebbe mai potuto costruire il Santuario, aprire le Opere di carità, fondare una nuova Città che era solo una Valle sconsolata. All’Angelus, Leone XIV ha parlato di una “festa della santità”. Migliaia di pellegrini sono partiti da Pompei e da altre località per gioire con San Bartolo, “che dal Cielo ci guarda e ci benedice. Ci vuole tutti santi!”.
Facciamo un piccolo passo indietro. Bartolo Longo mise piede per la prima volta nell’ottobre del 1872 a Valle di Pompei. Egli veniva a curare gli interessi della Contessa De Fusco. Il giovane Bartolo, da poco aveva superato il tormentoso periodo delle pratiche spiritiche che tanto lo avevano minato nel suo già debole fisico, era passato all’annuncio della fede cristiana. Egli credeva di venire a fare l’avvocato, di curare gli interessi della Contessa De Fusco che tanta fiducia riponeva in lui; invece la desolazione della Valle lo colpì profondamente ed un desiderio di agire, un bisogno irrefrenabile, una febbre, come lui stesso scrisse, lo indussero a frequentare più spesso la Valle, a soccorrere i poveri e a dare inizio a quelle opere di Carità e di Fede che, in pochi anni, fecero conoscere Pompei in ogni parte del mondo. Così, la Nuova Pompei cristiana si affiancava alla Pompei pagana dissepolta. Incommensurabile fu l’opera di Bartolo Longo.
Un giorno vagando in contrada Arpaia, Bartolo sentì una voce misteriosa che gli diceva: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”. E subito dopo udì l’eco di una campana lontana, che suonava l’Angelus di mezzogiorno; egli allora si inginocchiò sulla nuda terra a pregare fino al raggiungimento di una grande pace interiore, mai provata prima. A quel punto ebbe ancora più chiara la missione da compiere.
DOTTRINA SOCIALE E BARTOLO LONGO.
È il 1875 quando si inizia la costruzione di quello che sarà uno dei Santuari più conosciuti al mondo per la devozione al Santo Rosario. Attorno al Santuario, nascerà pian piano, l’attuale città di Pompei e tutte le opere di Carità che San Bartolo ha voluto far costruire. La questione sociale sta al centro del sistema filosofico ed educativo di Bartolo Longo. La sua azione non si limitò solo al campo del suo apostolato per la salvezza dell’uomo, ma si allargò per contrastare le tendenze nocive che volevano ostacolare il bene comune. L’invenzione delle macchine, applicate all’industria, invece di essere una spinta al progresso ed al benessere comune, furono, al contrario, la causa di grave disagio della classe lavoratrice locale. La colpa non fu tanto delle macchine, ma del modo in cui venivano applicate a livello lavorativo. I capitalisti assumevano nelle fabbriche personale con la retribuzione del minimo salario, a tutto danno degli operai, che si trovarono in condizioni economiche disastrose. Si leva un grido di disperazione accolto da Papa Leone XIII, il quale lanciò al mondo l’Enciclica «Rerum Novarum» il 15 maggio 1891, con la quale per la prima volta la Chiesa Cattolica prese posizione in ordine alle questioni sociali, fondando la Dottrina Sociale della Chiesa. L’enciclica ispirò molto l’opera di Bartolo, orientata alla promozione della giustizia e della dignità umana. L’enciclica sottolineava il diritto dei lavoratori a ricevere una “giusta mercede”, un principio che si ricollega all’impegno di Bartolo nel migliorare le condizioni di vita dei contadini e dei poveri che vivevano a Pompei. La nuova Pompei, grazie al suo impegno e all’aiuto di tanti, prendeva forma. L’attuale stazione dei treni della ferrovia dello Stato di Pompei fu fatta costruire dall’avvocato, a sue spese, per favorire i pellegrini che volevano andare a pregare in Santuario, provvedendo così anche ad una strada di collegamento con esso, l’attuale via Sacra. Il 6 novembre 1886 inaugurò due asili per togliere