Adeguamento sismico ospedali: fondi e tecnologie innovative

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Adeguamento sismico ospedali: fondi e tecnologie innovative ci sono. Dal forum di ISAAC e Eucentre, cosa devono fare RUP e direttori sanitari

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La criticità del rischio sismico per gli ospedali italiani è concreta e cogente, poiché molti edifici necessitano di adeguamenti a causa dell’età e della vulnerabilità strutturale. Dal dibattito tra istituzioni, enti di ricerca e imprese, che si è sviluppato nell’ambito del convegno “Prevenzione in Azione”, il 16 ottobre scorso, è emersa l’urgenza di superare normative tradizionali per adottare approcci prestazionali, orientati a garantire la piena operatività delle strutture dopo un sisma. La tecnologia è di grande supporto nella valutazione e nella mitigazione del rischio, permettendo di superare le tecniche tradizionali di consolidamento delle strutture, a volte impossibili da applicare: Fondazione Eucentre e ISAAC, hanno illustrato le innovazioni tecnologiche più recenti ed efficaci

30 Ottobre 2025

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Paola Orecchia

Giornalista

Foto di Brandon Holmes su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/scrivania-in-legno-bianco-sul-corridoio-allinterno-delledificio-GofYo51GQ_4

L’Italia è una delle nazioni europee a maggior rischio sismico e, in questo contesto, la sicurezza delle infrastrutture sanitarie risulta centrale per garantire la protezione e la continuità dei servizi essenziali. Il patrimonio edilizio ospedaliero, in gran parte costruito tra gli anni ’50 e ’70, necessita di interventi urgenti; tuttavia, le normative antisismiche non sono né aggiornate né esaustive. Persistono lacune amministrative e gestionali rilevanti, che rendono difficile la progettualità. Dal 2003, per esempio, è obbligatoria la verifica di vulnerabilità sismica per gli ospedali, ma la reale applicazione è ancora complessa per carenze documentali e un quadro legislativo incompleto. A evidenziare questi aspetti spinosi relativi al rafforzamento strutturale degli edifici ospedalieri è stato in primis Michele Capè, Consigliere Ordine Ingegneri Milano, presente tra i relatori al convegno “Prevenzione in Azione”, il primo forum ideato e promosso da ISAAC con il patrocinio di AssoRUP e Associazione MASTER, che si è svolto il 16 ottobre scorso presso la sede della Fondazione Eucentre di Pavia. “Abbiamo un contesto normativo che non semplifica e non differenzia, con un Testo Unico dell’edilizia (DPR 380/2001) ormai superato. L’impostazione normativa è talmente vecchia, che distingue ancora fra zone sismiche, zone non sismiche, ma l’Italia sappiamo tutti che è tutta sismica”.

Il concetto di “normativa prestazionale” si sta affermando come nuovo paradigma, poiché l’obiettivo delle disposizioni europee e nazionali non si limita più a minimizzare il rischio di collasso degli edifici della Sanità, ma si estende alla garanzia della funzionalità post-evento sismico. Gian Michele Calvi, Presidente Fondazione Eucentre, ha sottolineato: “Aumentando i coefficienti di sicurezza delle strutture ospedaliere si abbassa la probabilità di collasso. L’obiettivo, però, non è abbassare la probabilità di collasso, bensì migliorare la risposta in caso di evento anche non necessariamente fortissimo. È questo che la normativa deve misurare e perseguire”.

Il rischio di danni, quindi, non è mai da sottovalutare. “Una statistica recente rivela che, solo nel 2024, sono stati misurati circa 17.000 terremoti di intensità inferiore alla magnitudo 5”, ha riportato Alberto Bussini ISAAC. Si è trattato di eventi minori, di cui si è parlato poco o non si è parlato affatto, perché sono stati meno catastrofici dei terremoti dell’Aquila nel 2009, dell’Emilia nel 2012 e del Centro Italia del 2016, per esempio, ma che danno la dimensione del pericolo costante a cui sono esposti gli ospedali, le RSA e tutte le strutture sociosanitarie.

Strumenti di finanziamento pubblico per l’adeguamento antisismico

Nonostante il vulnus normativo evidenziato dai relatori, va detto che almeno dal punto di vista economico, è possibile progettare gli interventi necessari. I fondi per l’adeguamento antisismico degli ospedali non mancano. Tuttavia, occorre sapere come spendere il denaro. Innanzitutto, diamo una dimensione delle risorse disponibili. La PA ha a disposizione:

  • 900 milioni di euro del progetto “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” (Missione 6.2 del PNRR – “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale”);
  • il Fondo Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC), che sta finanziando 300 interventi antisismici da completare entro il 2026;
  • 285 milioni di euro per il periodo 2024-2028, che provengono dal “Programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici” (Legge di Bilancio 2024);
  • il Fondo per la prevenzione del rischio sismico (Legge n.145/2018), che viene rifinanziato periodicamente.

In più, il 2025 ha portato importanti aggiornamenti, come la riforma del Sisma Bonus, che ha introdotto aliquote calanti, ma semplificate, per interventi di adeguamento sismico, e che ha introdotto obblighi riguardanti analisi avanzate del rischio tramite simulazioni dinamiche, materiali a prestazioni elevate e sistemi integrati di monitoraggio per edifici strategici.

