Uova “a terra”, ma in gabbia: Udicon, “Greenwashing silenzioso. Il nuovo decreto è un passo avanti, ora serve chiarezza per i cittadini.” - U.Di.Con Unione per la Difesa dei Consumatori

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Roma, 7/11/2025 – “Le diciture “da allevamento a terra” o “cage-free” possono risultare fuorvianti quando dietro ci sono sistemi ibridi che riproducono le condizioni delle vecchie gabbie”, ha dichiarato Martina Donini, Presidente nazionale Udicon. “È una forma di greenwashing silenzioso che gioca sulla fiducia dei cittadini e mina il principio di trasparenza”.

Il decreto approvato ieri dal CdM, che recepisce la direttiva (UE) 2024/825, rappresenta un passo nella giusta direzione, aggiorna il Codice del Consumo e introduce norme più severe contro le dichiarazioni ambientali generiche o non comprovate.
“Finalmente si riconosce che anche le diciture ecologiche o etiche possono trarre in inganno e che i consumatori hanno diritto a informazioni chiare, verificabili e comparabili. Il benessere animale deve essere un impegno concreto e dimostrabile, tanto per le aziende quanto per chi comunica con i cittadini”, ha aggiunto Donini.

Per orientarsi tra le etichette, Udicon invita i consumatori a leggere sempre il codice stampato sul guscio delle uova, che indica il tipo di allevamento: 0 per il biologico, 1 per l’all’aperto, 2 per l’allevamento a terra in capannoni chiusi e 3 per quello in gabbia. È inoltre importante diffidare di diciture generiche come “naturale”, “cage-free” o “benessere animale” se non supportate da certificazioni riconosciute, preferire prodotti tracciabili con QR code che rimandano all’origine e, quando possibile, scegliere uova biologiche o provenienti da filiere a bassa densità che garantiscono standard di benessere più elevati.

Foto: AI

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