i piccoli dalla strada mentre i genitori lavoravano in campagna. Chiese ed ottenne nuove scuole popolari gratuite per i fanciulli. Nel 1887 fondò l’Orfanotrofio Femminile, la prima delle sue opere di carità a favore dei minori, retta all’inizio dalla contessa De Fusco. Nel 1892 veniva collocata la prima pietra dell’Ospizio per i figli dei carcerati, retto, a partire dal 1907, dai Fratelli delle Scuole Cristiane di San Giovanni Battista de La Salle. Nel 1894, convinto dell’importanza della musica nel percorso di crescita dei fanciulli, fonda, all’interno dell’Istituto, la Banda Musicale, che ancora oggi porta il suo nome ed formata esclusivamente da giovani. La corrispondenza tra devoti e Santuario cresceva vertiginosamente per questo era necessario un Ufficio Postale, che la competente amministrazione autorizzava a condizione che le spese di costruzione fossero a carico del richiedente (1884). Nel 1887, l’Avvocato inaugurò un dispensario medico-chirurgico gratuitamente per le fasce deboli. Iniziativa singolare e di grande spessore sociale fu la costruzione delle “Case Operaie”. A quanti non avevano il denaro sufficiente per acquistare una casa, Longo propose di comprarne una con un pagamento rateale, che gli operai avrebbero onorato con la loro paga da lavoro. L’amicizia di Bartolo Longo con il religioso Padre Francesco Denza fece sì che il Santuario fosse dotato, in breve tempo, di un moderno parafulmine (1889), di un funzionale Osservatorio meteorologico (1890) e della corrente elettrica (1891).
A questi servizi seguirono: le Scuole Elementari; la “Società Cooperativa di Consumo Bartolo Longo per il Personale del Santuario di Valle di Pompei”; la Tranvia elettrica, sul tratto Pompei-Salerno-Pompei; la linea ferroviaria “Circumvesuviana”; la linea telefonica. La prima telefonata di Longo fu per Pio X.
Padre Ludovico da Casoria, sapendo che Bartolo Longo faceva stampare fior di libri e giornali, gli suggerì di aprire a Pompei una tipografia, con la quale dare lavoro e formazione artigianale ai giovani disoccupati del posto. L’avvocato comprò una macchina nuova di zecca. La tipografia venne così aperta e in pochi anni divenne una delle strutture più moderne e meglio attrezzate nel suo campo. Fu usata soprattutto per diffondere la rivista, da lui fondata, “Il Rosario” e la “Nuova Pompei”, ancora oggi stampata in tutto il mondo.
Bartolo Longo muore a Pompei il 5 ottobre 1926. Il suo vero miracolo è stato quello di donare nuova vita e luce ai tanti bisognosi di quel periodo e dare speranza ai bambini. Credeva nel prossimo, dedicava la sua vita all’educazione e alla formazione lavorativa che permetteva di poter abbattere l’ignoranza di quel periodo, affinchè, a chi si affidasse alle sue cure e a quelle della Contessa Marianna De Fusco, sua moglie, si reintegrasse nella società. Fondamentale infatti è stata la figura della Contessa, co-fondatrice del Santuario, che accanto a Bartolo, ha fatto nascere, attraverso le Opere, la nuova Città di Pompei, la città della Carità e della Pace, riuscendo a superare numerosi ostacoli, sotto la protezione della Vergine del Santo Rosario. San Bartolo diventa l’esempio concreto di una santità vissuta ogni giorno nella vita quotidiana dedicandosi agli ultimi e agli emarginati, ai poveri e ai sofferenti, proprio come Gesù nel Vangelo. Ed è per questo che la sua santificazione passa attraverso l’immergersi nella completa preghiera, attraverso il costante impegno nel propagare il Rosario, donando salvezza e speranza a chi veramente ne aveva bisogno soprattutto con la costruzione delle Opere di Carità e con il servizio all’impegno civile, sociale, sociologico, lavorativo ed educativo.
Giovanni Ursino, segretario diocesano Movimento Lavoratori
Azione Cattolica Diocesi di Pompei