A seconda dei territori, inoltre, possono essere messi in campo ulteriori risorse. Regione Lombardia, per esempio, entrata quest’anno in una fase di proficua attività di programmazione sulla struttura del sistema sanitario regionale, tutti i 200 ospedali, 300 IRCCS – Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e 700 RSA saranno interessati da interventi per un totale di circa 8 miliardi di euro. Si tratta in gran parte risorse regionali, derivanti da alcuni accantonamenti cospicui, ha spiegato Maurizio Bracchi di Regione Lombardia. “Per la Missione 6, Regione Lombardia è attualmente in fase di attuazione un programma di 2,4 miliardi di euro, dei quali 1,9 derivano dal PNRR, 500 milioni sono le risorse aggiuntive regionali. Bracchi ha evidenziato come “la sfida oggi sia realizzare interventi efficaci nel breve termine, attraverso una stretta collaborazione tra enti nazionali, regionali e operatori tecnici”

Governance e competenze nella PA: la sfida del RUP

Alla luce di una disponibilità economica ingente, la progettazione antisismica può usufruire di strumenti tecnologicamente avanzati, in modo che gli interventi siano orientati alla massima resilienza e continuità operativa.

La pubblica amministrazione, e in particolare i Responsabili Unici del Procedimento (RUP), si trovano di fronte a una gestione complessa e tecnica, che richiede competenze multidisciplinari e aggiornate sulla normativa e sull’innovazione tecnologica. Daniele Ricciardi di AssoRUP ha messo in risalto che “il RUP ha bisogno di competenze specifiche non solo per la gestione delle procedure, ma anche per comprendere e valutare le soluzioni tecnologiche che entrano nei progetti di sicurezza sismica”. La formazione continua e il supporto diretto delle imprese divengono pertanto essenziali per assicurare interventi efficaci e conformi.

Supporto digitale e gestione del rischio: le esperienze WebGIS Euclide e IRMA

È fondamentale conoscere a fondo la struttura degli edifici da adeguare alla normativa vigente. Michele Capè, consigliere degli Ordini di Ingegneri di Milano, ha messo in evidenza la difficoltà dei professionisti nel reperire gli atti di fabbrica, perché per eseguire la verifica di vulnerabilità sismica è necessaria molta documentazione sull’esistente. “Riteniamo che sarebbe fondamentale puntare su quello che è il concetto di fascicolo digitale dei fabbricati”, ha suggerito l’ingegnere.

Fondazione Eucentre, in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale, ha sviluppato strumenti informatici avanzati per la valutazione e la gestione del rischio sismico sugli edifici ospedalieri. Barbara Borzi di Fondazione Eucentre ha illustrato: “Le piattaforme Euclide e IRMA permettono la simulazione in tempo reale degli scenari di danno, integrando dati sulla pericolosità sismica, la vulnerabilità e l’esposizione degli edifici. Questo facilita la pianificazione di interventi mirati e la gestione dell’emergenza a livello nazionale e regionale”.

Soluzioni tecnologiche ISAAC per la resilienza e la funzionalità post-sisma

ISAAC ha proposto al mercato un sistema innovativo di isolamento e controllo attivo strutturale che, a differenza delle tradizionali strategie volte a ridurre solo il rischio di crollo, mira a minimizzare accelerazioni e spostamenti indotti dal sisma. Il suo nome è Active Mass Damper. Alberto Bussini, CEO e Founder di ISAAC, ha spiegato: “Questa tecnologia è stata concepita per mantenere pienamente operative le strutture ospedaliere anche dopo eventi sismici di intensità frequente o moderata, che, pur non causando il collasso dell’edificio, ne compromettono la funzionalità”. Riducendo le oscillazioni dell’edificio, l’Active Mass Damper genera una riduzione delle forze orizzontali scaricate sugli elementi strutturali e non strutturali, preservandone l’integrità e la capacità portante. Questo effetto viene detto controllo attivo.

Interventi pionieristici che hanno messo alla prova gli Active Mass Damper sono stati realizzati da Tonelli Ingegneria (sull’ospedale San Pio di Castellaneta) e da FP Ingegneria (sull’edificio 8 del Policlinico Giaccone di Palermo). Roberto Fazio di FP Ingegneria ha evidenziato che: “l’incremento degli indici di sicurezza è stato significativo, con una drastica riduzione del rischio di danni non strutturali che sono quelli che più frequentemente compromettono la funzionalità delle strutture”.

Mentre Roberto Tonelli di Tonelli Ingegneria ha evidenziato che: “I direttori sanitari devono entrare subito nella progettazione e condividerne le soluzioni, perché parliamo ovviamente di strutture che continuano a funzionare durante tutto l’arco dei lavori. La gestione della continuità operativa significa capire i vari reparti, capire le terapie intensive, pronto soccorso, blocchi operatori, degenze, ognuna col suo, diciamo, la sua operatività e quindi con tempi di esecuzione diversi delle operazioni o addirittura impossibili”

A conclusione del convegno Michele Calvi, Presidente Fondazione Eucentre, ha tirato le fila dei tantissimi spunti emersi: “È impossibile progettare un ospedale, una struttura strategica in una zona d’alta sismicità applicando criteri tradizionali di progettazione. Le soluzioni possono essere solo quelle di usare l’isolamento o di usare una qualche forma di riduzione dell’input” e conclude: “Mi pare che il controllo attivo sia oggi l’unica alternativa che si può ragionevolmente considerare. Vedo anche una possibilità di uso integrato di isolamento e smorzamento attivo, l’uno per abbassare la forza e l’altro per controllare la risposta”.

Recapiti
di Paola Orecchia