Un Personal Trainer deve aver la laurea in scienze motorie o meglio un corso pratico e con un certificato riconosciuto?
In questo articolo facciamo chiarezza sul se puoi diventare un vero Personal Trainer con oppure senza la laurea e quali sono i requisiti per intraprendere questa professione tanto ambita.
PS. Se hai dubbi o domande scrivimi all’indirizzo mail danieldragomir8@gmail.com
Come nasce la laurea in scienze motorie?
La laurea in Scienze Motorie nasce all’inizio del nuovo millennio con l’obiettivo di formare professionisti qualificati nel settore dello sport e del benessere fisico.
Attraverso un percorso multidisciplinare che unisce materie scientifiche, biologiche e sportive, questa laurea consente di acquisire competenze fondamentali per operare in ambiti diversi: sport, salute, educazione fisica e gestione di impianti sportivi.
Grazie a questa formazione, puoi diventare:
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Istruttore di discipline sportive
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Gestore di palestre o centri fitness
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Insegnante di Scienze Motorie
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Personal Trainer
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O intraprendere molte altre professioni legate al movimento umano e alla performance sportiva.
Io stesso, come Trainer professionista, ho intrapreso il percorso universitario conseguendo prima la laurea triennale in Scienze Motorie e poi quella magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport.
È un percorso che richiede impegno e passione: dal mio punto di vista, circa il 25-30% degli esami risulta particolarmente impegnativo, mentre i restanti presentano una difficoltà intermedia.
L’obiettivo finale di una laurea in Scienze Motorie è formare figure professionali capaci di occuparsi del recupero, mantenimento e miglioramento del benessere psico-fisico e della prestazione sportiva delle persone, attraverso conoscenze scientifiche e metodologiche solide.
Come nasce il Personal Trainer?
Il Personal Trainer, invece, è una figura professionale nata tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, ispirata alle grandi star hollywoodiane che, per la prima volta, introdussero la figura dell’allenatore personale.
Nel tempo questa figura si è evoluta notevolmente, soprattutto negli ultimi 10-15 anni, fino a diventare una professione molto diffusa e competitiva. Per questo motivo, oggi più che mai, è fondamentale sapersi differenziare.
È importante ricordare la differenza tra l’istruttore di sala e il personal trainer.
L’istruttore di sala ha il compito di mantenere l’ordine, mostrare gli esercizi e correggere eventuali errori gravi, ma non può seguire costantemente ogni persona.
Il coach personale, invece, lavora “one to one”, segue il cliente in ogni fase dell’allenamento, fornisce feedback continui e costruisce un percorso personalizzato in base alle sue esigenze e al suo stile di vita.
Gli obiettivi principali di un Personal Trainer sono:
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Far raggiungere al cliente i propri obiettivi in modo concreto e realistico
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Personalizzare allenamento e stile di vita in base alle caratteristiche individuali
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Essere una guida e un motivatore costante
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Garantire risultati ottimizzando tempo, energie e risorse economiche
Tuttavia, il lavoro di un trainer non si esaurisce con la consegna della scheda o con la fine della sessione di allenamento.
Un’ora di attività fisica al giorno non può compensare quindici ore di cattive abitudini, una dieta sbagliata o un sonno irregolare.
Il vero compito del trainer è educare a uno stile di vita sano, aiutando i propri allievi a migliorare alimentazione, movimento quotidiano, qualità del sonno e gestione dello stress.
Il ruolo del Personal Trainer è anche quello di proteggere i propri clienti da queste false credenze, evitando che sprechino tempo, soldi ed energie in metodi inefficaci o pericolosi.
Purtroppo, è ancora comune vedere persone che corrono con la felpa in estate per sudare di più, che fanno centinaia di addominali al giorno per dimagrire o che si affidano a creme dimagranti.
Il compito del vero professionista è insegnare consapevolezza, diffondere informazioni basate sulla scienza e promuovere un approccio serio, sostenibile e duraturo al benessere fisico.
Come nasce il Personal Trainer diplomato?
Il Personal Trainer diplomato nasce da una particolarità del sistema: per svolgere questa professione, infatti, non è obbligatoria la laurea in Scienze Motorie, ma è sufficiente ottenere un diploma riconosciuto dal CONI o da enti di formazione accreditati.
Negli ultimi anni, molte aziende hanno colto questa opportunità, offrendo corsi brevi e certificazioni che, in poche ore o settimane, rilasciano un attestato da Personal Trainer.
