Le PMI e il valore delle relazioni

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04/11/2025

Daniela Ballarini

Le piccole e medie imprese italiane rappresentano molto più che un segmento economico, sono un ecosistema vivo di competenze, relazioni e identità.

Le PMI custodiscono la memoria industriale del Paese, ma allo stesso tempo incarnano il laboratorio del suo futuro.


È proprio in questo equilibrio tra radici e innovazione che si inserisce il valore della comunicazione e, in particolare, della professione del relatore pubblico, una figura che nelle imprese moderne non si limita più a “comunicare”, ma interpreta, connette, traduce e accompagna i processi di cambiamento.

Il relatore pubblico come leva strategica per le PMI

Essere relatore pubblico oggi significa agire come “architetto della reputazione”.
All’interno delle aziende e in particolare nelle PMI questa figura diventa un punto di contatto tra direzione, persone e stakeholder esterni.
Non solo presidia la comunicazione, ma la trasforma in valore strategico, aiutando l’impresa a raccontarsi con autenticità, a rendere coerenti messaggi e azioni, a costruire un posizionamento credibile nel mercato e nella comunità.

Le PMI, per loro natura, hanno un patrimonio intangibile fatto di fiducia, legami e tradizione. Tuttavia, spesso questo valore resta implicito, non comunicato, non organizzato.
È qui che entra in gioco il relatore pubblico: interpreta la cultura aziendale, la traduce in linguaggi contemporanei e la mette in relazione con il contesto socioeconomico.
Lavora al fianco dell’imprenditore, spesso fondatore o erede, sostenendolo nel passaggio generazionale, nella gestione della reputazione, nella costruzione di una cultura aziendale condivisa e nella governance delle relazioni interne.

Un buon relatore pubblico, infatti, non crea semplicemente visibilità, ma fiducia.
Non “promuove” l’azienda, la posiziona nel suo sistema di valori, allineando la visione strategica all’identità.
È un ruolo che incide sulle decisioni, sul modo in cui l’impresa si percepisce e viene percepita, e sul dialogo continuo tra impresa, territorio e comunità.

Ho avuto il piacere di portare questa prospettiva all’interno dell’Università di Verona, come ospite del corso di Organizzazione Aziendale e Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese, condotto da Serena Cubico, professoressa associata di Organizzazione Aziendale, davanti agli studenti di Scienze della Comunicazione.


Un incontro che ha unito la visione accademica all’esperienza sul campo, offrendo ai ragazzi una riflessione concreta sul ruolo che le relazioni e la reputazione giocano nel successo delle PMI.
Un tema quanto mai attuale per Verona, città che da lì a pochi giorni avrebbe ospitato RelazionEXPO – Il primo Expo delle Relazioni, un evento che ha messo al centro proprio i tre pilastri arte, cultura ed economia, e che ho portato come best practice.
Abbiamo analizzato come una buona comunicazione organizzativa non sia soltanto un supporto all’operatività, ma una leva per la sostenibilità del modello d’impresa.
Quando la comunicazione diventa strumento di ascolto e connessione, può generare cultura, fiducia e partecipazione, elementi essenziali per le imprese che vogliono evolvere nel tempo e mantenere viva la propria identità.

Per i futuri comunicatori, comprendere come si lavora “dentro” un’azienda, accanto all’imprenditore e ai suoi collaboratori, è una lezione di realtà: perché la comunicazione strategica, nelle PMI, è un processo quotidiano che parte dalle persone e si misura sui risultati nel lungo periodo.

Nel dialogo con gli studenti è emerso anche un tema chiave: il rapporto intergenerazionale.
Il futuro delle imprese italiane dipende sempre più dalla capacità di dialogare tra generazioni, tra chi porta la memoria e chi porta il cambiamento.
In questo senso, il relatore pubblico ha un ruolo di “traduttore culturale”, accompagna il passaggio di valori, linguaggi e stili di leadership, costruendo ponti tra generazioni diverse e aiutando le organizzazioni a rinnovarsi senza perdere la propria identità e storicità.

La reputazione di un’impresa non nasce da una campagna o da una crisi ben gestita, ma dalla coerenza tra parole e comportamenti, tra la sua storia e la sua visione futura.
È una costruzione relazionale, in cui il comunicatore diventa custode e facilitatore.

La lezione di Verona ha confermato quanto la nostra professione, spesso poco compresa, sia invece fondamentale per il sistema produttivo.
Il relatore pubblico non è un “accessorio” estetico della comunicazione aziendale, ma un elemento di governance che affianca l’impresa nella gestione del proprio capitale relazionale e reputazionale.
Aiuta le PMI a esprimere il proprio scopo, a raccontarsi con coerenza e ad essere riconosciute per ciò che sono, non solo per ciò che producono.

La fiducia è la nuova misura del valore aziendale, le relazioni dentro e fuori l’impresa diventano il vero motore della sostenibilità.
E per chi, come me, crede nella forza delle relazioni come forma di cultura e di impresa, non c’è contesto più fertile di un’aula universitaria per seminare la consapevolezza di quanto la comunicazione, se ben agita, possa cambiare le organizzazioni e generare valore nel tempo.

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