Giovani e interculturalità, la curiosità di conoscere altre storie e altri mondi - CNCA

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Tra le esperienze territoriali del progetto “Giovani VoCi – Volontari Cittadini” sono state promosse diverse attività che hanno visto il coinvolgimento dei giovani volontari sul tema dell’interculturalità e la multiculturalità.

Attività come quelle di supporto all’alfabetizzazione dei cittadini stranieri che vivono e lavorano nei territori interessati mi hanno dato la possibilità di approfondire sul campo due questioni connesse al tema del volontariato giovanile e l’interculturalità.

La prima questione riguarda le modalità di coinvolgimento dei giovani in attività di volontariato a supporto delle persone provenienti da altri Paesi lontani dal contesto italiano per ragioni culturali, sociali ed economiche. Noi operatori sociali ci interroghiamo spesso su quale sia la molla che possa far scattare nei giovani la voglia di coinvolgersi nel volontariato e nell’attivismo sociale e tante sono le risposte pertinenti che possono essere date a questa domanda: nel caso di attività di volontariato a contatto con i cittadini stranieri la molla è stata la curiosità di conoscere storie di vita e universi culturali molto diversi dal proprio universo culturale.

Questa curiosità è stata alimentata nelle attività di volontariato svolte grazie alla possibilità di tessere relazioni personali nel tempo. L’esempio sul campo è stata l’attività di volontariato promossa all’interno del progetto Giovani VoCi dalla Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus presso la Scuola Fatoma di Borgo Mezzanone: la possibilità di incontrare gli stessi studenti della scuola di italiano una volta a settimana per quattro mesi ha permesso sia ai volontari sia agli studenti di conoscersi e di scambiare informazioni sulla cultura italiana e sulla cultura dei Paesi di origine, per la maggior parte Paesi africani, in una situazione informale e in una relazione orizzontale dove i ruoli di studenti e volontari venivano in parte dimenticati. L’instaurarsi di questa dinamica involontaria ha permesso uno scambio di informazioni interculturali spontaneo e sincero, oserei dire senza filtri e sovrastrutture tra i soggetti, perché privo di altre finalità se non quella di raccontare la propria storia, i propri riferimenti culturali e ascoltare la storia degli altri.

La seconda questione è più di carattere teorico ed è la conseguenza della prima: è una questione che lega le esperienze di volontariato giovanile e il tema dell’interculturalità dal punto di vista dell’informazione e del racconto. Tutta la popolazione ma specialmente i più giovani sono bombardati da notizie sensazionalistiche che alimentano un’immagine parziale del diverso, e delle persone immigrate in particolare. Per molti gli immigrati sono un problema sociale da gestire, per altri sono una risorsa da sfruttare, per altri ancora sono dei delinquenti, per alcuni sono la causa dei tanti problemi economici e sociali presenti in Italia. La verità è che i cittadini stranieri non sono niente di tutto questo, sono semplicemente delle persone che hanno un vissuto personale – per questo è sbagliato categorizzarli –, che hanno dei bisogni e dei sogni, che possiedono una cultura di cui vanno fieri e che cercano di integrare con la cultura che ricevono dal Paese in cui vivono: l’Italia. Le esperienze di volontariato e attivismo giovanile che connetto le persone, connettono inevitabilmente anche le culture e permettono, attraverso la relazione e il racconto orizzontale tra persone, di scalfire l’immagine polarizzata che i media e i social trasmettono ai giovani riguardo i migranti e provano a restituire un quadro più complesso e completo di un fenomeno variegato e composito come quello migratorio. Queste esperienze, oltre all’obiettivo di promuovere il volontariato, perseguono anche l’obiettivo di concepire una narrazione diversa da quella mainstream dei media e consentono di conoscere davvero le persone migranti e i valori culturali di cui sono fiere e a cui fortunatamente non rinunceranno per omologarsi alla cultura dominante.

Antonio Aquilino, Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus e Consiglio direttivo CNCA odv

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