Si tratta di un buon punto di partenza, ma è importante capire che un certificato da solo non basta per diventare un professionista completo.
Allo stesso modo, neanche la laurea da sola è sufficiente: ciò che davvero fa la differenza è la padronanza della materia, unita alla capacità di applicare la teoria alla pratica.
In entrambi i percorsi — universitari o privati — può capitare di incontrare informazioni parziali o approcci superati, e per questo è fondamentale imparare a muoversi nel mondo della letteratura scientifica, sviluppando spirito critico e curiosità costante.
In pratica, per diventare un Personal Trainer davvero competente serve:
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Studio continuo e aggiornamento costante;
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Esperienza sul campo, osservando e allenando persone reali;
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Conoscenza scientifica delle basi dell’allenamento e della nutrizione;
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Capacità comunicative ed empatia per adattarsi ad ogni cliente.
Il diploma, quindi, può rappresentare un ottimo punto di inizio, ma la crescita professionale si costruisce giorno dopo giorno, unendo passione, dedizione e consapevolezza.
Studiare scienze motorie: come fare?
Il metodo di studio nella laurea in scienze motorie è fondamentale tanto quanto lo studio da autodidatta.
Per questo motivo ti propongo il metodo P.A.C.R.A.R. creato dal divulgatore Alessandro De Concini nel 2016.
| Pianificazione | Masterplan |
| Acquisizione | Lettura Efficace/Appunti |
| Comprensione | Comprensione Profonda |
| Rielaborazione | Schematizzazione |
| Applicazione | Testing |
| Ricordo | Ripassi Programmati |
Se vuoi studiare in modo efficace devi sapere che il vecchio metodo “leggi e ripeti” purtroppo non funziona.
La fase di pianificazione comprende tutta la gestione del tempo, dei cicli di studio e pause.
L’acquisizione, che riguarda il secondo step, consiste nel selezionare le informazioni importanti, farsi domande per invogliare lo “studio attivo” e se vuoi puoi anche appuntarti le parole chiave del testo.
Il terzo step è la comprensione profonda dell’argomento, quindi non iniziare a memorizzare prima di aver compreso ogni concetto nel migliore dei modi.
Il quarto step è la rielaborazione, che consiste nel diventare padrone, quindi non schiavo, dei concetti, attraverso anche degli schemi creati da te per migliorare la rielaborazione delle informazioni.
Il quinto step è l’applicazione, che grazie allo sforzo del mettersi alla prova, può essere eseguita con il testing, cioè quiz, esercizi, test o simulazioni, ma anche casi studio.
Questa fase va a sostituire completamente il classico e noioso metodo di ripetere le cose, rileggere le cose o riscrivere ciò che hai imparato.
Infine, nell’ultima fase che è il ricordo attraverso ripassi programmati, ci sono due obiettivi: mantenere quanto imparato finora e aggiungere i dettagli tecnici.
Il ripasso di un argomento va fatto sempre meno frequentemente nel corso del tempo: la prima volta, per esempio, qualche ora dopo il primo apprendimento, la seconda volta lo fai prima di passare all’argomento successivo, la terza una volta a settimana e la quarta una volta al mese.
Scienze motorie vs Corso con diploma
Le scienze motorie sono un percorso di laurea che offre molte possibilità ma che, come altri corsi universitari, ha delle limitazioni.
| PRO | CONTRO |
| Visione Multidisciplinare | Poca Pratica |
| Evidenze Scientifiche | Poca Specializzazione |
| Tecnologie Scientifiche Avanzate | Formazione Continua Necessaria |
Dal mio punto di vista la laurea in scienze motorie ti dà una visione multidisciplinare con almeno 30 corsi totali differenti tra fisiologia, bioingegneria dello sport, allenamento funzionale, diritto dello sport, psicologia dello sport e tanto altro ancora.
Le lezioni sono basate di solito su evidenze scientifiche con tanto di citazioni scientifiche di approfondimento, quindi non si parla per sentito dire.
Purtroppo però il corso di laurea è molto teorico e poco pratico, con pochissimi casi studio e una minore possibilità di specializzarti in un determinato sport senza un approfondimento personale.
Inoltre, come dico sempre, l’approfondimento e lo studio di un Personal Trainer inizia soltanto ma non finisce mai, perchè è un mondo in continuo aggiornamento e in continua evoluzione.
In altre parole, l’università ti dà delle basi sulle quali devi poi costruire il tuo percorso individuale con le tue forze.