FERIRE LA SCUOLA È FERIRE LA DEMOCRAZIA Azione Cattolica Italiana Studenti

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Genova, 26 ottobre 2025: nella notte tra sabato e domenica, il liceo scientifico Da Vinci di Genova è stato teatro di un violento assalto da parte di un gruppo di giovani, mentre all’interno dell’istituto si trovavano circa 200 studenti impegnati in un’occupazione pacifica organizzata dall’assemblea d’istituto. Gli aggressori, una quarantina di ragazzi incappucciati e armati di mazze e spranghe, hanno fatto irruzione nell’edificio al grido di “Viva il Duce”, danneggiando aule, arredi e materiali didattici. Sui muri sono state trovate scritte intimidatorie, tra cui una svastica, a cui si aggiungono vetri infranti ed estintori svuotati.

Quello che è avvenuto non è solo un episodio di vandalismo, ma un atto di violenza simbolica contro la scuola stessa, contro ciò che rappresenta: un laboratorio di cittadinanza, di pensiero critico e di democrazia quotidiana. 

Le indagini, condotte dalla Digos, hanno portato all’identificazione di alcuni dei responsabili, tutti minorenni. Ma andando oltre la responsabilità penale degli aggressori, questo evento interroga le famiglie, la scuola e la società nel suo complesso: com’è possibile che ragazzi così giovani scelgano come linguaggio la violenza?

Come MSAC sentiamo il dovere di affermare che la scuola non è solo un edificio, ma un simbolo vivo di libertà. È fra i banchi che si impara che il conflitto si affronta con il dialogo e non con la sopraffazione. La sfida più grande è capire che la scuola non è un luogo da assaltare, ma da abitare nella complessità delle sue parti con uno stile che sia propositivo e improntato al confronto. 

Inoltre la decisione di colpire studenti che avevano scelto l’occupazione come forma di partecipazione, trasformando le aule in spazi di riflessione e non in campi di battaglia, significa ferire lo spirito stesso della scuola. 

È per questo che di fronte all’accaduto la risposta più forte deve essere educativa: serve una scuola che insegni ad accogliere il dissenso, ad abbracciare la responsabilità condivisa e la cura del bene comune, perché è da lì che nasce e si alimenta la democrazia.

In reazione all’aggressione, gli studenti del liceo Da Vinci hanno organizzato un presidio davanti alla scuola, dimostrando che anche dopo una notte di paura si può scegliere la speranza. Hanno riordinato le aule, hanno ricominciato a discutere e ci hanno dato una lezione su come la scuola si abiti con la parola e con l’impegno.

Il Movimento Studenti di Azione Cattolica esprime solidarietà agli studenti e alle studentesse, ai docenti e a tutta la comunità scolastica del Da Vinci e chiede che episodi di tale gravità vengano affrontati non solo con la condanna ma con un rinnovato impegno educativo.

Di fronte a quelle svastiche e vetri rotti la risposta non può che essere una: continuare a credere nella scuola, ogni giorno, come primo presidio di democrazia e di pace.

Recapiti
Paola Colabene